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Dichiarazione di Barbara POLLASTRINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Englaro. Il Governo vieta al Ssn di staccare la spina. "Diktat disumano"

  • (16 dicembre 2008) - fonte: Apcom - inserita il 17 dicembre 2008 da 861

    Non sarà una struttura del servizio sanitario nazionale ad accogliere Eluana Englaro per gli ultimi momenti, giorni o ore, della sua vita. Nessuna struttura del Ssn, né pubblica, né convenzionata né privata autorizzata potrà consentire, come da tempo chiesto dalla famiglia di Eluana, l'interruzione del trattamento di idratazione e nutrizione. Una richiesta pienamente accolta e riconosciuta dalla sentenza della corte di Cassazione dopo la lunga e dolorosa battaglia del padre della giovane, Peppino Englaro.
    E' un atto di indirizzo generale del ministero del Welfare, firmato dal titolare Maurizio Sacconi, a stabilire che nelle strutture del Servizio sanitario nazionale non si potrà interrompere alimentazione e idratazione per le persone in stato vegetativo persistente. Unica eccezione: il rifiuto fisico del trattamento. E non è questo, almeno finora, il caso di Eluana. Il ministro Sacconi ha convocato una conferenza stampa, insieme ai sottosegretari Eugenia Roccella e Francesca Martini, per illustrare l'atto del suo dicastero che si rifà al parere della commissione nazionale di bioetica del settembre 2005, alla Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili e all'articolo 32 della Costituzione. Un'altra puntata del braccio di ferro sul caso Englaro? Sacconi ha ribadito più volte "che il nostro è un atto generale di ricognizione che era doveroso per non essere farisaici" e per dare "a tutte le realtà del Ssn un indirizzo chiaro e omogeneo considerando l'incertezza che poteva determinarsi". Mai nominata Eluana, ma Sacconi ha sottolineato "il criterio di laicità che ispira certe scelte". Chiaro che se una struttura decidesse di disattendere l'indirizzo - inviato a tutte le regioni - "opererebbe contro la legge". A citare il caso Englaro e la sentenza della Suprema Corte ha pensato invece la sottosegretaria Roccella che ha ricordato come "i giudici non hanno riconosciuto un diritto ma dato una serie di indicazioni su un caso specifico come quello di Eluana Englaro. Inoltre nel decreto della Corte di appello non si parla mai di struttura pubblica...".
    Insomma, messa così, per Eluana sembrano restare due luoghi: la sua casa o una struttura al di fuori del Servizio sanitario nazionale. Magari proprio fuori dall'Italia. Sulla circolare del ministero scoppia anche un caso politico con uno scambio di accuse tra maggioranza e opposizione.
    L'ex ministro delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini lo giudica un "diktat del ministro per rendere inapplicabile la sentenza della Cassazione" in uno "stile autoritario e disumano".

    Ribatte il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello per il quale "è parte della sinistra a usare Eluana Englaro nel tentativo di fare della sua tragedia una battaglia ideologica". Ma una voce a sostegno del provvedimento di Sacconi si alza anche dall'opposizione: sono le 'teodem' del Pd Paola Binetti ed Emanuela Baio a ritenere che l'atto "difende e tutela la vita". Per Scienza e Vita si tratta di "un atto di coraggio" per Eluana. Durissime le critiche dei Radicali per i quali "al ministero del Welfare pensano di essere in una repubblica pontificia" e ritengono "di fare un regalo al Vaticano".

    Fonte: Apcom | vai alla pagina

    Argomenti: onu, disabili, radicali, diritti umani, Cassazione, Servizio Sanitario Nazionale, Eluana Englaro | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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