Ti trovi in Home  » Politici  » Giovanni GALLO  » Crisi economica e bilancio della Regione

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Giovanni GALLO

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: L' Ulivo) 


 

Crisi economica e bilancio della Regione

  • (06 dicembre 2008) - fonte: web site - Pd Veneto - inserita il 08 dicembre 2008 da 31

    Ormai è assodato: l’Italia sta vivendo una delle più gravi crisi economiche della sua storia. Un Paese entrato in una fase drammatica di recessione che di certo non si esaurirà nel 2009. Tutti elementi che fanno ritenere come la situazione debba essere affrontata mettendo in campo misure adeguate non solo a livello nazionale, ma anche su scala regionale, con interventi che vadano oltre l'ordinarietà.

    È chiaro che il prossimo Bilancio della nostra Regione deve assolutamente tener conto di questi imperativi.
    Ma le premesse sono tutt’altro che rosee, visto che, in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio straordinario sulla crisi economica, il centrodestra ha proposto una mozione che non presenta alcuna innovazione rispetto ad una situazione che si sta fortemente deteriorando e che vede le parti sociali, sia sul versante della produzione come quella del lavoro, chiedere alla Regione massicce contromisure.

    Un atteggiamento superficiale rispetto all’emergenza in atto che fa il paio con quello del governo Berlusconi, tanto sordo alle forti richieste di detassare le tredicesime, quanto pronto nell’introdurre la poco seria social card, strumento propagandistico che, è bene ricordarlo, verrà pagato da tutti i cittadini attraverso il taglio di 600 milioni di euro, tra 2009 e 2010, al fondo sociale e di altri 700 milioni nel 2010 al fondo nazionale per il fondo sociale.

    Così facendo si priva una serie di servizi indispensabili per i Comuni e per le fasce più deboli della popolazione di risorse straordinariamente importanti.
    Il tutto, in nome di un’agevolazione di cui beneficerà solo una fascia di reddito estremamente limitata, mentre è di buon senso ritenere che bisognerebbe intervenire perlomeno per le fasce che arrivano fino a 30.000 euro.

    E intanto l’onda lunga della crisi avanza inarrestabile. Anche nel Veneto, dove il tessuto medio delle imprese, per quasi il 95% del totale, non arriva ai 15 dipendenti. Dato a dir poco allarmante perché per questa tipologia di imprese l’unico ‘salvagente’ previsto (a differenza delle aziende con più di 15 dipendenti dove viene garantita la cassa integrazione) è l'indennità di disoccupazione, che ha una durata massima che va dai 6 agli 8 mesi: dopodiché quei lavoratori sono lasciati a se stessi. A questo si aggiunge la vasta schiera dei precari: le organizzazioni sindacali indicano in 400.000 il numeri di lavoratori veneti che si trovano in questa condizione che rischiano di perdere il posto di lavoro nell'arco del prossimo mese o giù di lì.
    Nella mozione presentata come gruppo consiliare del Partito Democratico, chiediamo che la Regione Veneto intervenga nei confronti del governo perché allarghi la copertura degli ammortizzatori sociali a questa platea di lavoratori.

    Occorre al contempo pensare ad un piano di formazione per i lavoratori che sono oggi espulsi dal processo produttivo, con l’obiettivo irrinunciabile della loro ricollocazione.

    Ovviamente ciò lo si fa avendo chiaro dove si vuole investire. Alcune significative indicazioni sono venute, in fase di audizione sul bilancio regionale, dalle associazioni imprenditoriali. Confartigianato, ad esempio, denuncia la scarsità di risorse che verranno investite nella ricerca: appena 5 milioni per il 2009 (frutto tuttavia di una dote che viene del 2007 e del 2008) e lo zero assoluto previsto per il 2010 e il 2011.
    Per non parlare dei distretti produttivi, lasciati totalmente a secco di finanziamenti, fatto che rende inutile lo sforzo che stanno facendo gli imprenditori per aggregarsi. Infine Confartigianato invoca gli investimenti sul fronte del risparmio energetico e delle fonti alternative.
    Grida d’allarme che, in vista della discussione e dell’approvazione del bilancio, non possono rimanere inascoltate.

    Altro nodo cruciale, quello dell’accesso al credito da parte delle imprese del Veneto. In linea con quanto la CNA del Veneto ha più volte sollecitato, il PD ha presentato la proposta di destinare 50 milioni di euro per i Confidi, consapevoli delle enormi difficoltà attraversate dalle imprese nell’ottenere prestiti bancari.
    C’è poi il versante che riguarda direttamente i cittadini veneti.
    La nostra mozione propone una forte riduzione della tassazione regionale, prevedendo l'innalzamento dell'esenzione dal pagamento dell'addizionale Irpef ad un livello più alto di quello attuale, portandolo a 35.000 euro.
    Inoltre chiediamo il blocco delle tariffe sui servizi, che nel Veneto (vedi i pedaggi per il Passante di Mestre e il costo dei biglietti ferroviari) aumentano in maniera rilevantissima proprio nel momento in cui il governo nazionale ne promette il congelamento.

    Contraddizioni devastanti di un centrodestra in stato confusionale, colte peraltro, e denunciate davanti alla platea degli industriali del Veneto, anche dallo stesso presidente Galan, che si dichiara arrabbiatissimo con il ‘governo amico’ per i tagli pesantissimi che aggravano anche le risorse su cui può far conto questa Regione.

    Al tempo stesso il presidente degli industriali del Veneto, Andrea Riello, dice che quello che il centrodestra sta portando avanti ‘non è un federalismo che serve a noi perché la svolta sembra ruotare solo attorno al passaggio del criterio della spesa storica a quello dei costi standard: ma se al sud non sono in grado nemmeno di rispettare i limiti dei costi storici perché dovrebbero rispettare i costi standard? O c’è una decisione che assegni soldi veri alle Regioni virtuose che si comportano in modo serio, oppure questa rischia di essere una bufala che viene venduta per chi ci crede’.

    Mi sembra ce ne sia abbastanza per capire che, oltre alla crisi economica, a remare contro il Veneto e i veneti c’è pure il governo. Sono insomma due, in questo momento, i nemici dichiarati delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori di questa regione.

    Per uscire da questa morsa servono i fatti.
    In questo senso la strada indicata dal PD è fatta di proposte praticabili, che sono già state valutate, e tra l'altro approvate, in Regioni a noi vicine. E lavoreremo fino all’ultimo perché, in sede di approvazione del bilancio, queste possano far breccia anche nel Veneto, interrompendo così un ciclo economico e di malgoverno che ha già messo in ginocchio il nostro territorio.

    Fonte: web site - Pd Veneto | vai alla pagina

    Argomenti: tagli, fondi pubblici, sud, veneto, artigianato, banche, regione veneto, industria, servizi pubblici, consigliere regionale, Governo Berlusconi IV, recessione, crisi economica, prestiti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato