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Dichiarazione di Gaetano Quagliariello

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

Parlamento garante, Esecutivo guida

  • (27 novembre 2008) - fonte: Il Sole 24 Ore - Gaetano Quagliariello - inserita il 27 novembre 2008 da 31

    Con l’avvio della discussione nella Giunta per il Regolamento del Senato, il tema delle modifiche da imprimere al funzionamento delle nostre istituzioni parlamentari per modernizzarle e consolidare la svolta maggioritaria determinata dal voto di aprile è entrato nel vivo.

    La novità non è forse di quelle che tolgono il sonno ai cittadini o monopolizzano il dibattito pubblico. Nondimeno, l’aver intrapreso finalmente un percorso concreto sulla base delle proposte di maggioranza e opposizione - che per buona parte convergono - è un dato di grande importanza. Il carattere incompiuto della transizione verso la seconda Repubblica, infatti, dipende in misura significativa anche dal fatto che al mutato assetto istituzionale non sia seguito un adeguamento dei regolamenti parlamentari, che nonostante alcune modifiche hanno conservato l’impianto dei ‘71; per lungo tempo architrave del consociativismo. Le regole vigenti traducono in prassi istituzionale quotidiana un modello di democrazia assemblearista in cui il Governo, lungi dall’assumere la funzione propria di una democrazia decidente - di "comitato direttivo della maggioranza" (secondo la felice formula di Leopoldo Elia) è relegato al ruolo di "comitato esecutivo del Parlamento".

    La nostra proposta di riforma mira a rendere assai più fluido e coerente il procedimento legislativo, rafforzando la funzione di guida dell’Esecutivo ed esaltando la funzione di garanzia del Parlamento, attraverso la possibilità per il Governo di indicare una quota del calendario d’Aula e vedersi garantita in tempi certi l’approvazione dei disegni di legge considerati prioritari per l’attuazione del programma, il rafforzamento delle prerogative dell’opposizione e del Governo ombra; la modifica dei criteri di formazione dei gruppi. La centralità del Parlamento, insomma, non deve significare una mortificazione del ruolo dell’Esecutivo. A maggior ragione adesso che la nostra democrazia si è finalmente indirizzata verso i modelli istituzionali propri dei principali Paesi europei.

    In questa prospettiva, la denuncia lanciata su queste colonne dall’onorevole Pierluigi Castagnetti (si veda Il Sole 24 ore de115 novembre) appare tanto infondata quanto intempestiva.

    Infondata perché non è affatto vero che la proposta del Pdl determinerebbe uno stravolgimento del ruolo del Parlamento riducendolo a mera camera di registrazione delle determinazioni del Governo. t vero il contrario: per la prima volta viene previsto uno statuto dell’opposizione, che vedrebbe valorizzata la sua insostituibile funzione democratica in luogo del ruolo di mera interdizione ostruzionistica al quale è oggi confinata. Allo stesso tempo, l’attribuzione al Governo di alcune precise prerogative nell’organizzazione dei lavori delle Camere renderebbe più efficiente l’esercizio delle funzioni parlamentari, chiarendo a chi debbano essere imputate le decisioni nell’ambito del procedimento legislativo, e restituendo al Parlamento la propria responsabilità istituzionale e la concreta possibilità di respingere in modo trasparente le proposte dell’Esecutivo. Sintomatica, del resto, mi pare una curiosa contraddizione nella quale incorre l’on. Castagnetti laddove afferma che le proposte di riforma dei regolamenti avanzate dal Pdl sarebbero sostanzialmente inutili: non è chiaro come proposte sostanzialmente inutili possano essere al tempo stesso assai pericolose!

    Ma la sua denuncia è anche intempestiva, poiché è giunta alla vigilia dell’avvio dei lavori della Giunta, dove - con buona pace di Castagnetti si è registrato un proficuo confronto con i senatori dell’opposizione. Del resto non avrebbe potuto essere altrimenti: le proposte del Pdl, infatti, coincidono in buona parte con quelle presentate da autorevoli colleghi del Pd, e annunciate in pompa magna da Walter Veltroni in campagna elettorale.

    La riforma dei regolamenti è una riforma di sistema, dalla quale tutti i protagonisti della vita istituzionale avrebbero da guadagnare. Per questo auspichiamo che sia condivisa; che, dunque, non prevalgano furbizie meramente tattiche e di breve periodo. In caso contrario, significherebbe che lo spirito riformista ché nei giorni scorsi Veltroni è tornato a rivendicare è divenuto ormai uno slogan vuoto, buono solo per i titoli dei giornali.

    Fonte: Il Sole 24 Ore - Gaetano Quagliariello | vai alla pagina

    Argomenti: parlamento, governo, riforme istituzionali, senato | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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