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Dichiarazione di Antonio POLITO


 

«Rompere con Tonino. Serpe in seno» - INTERVISTA

  • (20 dicembre 2008) - fonte: Il Giornale - Roberto Scafuri - inserita il 21 dicembre 2008 da 31

    Direttore Antonio Polito, il suo «Riformista» ha lanciato un Sos: «Salviamo il Pd». E Veltroni, va salvato?
    «Ma guardi che qui non è più una questione di leadership, il rischio è ormai mortale per l’intero partito».
    «Rinnovarsi o perire», come l’espressione nenniana che Craxi considerava menagramo. E che Veltroni, temerario, ha riecheggiato nel suo discorso.
    «La superstizione non c’entra. Il problema è che dopo le parole dure ascoltate, dopo le critiche esplicite rivolte al leader, non è emersa alcuna linea alternativa, né c’è stata alcuna conta...».
    Allora a che cosa è servita la direzione?
    «Me lo chiedo, perché tutte le questioni sono rimaste aperte. È stata una seduta di autocoscienza, impressionante... Ma poi ha prevalso lo spirito di stringere i denti. Si è avvertito, credo, un rischio di fallimento totale. Mai così forte».
    Non c’è alternativa a Walter?
    «Temo che nessuno ambisca più a sedersi su una sedia così scomoda».
    Forse ha ragione D’Alema, quando dice che ci vorrebbe un «partito vero».
    «Certo che ha ragione. Non si capisce più che tipo di partito sia questo...».
    L’insostenibile leggerezza dell’essere (Walter) s’è trasfusa nell’anima piddì.
    «Sono un noto critico di Veltroni, ma non mi sembra che attorno a lui spicchino altre personalità. Quando s’è fatta l’alleanza con Di Pietro, gli altri dov’erano? Tutti pronti a scaricare le colpe sul segretario, poi però non si fanno conte e votano tutti lo stesso documento».
    Chi si rivede, lo spirito del vecchio Pci.
    «Però nel Pci, dopo essersele dette, ed essersi presentati compatti all’esterno, poi le linee cambiavano davvero...».
    Al Pd «manca l’amalgama» è stato anche detto. Viene in mente il «dove gioca, quanto costa, compriamolo!» del vecchio presidente del Catania calcio...
    «Non è il problema cruciale. Le linee di frattura sono più contorte: magari ci fossero le correnti ex ds ed ex dc...».
    Magari c’è tanta confusione perché in tanti pensano a progetti alternativi.
    «Su questo ha ragione Walter: se qualcuno pensa a farsi una scialuppa di salvataggio, sappia che finiranno tutte sugli scogli. Se i topi scappano, affonda la nave ma muoiono pure loro».
    La nave sembra sempre troppo in balia delle onde, per non pensare alla fuga.
    «Walter ha avuto un documento che accresce i poteri. Ora deve fare un po’ lui e sciogliere i nodi: ha tutta la forza per farlo. Guai se tra 6 mesi stiamo ancora a discutere... Il Pd non è morto, ma bisogna spicciarsi a fare delle scelte».
    Via da Di Pietro, prima che sia tardi.
    «Sì, perché l’alleanza con lui ti costringe al massimalismo, ti fa naufragare equilibri faticosamente raggiunti, non ti rende credibile davanti agli elettori...».
    Di Pietro è un cappio al collo del Pd?
    «Sì, più ci si muove più ci si strozza. Una serpe in seno».
    Non una mantide religiosa?
    «No, quella ti mangia dopo un accoppiamento. Prima almeno c’è un po’ di piacere... qua invece è solo dolore».

    Fonte: Il Giornale - Roberto Scafuri | vai alla pagina
    Argomenti: di pietro, veltroni, pd, D'Alema, dirigenti, pci | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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