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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

«A Napoli quella classe politica ha fallito, se ne vada» - INTERVISTA

  • (19 dicembre 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 19 dicembre 2008 da 31

    Sulla epocalità dell’attesissima direzione del Pd convocata per oggi non sembra farsi eccessive illusioni. Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, filosofo prestato alla politica ma insofferente al modo romanocentrico di intenderla, vede semmai un rischio: che ci si occupi tanto, tantissimo di questione morale («che c’è, ma riguarda da sempre tutta la politica e non solo il Pd») e poco o nulla di linea politica. Di cui invece al Nazareno si registra un deficit allarmante.
    Al riguardo Arturo Parisi non ha dubbi e a Veltroni consiglia di «passare la mano». Sbaglia lui o sbaglia il segretario?
    «Non sono assolutamente d’accordo con Parisi. Il problema vero è che Veltroni deve smettere di tampinare Berlusconi e cominciare a fare il segretario del partito. Riprovando a suscitare tutte le energie locali e territoriali che si erano già espresse al tempo delle primarie e poi delle elezioni e che poi sono rimaste ignorate, frustrate da una gestione tutta di correnti e centralizzata. Resta il fatto che alternative a Veltroni oggi non ce ne sono, l’unica sarebbe lo scioglimento del Partito democratico perché non c’è nessuno che potrebbe fare il segretario al posto suo».
    Quando pensa alla valorizzazione del territorio si riferisce anche al «coordinamento del Nord»?
    «Quella che immagina Chiamparino è un’aspirina rispetto a ciò che serve. Occorrono soluzioni molto più strutturate ed energiche, quella che immagino è una forza politica autonoma, federata al Partito democratico. Se non ci ci si riesce, certo, proviamo almeno con l’aspirina».
    Comunque in direzione sarà la questione morale a dominare l’agenda?
    «La questione morale riguarda tutta la politica, da sempre. In momenti di crisi di proposta, di leadership non forti puntualmente si impone. Non a caso in Italia è esplosa quando i grandi partiti stavano collassando».
    Oggi si parlerà tanto del caso Napoli. Che idea si è fatta di questa storia?
    «La questione Napoli è politica: una leadership locale e regionale ha fatto fallimento. Probabilmente non per colpa propria perché ho la massima stima della Iervolino e per Antonio (Bassolino, n.d.r.)nutro anche un affetto profondo. Le cause non sono in grado di valutarle, posso immaginarle ma non mi va di farlo. Restiamo ai fatti e i fatti sono che in Campania c’è una classe politica che ha fallito. E, quando accade, è necessario che quella classe politica lasci il posto a chi può aprire una nuova fase».
    Ma sia Bassolino che la Iervolino annunciano che resteranno al loro posto.
    «Devo confessare che questo accanimento proprio non lo capisco. E lo dico da tempo, da molto prima che venisse alla luce questa vicenda. Io al loro posto me ne sarei andato, avrei capito che ormai il mio ciclo politico era concluso».
    Te ne accorgi quando la gente non crede più in te?
    «Non è sempre così, quando fai politica lo puoi percepire anche quando hai amministrato benissimo e senza problemi. Anche allora un politico intelligente può avvertire che la sua stagione si è compiuta. L’epilogo può essere vittorioso o inglorioso, ma nell’uno o nell’altro caso bisogna lavorare per il ricambio».
    Non è facile.
    «Ma per me la politica è questo, richiede anche generosità. E a Napoli stavolta di generosità mi pare proprio che se ne sia vista poca».

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: campania, bassolino, napoli, veltroni, sindaco, partiti, venezia, rinnovamento, regione Campania, CORRENTI di PARTITO, Chiamparino Sergio, dirigenti, Nord, questione morale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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