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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«Cerchiamo solo di contenere il tumore Berlusconi» - INTERVISTA

  • (20 novembre 2008) - fonte: l'Unità - Roberto Arduini - inserita il 21 novembre 2008 da 31

    Quando Antonio Di Pietro si presenta nella sala riunioni sono molte le questioni aperte e attuali dalla Vigilanza Rai, al pizzino tra Latorre e Bocchino in tv, a tutta l’opposizione al governo di destra Berlusconi. E le domande giunte via mail hanno riempito la casella di posta. La direttrice Concita De Gregorio prende il faldone delle mail con complimenti e inviti al leader dell’Italia dei Valori ad andare avanti nell’opposizione intransigente a Berlusconi: «Questi li leggerai poi a casa, sono tutti complimenti».

    Primo tema, quasi d’obbligo, è la Vigilanza Rai. Com’è andata veramente?
    «Ci tengo a precisare», esordisce Di Pietro, «che la candidatura di Leoluca Orlando alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai era stata una scelta di tutta l’opposizione, non solo dell’IdV. Anche Pd e Udc erano d’accordo sul nome e sulla professionalità di Orlando. La nostra ferma posizione su di lui era perché l’opposizione di Berlusconi era ideologica. La destra non era contraria a Orlando, semplicemente era contraria a l’Italia dei Valori. Quindi, per noi, la candidatura di Orlando era di principio: quello era il nome scelto della minoranza, che per prassi sceglie il presidente».
    E la soluzione finale?
    «Abbiamo fatto bene a tenere fino alla fine. Dopo il caso Villari, io personalmente ho chiamato Veltroni e gli dato la delega sulla scelta del prossimo nome».
    Ma Villari è del Pd?
    «Eletto però con i voti della maggioranza. È il solito modo di Berlusconi. L’ho già detto e lo ripeto anche qui: Berlusconi è un “corruttore politico”. Non solo, stavolta ha anche mentito dicendo di non aver contattato Orlando. Prima di trovare Villari compiacente, ha cercato di corrompere anche Leoluca Orlando, facendolo avvicinare non da uno qualsiasi, ma da Schifani. Il messaggio era chiaro: elezione in cambio di protezione, come aveva già fatto con Petruccioli. Ora però dice che non è vero. È una cosa che fa da sempre, addirittura dal 1994. Ricordate il caso di Grillo e Cusumano, quando la loro astensione fu determinante per il voto di fiducia al primo governo Berlusconi. Subito dopo Luigi Grillo divenne membro del comitato di presidenza e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio».
    Ma la “transumanza” di Villari ci sarà?
    «È una questione interna al Pd. La “transumanza” c’è sempre stata, ma non è quello il problema: è che il diavolo tentatore è sempre lo stesso, è sempre lui, Berlusconi».
    Rientrerete in commissione di Vigilanza? E se no, sarete presenti nel CdA Rai?
    «No, non rientreremo. Per il CdA Rai non siamo stati contattati da nessuno, come sempre. Comunque, per noi l’idea è quella di ricorrere a professionalità interne alla Rai».
    Villari si dimetterà?
    «Non lo so: è una questione interna al Pd. In realtà, Veltroni ha subito tutta la vicenda: è una vittima. Io l’ho vissuto già con De Gregorio alla commissione Difesa nella precedente legislatura. Berlusconi è andato lì e ha fatto “’a moina” a Villari. Veltroni l’ha solo subita».
    Molti lettori si chiedono come mai IdV e Pd non si sono uniti subito dopo le elezioni?
    «Non ci siamo uniti perché sono cambiate le condizioni. Dopo le elezioni, noi e il Pd abbiamo preso strade diverse, come è normale che sia anche tra alleati. Quello che ha fatto Veltroni è apprezzabile e sarebbe stato encomiabile in un Paese civile. Del resto, lo abbiamo visto negli Usa, tra Obama e McCain si sono ringraziati a vicenda e hanno iniziato a collaborare da subito. Ma qui non siamo in un Paese civile, qui bisogna togliere il tumore. Ora il problema non è più neanche Berlusconi, sono i “berluschini”. Si sono infiltrati in tutti i livelli della società, come un virus. Il modello sta facendo scuola, si sta riproducendo dappertutto».
    Mi sembra che le posizioni politiche siano ora più vicine.
    «A quanto pare il “contadino” Di Pietro aveva ragione: ora non sono più solo io che parlo di regime in Italia».
    Ieri l’associazione nazionale dei magistrati ha chiesto l’intervento dell’Onu per i continui attacchi di Berlusconi alla democrazia.
    «È segno che il modello si sta affermando. È così in tutti i settori. Per la Giustizia, l’esempio eclatante è la vicenda delle indagini del magistrato Boccassini su Squillante. Gli attacchi contro di lei si sono fatti quotidiani e a distanza di anni, in internet, si possono leggere ancora molti messaggi contro di lei: segno che la comunicazione distorta ha vinto. Berlusconi attacca la Giustizia su tre fronti: delegittimando il ruolo dei magistrati, facendo leggi che abbreviano i termini del giudizio e riducendo tutti i fondi alla Giustizia. È questo il cammino verso il regfime e succede in ogni ambito».
