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Dichiarazione di Cesare DAMIANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Alitalia. «Inammissibile scaricare tutto sugli utenti» - INTERVISTA

  • (24 dicembre 2008) - fonte: Il Messaggero - Luca Cifoni - inserita il 24 dicembre 2008 da 31

    «Cai sbaglia se ignora le richieste, ma una protesta così indebolisce il sindacato»

    «Prendere in ostaggio i viaggiatori non è accettabile. Mi rendo conto che come sempre le colpe non stanno da una parte sola. Però gli errori, le omissioni non si possono scaricare sull’utente». Cesare Damiano, deputato del Partito democratico, ministro del Lavoro nel governo Prodi, ha idee chiare sulla vicenda Alitalia, ma anche sulla sua poco onorevole appendice di queste ore: una protesta di questo tipo - è il suo ragionamento, fa male all’azienda ma anche al sindacato.
    Cosa pensa delle recriminazioni dei lavoratori contro la Cai?
    «La situazione andrebbe esaminata nel dettaglio. Anche noi abbiamo ricevuto segnalazioni di atteggiamenti da parte di Cai, come dire, sbrigativi. E il fatto che le agitazioni siano indette da Cgil, Cisl, Uil e Ugl del settore trasporti, cioè sigle che hanno firmato gli accordi, qualcosa vorrà dire. Ma se da una parte sbaglia l’azienda a non rendersi conto delle critiche che gli arrivano su argomenti così delicati, come l’anzianità e i carichi di famiglia, sbaglia anche il sindacato a ricorrere a forme estreme di protesta. Sarebbe stato meglio un gesto simbolico, accompagnato dalla richiesta al governo di intervenire. Comportandosi così non si rende più forte il sindacato, e non si crea un futuro per l’azienda».
    La scena di cittadini abbandonati a sé stessi a causa di una potesta sindacale non è certo nuova. Pensa che possano servire nuovi interventi legislativi?
    «In tema di diritto di sciopero, io sono sempre stato del parere che in settori delicati e strategici sia necessaria una regolamentazione a tutela degli utenti. Le leggi che esistono sono sufficienti, se vengono applicate. Gli strumenti ci sono, e infatti ora anche per Alitalia si parla di sanzioni a carico di lavoratori e azienda. Ma c’è un intervento che potrebbe essere accelerato: si tratta di censire la rappresentatività dei sindacati, un qualcosa che può avvenire a livello aziendale se c’è una sponda legislativa».
    Quale sarebbe l’utilità di uno strumento di questo tipo?
    «Il rischio è che in una fase come questa venga meno l’idea di un sindacato confederale, che abbia come riferimento l’interesse generale. C’è il pericolo di una corporativizzazione, anche tra i confederali. In questo anche il governo ha qualche responsabilità, con la sua linea che punta a dividere il sindacato».
    Ma il caso Alitalia non è un po’ particolare, qualcosa di a sé stante?
    È vero, in questa vicenda Alitalia ci sono davvero troppe particolarità. C’è un di più di ideologia che è andato a mischiarsi nella soluzione di un problema industriale. Mi riferisco alla scelta di Berlusconi di opporsi ad Air France, che ora si scopre partner necessario ma che non dovrà più accollarsi i debiti. Tutto questo in nome di un’italianità che fa sorridere in un mercato globale. Piuttosto, l’esigenza è tutelare i lavoratori e i precari».
    Però è anche vero che almeno una parte dei lavoratori di Alitalia ha goduto di tutele forti sul fronte degli ammortizzatori sociali. Lo Stato non sarà in grado di fare altrettanto nelle crisi aziendali in corso e in quelle che inevitabilmente verranno.
    «Certo, in questa storia ci sono due estremi opposti: da una parte ammortizzatori non standard, fino a sette anni, dall’altra l’oblio nei confronti dei precari e dell’indotto. C’è anche questo paradosso dietro la propaganda governativa. Ora se parliamo di crisi dobbiamo mettere nel conto un periodo che certamente non sarà breve. Fino a due anni. Nei prossimi mesi avremo ancora forti segnali di peggioramento. Allora bisogna attrezzarsi, scegliere una terapia non ordinaria. Noi del Pd abbiamo proposto di aggiungere, oltre alle risorse stanziate dal governo, 1,5 miliardi di fondi freschi per gli ammortizzatori sociali. E questi soldi vanno impiegati in chiave universale, per tutti indipendentemente dalle dimensioni e dal settore delle aziende coinvolte».

    Fonte: Il Messaggero - Luca Cifoni | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, sciopero, trasporti, alitalia, sindacati, mercato, precari, lavoratori, proteste, sanzioni, crisi, Air France-Klm, Cai, ammortizzatori sociali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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