Ti trovi in Home  » Politici  » Angela NAPOLI  » “Meritavo un incarico di Governo, invece nulla” - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Angela NAPOLI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) 


 

“Meritavo un incarico di Governo, invece nulla” - INTERVISTA

  • (02 dicembre 2008) - fonte: L'Opinione - Traiano Bertollini - inserita il 02 dicembre 2008 da 31

    Le inchieste che in questi anni hanno riguardato le connessioni esistenti tra imprenditoria, criminalità e politica in Calabria, stanno delineando un quadro allarmante circa la capacità dello Stato di assicurare la legalità sul territorio. Angela Napoli, deputata calabrese del Pdl e componente della commissione antimafia, da sempre impegnata in prima linea nella lotta al malaffare nella sua regione, non perde occasione in ogni suo intervento od iniziativa, per evidenziare “il trasversalismo di certe logiche affaristiche basate sull’illegalità che stanno espandendosi a macchia d’olio in Calabria”.
    Onorevole Napoli quale idea si è fatta della gestione politica nella sua regione?
    Lo scenario attuale e la materia delle inchieste in corso confermano la validità degli allarmi che ho lanciato a più riprese in merito al connubio esistente in Calabria tra mondo criminale, in particolare ’ndangheta, mondo politico ed imprenditoriale. Non dobbiamo sottovalutare nel contempo anche l’importanza della massoneria deviata, che ha contribuito a confondere e ad insabbiare le attività illegali esistenti nella regione, rendendo difficile l’attività investigativa e il normale corso delle inchieste della magistratura.
    Perché fa riferimento alla massoneria deviata?
    La massoneria deviata è al vertice assoluto in Calabria. E’ ormai comprovato che uomini delle principali cosche della ’ndrangheta, ripuliti ed in possesso di un titolo di studio, i cosiddetti colletti bianchi, si sono infiltrati nella massoneria e le inchieste, come “Why not”, seppur frammentate in diversi filoni ed in diverse procure, stanno facendo emergere un sistema di collusioni e di malaffare, che è alla base del mancato sviluppo della regione.
    Rimaniamo sull’inchiesta “Why not” per parlare dell’operato del magistrato Luigi De Magistris e del suo allontanamento dal pool. Si fa sempre il suo nome, ma sono ormai quattro i magistrati che a vario titolo hanno abbandonato determinate indagini. Non è preoccupante?
    Partiamo dal magistrato Pierpaolo Bruni per il quale provo grande stima e che a Crotone sta portando avanti inchieste di grande rilevanza in merito allo smaltimento di rifiuti tossici. In contemporanea con “Why not” l’operazione Perseus ha portato alla luce il legame tra imprenditoria e malaffare e nonostante i risultati evidenti, l’aver visto spezzettare l’inchiesta l’ha spinto all’abbandono. La cosa mi ha lasciato francamente perplessa e tornando a De Magistris prendo atto delle motivazioni addotte dal Csm, ma la coincidenza legittima l’insorgere dei dubbi.
    Dubbi sull’operato del Csm?
    Le motivazioni che hanno spinto il Csm ad allontanare Luigi De Magistris dal pool sono state votate all’unanimità e quindi non posso dubitare della validità di quanto deciso, certo è che c’è stata una coincidenza della quale prendo atto. Una coincidenza che viene coniugata con l’abbandono degli altri magistrati e che fa aumentare le perplessità. Per quanto difficili siano queste inchieste ho l’impressione che per un verso e per l’altro in Calabria le inchieste soffrano di intollerabili lungaggini, che di fatto inficiano ed annullano la bontà del lavoro svolto.
    Scusi se insisto, ma il trasferimento di De Magistris, di fatto, ha contribuito ad allungare i tempi, già troppo lunghi delle inchieste.
    Purtroppo sì. Non si viene a capo di questa inchiesta e temo che in più di un’occasione le rivalità esistenti all’interno della stessa magistratura abbiano inciso pesantemente sull’applicazione della giustizia a Catanzaro.
    Passiamo alla politica. Il consigliere regionale de La Destra Limido l’accusa di essere rimasta in silenzio quando ultimamente si è presentata l’occasione di prendere le distanze da certi coinvolgimenti del centrodestra e del centrosinistra in attività illegali, così come gli ultimi sviluppi di “Why not” tendono a dimostrare.
    Il neo consigliere Limido ha militato fino a poco tempo fa in Alleanza Nazionale, uno dei partiti che ora accusa. Inoltre penso che farebbe bene a prestare la sua attenzione all’evolversi dell’operazione Perseus di Crotone, dalla quale sta emergendo il coinvolgimento di personaggi ora legati a La Destra. An aveva quattro consiglieri regionali, due dei quali sono passati al partito di Storace. Uno è Limido e l’altro è Pasquale Senatore, ex sindaco di Crotone, indagato, così come Morelli, consigliere di An e collega di partito di Sarra, che anche lui mi risulta avere qualche vicenda giudiziaria a Reggio Calabria.
    Un quadro desolante della destra e di An in Calabria. E’ per questo che ha lasciato An?
    Ho lasciato An per due motivi: il primo perchè è vero che solo grazie a Fini mi è stata data la possibilità di sedere in Parlamento per la quinta legislatura, ma l’occasione penso comunque di essermi guadagnata; così come ritenevo di poter ottenere incarichi di governo, che invece non mi sono stati offerti. Il secondo motivo è che non mi convincono le modalità con le quali An sta approdando nel Pdl e sono sinceramente preoccupata circa la possibilità di mantenere il contatto con la nostra base.
    Nel primo caso non rischia di indulgere nel personalismo?
    Vivo da cinque anni sotto scorta a fronte delle mia lotta alla criminalità e pensavo che fosse venuto il bisogno di riconoscere il mio lavoro, affidandomi la vicepresidenza della commissione antimafia, incarico che pure è andato ad An. La scelta è caduta sull’onorevole Granata, giovane validissimo, ma alla prima legislatura.
    Perché non si è scelto di dare merito all’anzianità di servizio?
    Nella mia attività non ho mai guardato all’appartenenza e può darsi che avendo calpestato i piedi a qualcuno, ciò abbia inciso.
    La nomina di Pisanu a presidente della commissione antimafia la trova concorde?
    Sì, l’ho votato con sincero apprezzamento. La sua esperienza e la sua serietà, dimostrate anche in qualità di ministro dell’Interno, sarà di grande supporto all’operato della commissione.

    Fonte: L'Opinione - Traiano Bertollini | vai alla pagina
    Argomenti: centrodestra, centrosinistra, calabria, pdl, magistrati, la destra, inchieste, criminalità organizzata, Corruzione dei politici della II repubblica, Csm, commissione antimafia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato