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Dichiarazione di Paolo FERRERO
Thyssen, la memoria come impegno
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(06 dicembre 2008) - fonte: Liberazione - Paolo Ferrero - inserita il 07 dicembre 2008 da 31
Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Antonio Santino, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.E' trascorso un anno da quando, nella notte del 6 dicembre, il rogo infernale divampato alla linea 5 della Thyssen Krupp di Torino ha falcidiato sette vite e distrutto sette famiglie, sottoposte per di più a lunghi giorni di terribile agonia.
Un anno dopo ricorre il tempo della commemorazione e della partecipazione al cordoglio. Ma anche quello dell'impegno civile e politico contro gli omicidi e gli incidenti sul lavoro: il solo modo per onorare sinceramente la memoria e il valore di quelle sette vite strappate al mondo e ai propri affetti, insieme a tutte le altre che ogni giorno sono vittime inermi della criminalità di un lavoro sempre più spogliato di dignità e rispetto.
La cinica contabilità dell'insicurezza sul lavoro conta quest'anno - e sino a ieri, ma si tratti di dati che subiscono un continuo, quotidiano e drammatico aggiornamento - 975 morti, 975.838 infortuni, 24.395 invalidi.
Ogni anno il lavoro uccide, mutila, ferisce più di tutta la criminalità organizzata messa assieme. Ogni anno, il "bollettino" delle vittime del lavoro è più duro di un bollettino di guerra: si tratta di una guerra cronica ma non combattuta, di una patologia sociale ma non contrastata.
La criminalità del lavoro colpisce, infatti, in modo sempre più indiscriminato, dalla manovalanza in nero - vittima principale e spoglia di qualunque tutela - a chi detiene responsabilità direttive, nella misura in cui la frenesia della produttività e l'ossessione del profitto spingono, ormai, a travalicare ogni gerarchia della produzione, ogni diritto, ogni barlume di rispetto e di umanità, sui luoghi di lavoro.
Nei giorni scorsi, dalla magistratura è giunto un segnale importante di rinnovato impegno dello Stato contro gli omicidi bianchi, impegno di cui si sentiva l’urgenza: il rinvio a giudizio disposto dal gup di Torino per i sei imputati e per l’azienda, tutti accusati della morte dei sette operai uccisi nel rogo alla Thyssen Krupp.
Un atto tanto più significativo in quanto è la prima volta che la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario (nei confronti dell’amministratore delegato del gruppo tedesco, Harald Espenhanh), così come è la prima volta che si arriva a un rinvio tanto delle persone fisiche che della società. Per contro, il governo - così alacremente impegnato a installare tornelli per controllare l’andirivieni degli impiegati - non è altrettanto risoluto nel contrastare il quotidiano bollettino di guerra dei morti sul lavoro, e medita anzi di depenalizzare nuovamente le responsabilità delle morti.
Occorre invece continuare ad affrontare e combattere con i fatti l’emergenza nazionale degli incidenti. A cominciare proprio dall’applicazione del Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro varato nella scorsa legislatura, dall’applicazione delle sanzioni e degli interventi nei confronti delle aziende.
E a cominciare dai luoghi stessi di lavoro attraverso l’assunzione della coscienza del rischio e la battaglia politica da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, delle Rsu, delle Rls, del sindacato.
Mi trovo nell’impossibilità concreta di partecipare alla manifestazione organizzata oggi a Torino dai familiari delle vittime e dal comitato nato in loro nome, ma mi sento e sono vicino con il cuore e con tutto il mio impegno politico al fianco di quegli operai e delle loro famiglie e, naturalmente, al comitato di lotta nato in loro nome.
Mi auguro che la manifestazione di oggi a Torino come lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 12 dicembre possano costituire due passaggi importanti e decisivi per dare dignità al lavoro e costruire un’economia stabile, pulita, sicura.
Fonte: Liberazione - Paolo Ferrero | vai alla pagina » Segnala errori / abusi