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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

«Da gennaio sarò presidente del G8. E mi farò promotore di una regolamentazione della rete».

  • (04 dicembre 2008) - fonte: Liberazione - Stefano Bocconetti - inserita il 05 dicembre 2008 da 31

    Un annuncio che suona come una minaccia. Molto perché a formularlo è lui, Berlusconi. Il premier dell'unico paese occidentale dove l'informatica non solo non cresce ma va indietro. Ma il sospetto verrebbe anche se a parlarne fossero altri, uno qualsiasi dei «potenti». Il tema è Internet. Ieri, Berlusconi ha tagliato il nastro di un nuovo servizio offerto dalle Poste. Nell'occasione, il premier ha regalato qualche frase fatta. Prima dell'annuncio: «Da gennaio sarò presidente del G8. E mi farò promotore di una regolamentazione della rete». Nuove leggi, insomma.

    Berlusconi ne parlerà al vertice dei «grandi», a La Maddalena, e non all'Onu. Perché il Palazzo di vetro è ormai diventata un'organizzazione «pletorica». Che cosa proporrà ? Su questo, il presidente non ha detto una virgola di più. Forse l'idea gli è venuta ieri, sul momento, forse la deve dettagliare. Comunque per ora non si sa nulla. C'è solo l'annuncio. Che appunto suona come una minaccia. Perché è lo stesso premier che 24 ore fa - non qualche anno fa col caso Biagi, ma l'altro ieri - ha proposto il licenziamento dei direttori dei due più importanti quotidiani perché poco graditi. Perché è alla testa di un governo che in meno di otto mesi, è riuscito a vietare tutto. Dalla possibilità di entrare in questo paese all'elemosina. Tutto vietato.
    La sua suona come una minaccia, dunque. Ma la verità è che quelle frasi sarebbero pericolose anche se a pronunciarle fossero altri. Perché il problema della rete non è nella mancanza di regole. E' nel fatto che non arriva dappertutto, perché costa troppo. E chi dovrebbe farlo, fa i conti solo con i bilanci. E' nel fatto che due terzi del mondo dispone del 95% delle connessioni. Quindi del 95% delle informazioni. Il problema della rete è che lo strumento più democratico di fruizione della cultura sta per essere soffocato dalle lobby del copyright.
    Le regole, allora. Le regole che ha in mente Berlusconi hanno poco a che fare con tutto questo. E di tutto la rete sente il bisogno meno che di nuove leggi. Che esistono già, e sono operative. La lotta alla pedofilia è condotta dal Canada al Sud Africa sulla base di norme esistenti, così come la lotta al terrorismo. E laddove non è arrivata la legge, la rete si è autogovernata. Per fare un esempio: tutti conoscono «wikipedia», l'enciclopedia on line fatta col contributo di milioni di utenti. Bene, «wikipedia» si è data norme quasi ferree, che impediscono, o attenuano, gli abusi. No, Berlusconi pensa ad altro. E infatti dice che Internet è «un forum mondiale che va regolamentato». Che va controllato. In questo, rivelando molte analogie col centrosinistra. Visto che in Italia la proposta più liberticida di «regolamentazione» dei blog - cioè dei luoghi dove si esprime il massimo di libertà d'opinione - porta la firma dell'ex sottosegretario del governo Prodi, Levi.

    La rete va imbavagliata, ancora. Come ha fatto il suo amico Sarkozy che ha deciso di espellere dalla rete chi è sospettato di scaricare file protetti dal copyright. Come vorrebbe fare l'Europa dove il consiglio dei ministri ha varato una proposta che - se approvata - consentirebbe alle polizie di introdurre virus nei pc in modo da poterli spiare. Come ha fatto l'America di Bush che, dopo l'11 settembre, s'è arrogata il diritto di violare qualsiasi privacy. Sì, l'America di Bush.

    Quella di Obama non si sa ancora ma in ogni caso la sua prima mossa è in controtendenza. E' di ieri l'annuncio che tutto ciò che era leggibile, ascoltabile, visibile sul sito del neo presidente sarà disponibile sotto licenza «creative commons». Basterà citare la fonte e chiunque potrà prendere quel che vuole, rielaborarlo, assemblarlo, smontarlo. Non ci sarà copyright.
    Nel suo piccolo Obama comincia a disegnare una rete libera. Per realizzarla, però, dovrà fare i conti con Berlusconi e gli altri. A cominciare dal prossimo vertice. Economico.

    Fonte: Liberazione - Stefano Bocconetti | vai alla pagina

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