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Dichiarazione di Nicodemo Nazzareno OLIVERIO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Nord? Il Pd è nazionale

  • (04 dicembre 2008) - fonte: Europa - Nicodemo Oliverio - inserita il 05 dicembre 2008 da 31

    Sulla periodica questione del Pd del Nord qualche riflessione merita di essere fatta.
    La prima, in assoluto, è che va affrontata e risolta, così da evitare di trovarcela rilanciata di nuovo tra qualche settimana o tra qualche mese, magari in un altro momento caratterizzato, come ora, da una qualche difficoltà del Partito democratico.
    A questo proposito mi aspetto una parola chiara dalla direzione convocata il 19 dicembre prossimo. Chiara e definitiva. Che impegni l’intero gruppo dirigente sia dal punto di vista del “che cosa” sia da quello del “come”. Mi spiego. Occorre che emerga con nettezza, una volta per tutte, “che cosa” si intende con questa formula per la verità alquanto oscura se non proprio deleteria. Una volta stabilito questo, allora si decida il “come” corrispondere a una questione che non trova, occorre sottolinearlo, il consenso della totalità del gruppo dirigente settentrionale del partito. È necessaria, in quell’occasione, un’operazione di chiarezza, perché la serietà di un partito si dimostra anche quando tesi e proposte vengono sostenute, discusse e sottoposte al vaglio democratico degli organismi.
    La seconda riflessione riguarda la funzione nazionale dei partiti e, per quello che ci riguarda, del Partito democratico. Se rinunciamo a questa “conditio sine qua non” allora stiamo lavorando a un’altra cosa, una cosa diversa da quella per cui abbiamo chiuso la Margherita e i Ds, ed è bene che si sappia presto. Nel dna di tantissimi di noi che abbiamo concorso a far nascere il Pd c’è questa idea della funzione nazionale dei partiti: essi innervano la democrazia anche grazie a questa dimensione che non è solo un fatto geografico ma culturale e civile oggi tanto più necessaria perché alle prese con una condizione di debolezza degli Stati nazionali rispetto alla forza della globalizzazione dell’economia e, per quanto ci riguarda più da vicino, con una prossima riforma in chiave federalista a cui occorre lavorare con grande cautela e straordinario equilibrio. La terza riflessione ha a che vedere con una patologia dei partiti politici, il loro sganciamento da un salutare rapporto con il territorio. E allora se di questo si tratta, se dietro l’ambigua formula di “partito del Nord” si cela l’esigenza di una ri-territorializzazione del partito, allora c’è da essere d’accordo e da lavorare con determinazione e concretezza. La strada giusta la indica Giorgio Merlo, quando auspica il rafforzamento del Pd “al” Nord senza dar vita a un partito “del” Nord. Si tratta, in buona sostanza, di un problema che riguarda il Nord, il Centro e il Sud. Riguarda le aree metropolitane come le periferie. Le grandi città e quelle medie. Ed è un problema che va affrontato non solo e non tanto in chiave organizzativa ma culturale.
    Certo, il tempo delle sezioni in ogni quartiere è superato. Ma qual è la strada per recuperare l’aggancio con le persone e con la comunità che esprime quella classe dirigente locale e nazionale? Che tipo di partito vogliamo? E ancora: pensiamo che la politica si esaurisca nel rapporto tra parlamento e governo a Roma o che essa si costruisca nei comuni, nei municipi delle grandi città, nelle province, nelle regioni e, insomma, in tutte quelle realtà dove si decide della vita della comunità? Non sono domande retoriche. Sono interrogativi reali che ci interpellano tanto più in quanto siamo, noi del Partito democratico, nella fase nascente del partito, lo stiamo ancora costruendo, possiamo delinearne i tratti e le caratteristiche: tra qualche mese, tra un anno o due, quando la sua fisionomia avrà acquistato aspetti di definitività l’opera di cambiamento potrebbe risultare impossibile. Mi aspetto dunque in questi giorni una discussione franca e serena, costruttiva e capace di guardare alla prospettiva. Se c’è da mettere mano lo si faccia presto. Senza mai considerare in secondo piano la funzione nazionale del partito perché, in quel caso, si tratterebbe di un tradimento del “patto” fondativo del Pd, nato per guardare con lo stesso interesse ai problemi del Nord, del Centro e del Sud.

    Fonte: Europa - Nicodemo Oliverio | vai alla pagina
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