    Contro di te non ha forza, però.
    «Certo, Berlusconi non può far molto, a parte calunniare e mentire, contro chi agisce secondo le regole. Non mi querela perché quando dico qualcosa contro di lui ho sempre le prove. Spero mi quereli per diffamazione. Ma non lo farà».
    L’accusano di attaccare Berlusconi, ma di fare le stesse proposte, come nel caso della “messa in prova”. È vero?
    «È esattamente il contrario! Sono loro che copiano e anche male. L’Italia dei Valori proponeva al Senato la sospensione del processo con messa alla prova per i reati fino a 3 anni. Il governo ha copiato l’idea, ma ci ha aggiunto un anno di reati, proprio per quei casi che fanno comodo a loro, dalla corruzione alla bancarotta fraudolenta: questo è il vero colpo di spugna. Del resto, fanno sempre così: la Cirielli è divenuta la ex Cirielli, e così via. Prendono un contenitore e lo usano per quel che gli fa più comodo: prendono la bottiglia d’acqua e ci mettono il veleno».
    Molti lettori le chiedono consigli “professioniali” sulle frasi immorali di Brunetta contro gli statali e Cossiga contro gli studenti. Sono perseguibili penalmente?
    «In un Paese civile sarebbero passibili di reato, come tutti quelli colpevoli di diffamazione. In Italia, l’anomalia li porta ad essere immuni e intoccabili».
    Altri lettori ci chiedono, se passato Berlusconi, rimarrà il suo partito, che è l’insegna dell’antiberlusconismo. È così?
    «L’antiberlusconismo è un falso problema. Noi lo siamo perché è lui l’anomalia. Ci accusano di occuparci solo di Giustizia, ma è lui che si occupa troppo di Giustizia, è lui che ha fatto il lodo Alfano, il lodo Consolo, la Salvapremier. Noi cerchiamo soltanto, come diceva tanto tempo fa, quando lavoravo a Milano, il mio vecchio maresciallo, Nicotra: “Bisogna infrenare il fenomeno!”. Cerchiamo solo di contenere il male».
    Le alleanze future? Casini? Ferrero?
    «Su Casini non posso dir nulla. Non so che posizioni abbia sulle cose: nelle votazioni si astiene sempre. Per quanto riguarda Ferrero, la questione è delicata. L’IdV non ha mai voluto assumere posizioni ideologiche. Siamo dei moderati nel nostro programma, ma ci riconosciamo negli ideali del centrosinistra. Con Ferrero, quando era in Aula, abbiamo avuto posizioni diverse. Ma è una persona preparata e seria, anzi serissima. Con lui ho sempre lavorato bene».
    Quindi, dialogherete con la Sinistra extraparlamentare?
    «Veramente lo stiamo già facendo: le firme contro il lodo Alfano le stiamo raccogliendo insieme. In Abruzzo, stiamo lavorando con loro e andremo insieme alle elezioni. Voglio dire, con chi dovremmo dialogare, con Berlusconi? Sono loro i nostri naturali interlocutori. Con loro cerchiamo un dialogo, ad esempio sulla Giustizia sociale: il governo, con Tremonti, ha annunciato il condono edilizio. Ma i condonati neanche pagheranno: sono più di 6 milioni di euro. È la stessa cifra che lo Stato vuole tagliare alla scuola. Quindi, tolgono ai poveri, i più bisognosi di istruzione, per dare ai ricchi, i condonati che i soldi ce li hanno già».
    L’Idv è la scuola pubblica?
    «Noi siamo dell’idea che in un momento in cui non ci sono i fondi per la scuola pubblica, non si possono dare aiuti alla scuola privata, senza parlare dei tagli. Ma in alcuni settori dell’istruzione, siamo favorevoli al un cambiamento:; è il caso dell’università, che andrebbe riformata per tutte quelle questioni arcinote che vanno dalle baronie agli sprechi».
    Ultima domanda: le prossime elezioni in Abruzzo, che avevamo appena accennato.
    «In Abruzzo, l’impegno è notevole. Purtroppo, il governo regionale è caduto per delle questioni serie: corruzione. C’era chi voleva arrendersi al voto, andare in ordine sparso. Noi siamo partiti da sondaggi che davano il centrosinistra a meno 22%. Io faccio 4 o 5 comizi al giorno e ho costruito personalmente una coalizione che riunisce tutto l’intero centrosinistra. Ora ci presentiamo tutti insieme da Rifondazione a noi, e soprattutto con un curriculum personale che non ha alcun carico pendente».

    Fonte: l'Unità - Roberto Arduini | vai alla pagina
    Argomenti: giustizia, usa, Berlusconi, di pietro, scuola, onu, ricchi e poveri, regione abruzzo, Rai, Idv, Rifondazione, ANM, commissione di vigilanza, Cossiga | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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