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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

«Caro Umberto, nessuno mi può chiedere di trattare con Veltroni»

  • (15 dicembre 2008) - fonte: Corriere della Sera - Paola Di Caro - inserita il 15 dicembre 2008 da 31

    Dietro le quinte i contatti con il capo leghista

    L`ha chiamato all`ora di pranzo, un attimo dopo aver appreso della sua ultima esternazione. «Vedi Umberto, tutto mi puoi e mi si può chiedere: di lasciare che Alfano da una parte e tu e Calderoli dall`altra cerchiate un`intesa con l`opposizione su giustizia e federalismo fiscale fino all`ultimo, che non si montino barricate su ogni articolo, che si facciano commissionì dì cui peraltro non vedo necessità. Ma nessuno mi può chiedere, come hai appena fatto tu, di "trattare" con Veltroni, di fare l`uomo del dialogo. Perché io, al tavolo con quel signore che non mi considera nemmeno degno di fare il premier, che insulta tutti i giorni non solo me ma la carica che rivesto e che non si libera da Di Pietro, io non ci parlo, non ci tratto, non mi siedo al tavolo. Né oggi né mai».
    Parola più, parola meno - con tono pacato, perché «sai quanto ti capisco, Umberto» - è questo il discorso netto che Silvio Berlusconi ha fatto al leader della Lega. Il «dialogo con la D maiuscola», come spiega il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, «proprio non si può fare, perché Veltroni e ì suoi non smettono di insultare il premier. Diverso è ricercare un`intesa su singoli temi, federalismo fiscale come anche giustizia, se possibile», ma niente fraintendimenti: «Con questo Veltroni, di che vuoi trattare?», chiude la porta Paolo Bonaiuti.
    In effetti, le uscite di Bossi non sono andate troppo giù al Cavaliere, che`vedrà l`alleato mercoledì o giovedì e che comunque - spie- gano i suoi - capisce «quanto il federalismo sia importante per Umberto» e dunque perdona.
    Ma ragiona anche così il premier: «Bossi dovrebbe capire che se fossi io a guidare la trattativa, le cose si complicherebbero, perché i léader della sinistra cercano solo. pretesti per attaccarmi». Di più: per il reggente di An Ignazio la Russa, anche «l`ansia, la frenesia, il desiderio di appropriazione da parte della Lega del federalismo, può finire per creare incidenti, per far arrabbiare più d`uno, e per complicare il cammino della riforma...».
    E però, se c`è una cosa che Bossi ha ottenuto, è che il dialogo in Parlamento venga perseguito in tutti i modi: «Veramente - sottolinea Italo Bocchino - prima di Bossi siamo stati noi di An a dire che serve il dialogo, Fini per primo. E se è logico che Berlusconi se ne tenga fuori, è doveroso cercare il consenso dell`opposizione: la riforma della giustizia è costituzionale e, se non è condivisa, tra passaggi in Parlamento e un referendum insidioso perderemmo tre anni di legislatura senza nemmeno essere sicuri di portare a casa il risultato.
    Quindi ben vengano il dialogo, e una riforma che magari non sarà identica a quella che avremmo voluto...».

    Fonte: Corriere della Sera - Paola Di Caro | vai alla pagina
    Argomenti: veltroni, federalismo fiscale, Bossi Umberto, Governo Berlusconi IV, dialogo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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