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Dichiarazione di Alessandro MAGGIONI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) 


 

«Cacciari doveva chiedere lo stato di calamità»

  • (05 dicembre 2008) - fonte: Il Gazzettino - Venezia-Mestre - Al.Va. - inserita il 05 dicembre 2008 da 31

    Il Partito democratico sconfessa la linea del primo cittadino. Il segretario Maggioni: «I cittadini sono stanchi»

    «Si doveva e si deve chiedere lo stato di calamità. Questa è la mia posizione ed è la posizione del Partito democratico». Alessandro Maggioni, segretario comunale del Pd, non teme bacchettate. È pure consigliere comunale, ma non si comporta da "soldatino". E, a costo di "isolare" il sindaco, ribadisce che l'acqua alta di lunedì è stata «un evento eccezionale» e che per questo il Comune e lo stesso Massimo Cacciari devono chiedere lo stato di crisi. Anche se a Roma non ci sono soldi? Maggioni si infervora: «Sapete cosa mi ha detto uno dei tanti veneziani colpiti dall'acqua alta? Che sono passati 44 anni dall'"acqua granda" e che non è cambiato niente.
    Alla gente che ancora sta svuotando i magazzini e contando i danni non possiamo rispondere sventolando la bandiera che tanto Roma non ha fondi e quindi è inutile chiedere soldi: i soldi vanno chiesti, i risarcimenti devono essere dati. Non possiamo dire che non è successo niente. È vero, non ci sono stati morti, ma dobbiamo aspettare il morto per muoverci?». Il segretario del Pd si era scontrato con il sindaco già lunedì in consiglio comunale a Mestre: «Cacciari aveva detto che il Mose non sarebbe servito che una volta ogni 23 anni e io ho detto che non è vero: negli ultimi 18 anni si sarebbe alzato 75 volte per una marea di 110 centimetri. Io sono sempre stato favorevole al Mose, adesso dico che lo stato di calamità va chiesto». Maggioni non arriva a condividere l'attacco di Valter Vanni: «Non mi pare che l'amministrazione sia arrivata al capolinea, questa giunta sta facendo molte cose buone, forse su questo tema ha bisogno di registrarsi un attimo all'interno».

    A dare ragione a Vanni è Andrea Causin, consigliere regionale del Pd che l'altro giorno, al Ferro Fini, si è fatto pure regalare una maglietta con la scritta "Sì Mose" dal centrodestra: «Io se fossi stato il sindaco di Venezia avrei chiesto lo stato di calamità e mi sarei battuto per poter risarcire i danni ai privati e alle attività economiche. L'avrei fatto non per trovare consenso al Pd, ma perché un sindaco deve pensare a tutti i suoi cittadini».


    Stupita Marta Meo, giovane coordinatrice del circolo del Pd di San Polo: «Devo dire che altre volte Cacciari si è messo in prima linea, ho immagini di lui primo tra i cittadini a difendere la città. Stavolta è stato un po' ingeneroso, mi sarei aspettato di trovarlo il giorno dopo in giro per le calli a vedere i veneziani che continuavano a pulire i magazzini». E lo stato di calamità? «Non so come funzioni tecnicamente - dice Marta Meo - ma visto che questo è un problema ambientale e che il governo Berlusconi non sta dimostrando nessuna sensibilità, io farei sentire eccome la voce della città: i soldi si chiedono e si strachiedono».

    Non entra nella polemica tra Galan e Cacciari il deputato Andrea Martella, ministro alle Infrastrutture del governo ombra del Pd: «Di fronte a un evento di questa portata con i danni che ha causato credo sia poco interessante, inutile e stucchevole la polemica Galan-Cacciari». Ma il sindaco doveva o no chiedere lo stato di calamità? «Spetta al sindaco, nelle sue prerogative e competenze, decidere. Certo, Cacciari, con disincantato realismo, dice una cosa vera: il Governo non ha soldi. Ma la battaglia va fatta e noi lo faremo con gli emendamenti al decreto sulla crisi economica».

    Le categorie economiche non si formalizzano: basta che arrivino i risarcimenti. «Stato di crisi, calamità, emergenza, la forma ha poca importanza - dice Ernesto Pancin, segretario dell'Aepe - Le nostre categorie hanno subito danni e noi chiediamo aiuto alle amministrazioni a tutti i livelli». Franco Maschietto, presidente degli albergatori, difende il Comune, ma pure la Regione: «Condivido la scelta del sindaco di non chiedere lo stato di calamità, visto che non c'è stata una catastrofe. Poi si sa come finiscono queste richieste, in una bolla di sapone». Ma sulle polemiche con la Regione, invoca una tregua: «Il Comune dovrebbe andare a braccetto con la Regione. Questo atteggiamento non paga. Ad esempio, dovremmo sponsorizzare il ministro Brunetta, non demonizzarlo. Sono occasioni da sfruttare. Così come avremmo dovuto fare con De Michelis ai tempi dell'expo».

    Decisamente pro Cacciari è Gianni De Checchi, segretario della Confartigianato: «Il sindaco non doveva chiedere lo stato di calamità perché avrebbe complicato le cose anziché semplificarle. Secondo me non c'erano i presupposti giuridici. Chiedere lo stato di calamità sarebbe stato un pannicello caldo e ipocrita di cui il sindaco Cacciari, che ha notoriamente molti difetti, evidentemente non è capace».

    Giovanni Giusto, presidente delle remiere, chiede che i veneziani non vengano ignorati: «Siamo come i pugili che dopo la terza ripresa non sentono più il male, la nostra è una lotta di sopravvivenza e chi resiste in città dovrebbe essere sostenuto». E Roberto Busetto, presidente Associazione regatanti, rinnova l'invito per la richiesta dello stato di calamità: «Cacciari è ancora in tempo, spero lo faccia».

    Fonte: Il Gazzettino - Venezia-Mestre - Al.Va. | vai alla pagina

    Argomenti: malapolitica, turismo, soldi pubblici, sindaco, commercio, venezia, comune venezia mestre, emergenza casa, governo ombra, parlamentari, consigliere regionale, consigliere comunale, Mose, attività produttive, emergenze, crisi economica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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