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Dichiarazione di Franco Frattini

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Affari Esteri (Partito: PdL) 


 

Ad Israele: «Autodifesa sì ma evitare la strage dei civili»

  • (29 dicembre 2008) - fonte: Il Messaggero - - inserita il 29 dicembre 2008 da 31

    Il ministro degli Esteri israeliano: Hamas non è pronta alla pace

    L'operazione israeliana "Piombo fuso", giunta ormai al terzo giorno e che ha già causato centinaia di morti tra i palestinesi, 57 vittime civili secondo l'Onu, continua a dividere Il mondo politico. Oggi il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini è tornato sul tema, affermando di comprendere le «motivazioni» che hanno portato Israele, dopo la rottura della tregua da parte di Hamas con il lancio di razzi Qassam, ad esercitare «il diritto all'autodifesa». Ma chiedendo anche «moderazione» per evitare vittime civili nella striscia di Gaza.

    Su questi due binari si muove la linea dell'Italia in queste difficili ore nelle quali il conflitto mediorientale è tornato nuovamente ad infiammarsi. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in «costante contatto» con il premier Silvio Berlusconi con cui sta concordando la strategia diplomatica italiana, ha ieri pomeriggio parlato direttamente prima con il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, quindi con il primo ministro libanese Fuad Siniora.

    Frattini: sì all'autodifesa, no alla strage di civili.
    Ad Israele Frattini ha confermato ancora una volta «la più ferma e decisa condanna del lancio di razzi Qassam da parte di Hamas, che ha rotto unilateralmente la tregua in corso». Ma ha anche chiesto moderazione e prudenza nella gestione delle risposte militari: infatti il titolare della Farnesina, nella telefonata, ha parallelamente «invitato Israele, pur comprendendo le sue motivazioni inerenti all'esercizio del diritto all'autodifesa, a fare tutto quanto in suo potere per evitare ulteriori tragiche perdite di vite umane tra la popolazione civile innocente, che nulla ha che fare con le operazioni ed installazioni terroristiche di Hamas». Domani alle 15.30 il ministro degli Esteri riferirà alle Commissioni Esteri di Senato e Camera sugli ultimi sviluppi della crisi in Medio Oriente.

    Livni: Hamas non è pronta alla pace. Per il ministro israeliano degli Esteri Tzipi Livni Hamas non è pronta a vivere in pace con gli israeliani: «Abbiamo attaccato per riportare la pace nel sud di Israele, oggetto dei loro continui attacchi», ha detto Livni intervistata da Al Jazeera, specificando che la diplomazia del suo paese «ha usato tutti i mezzi per vivere in pace lanciando diversi messaggi ad Hamas».

    Egitto e Turchia si stanno impegnando per un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, e per «impedire alla macchina militare israeliana di uccidere palestinesi». Lo ha affermato il ministro degli esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit, durante una conferenza stampa congiunta con il suo collega turco Ali Babacan ad Ankara. Il passo successivo da compiere, ha detto Abul Gheit, è il ristabilimento della tregua tra palestinesi e israeliani e, quindi, nell'ambito di questa tregua, la riapertura dei passaggi della Striscia di Gaza.

    Telefonata Sarkozy-Mubarak. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha telefonato oggi al presidente egiziano Hosni Mubarak per fare il punto sulla situazione a Gaza. Sarkozy - che è presidente in esercizio dell'Ue fino al 31 dicembre - e Mubarak hanno parlato delle «modalità possibili per una uscita dalla crisi» e hanno deciso di «restare in contatto nei prossimi giorni». L'Eliseo ha anche reso noto che Sarkozy riceverà a Parigi all'inizio di gennaio il ministro degli esteri israeliano, Tzipi Livni.

    La Germania con Israele. Il governo tedesco ha difeso l'azione militare israeliana contro Gaza, sottolineando che la crisi attuale è dovuta alla decisione del gruppo armato palestinese Hamas di rompere la tregua con Israele, durata sei mesi. «È un diritto legittimo di Israele proteggere la propria popolazione civile ed il proprio territorio», ha detto oggi un portavoce del governo, sottolineando che la cancelliera Angela Merkel ha parlato a lungo della situazione nel corso di una telefonata con il primo ministro israeliano Ehud Olmert. Berlino ha quindi lanciato un appello ad Hamas affinché interrompa qualsiasi azione militare contro i villaggi israeliani, in modo che Israele possa fare lo stesso.

    La Casa Bianca ha detto oggi che Hamas «ha mostrato la sua vera natura di organizzazione terrorista». Il portavoce Gordon Johndroe ha detto che Hamas «ha violato per mesi la tregua» lanciando razzi contro Israele.

    Il mondo arabo diviso. Gli attacchi a ripetizione dei caccia israeliani in corso da sabato mattina sulla Striscia di Gaza stanno creando divisioni a vari livelli anche nel mondo arabo. I contrasti mettono a confronto i dirigenti dei vari paesi, ma anche popolazioni e dirigenti, con un gap politico che in apparenza va sempre più allargandosi. Nelle ultime ore l'Egitto ha inviato migliaia di soldati e poliziotti al valico di Rafah, unico punto di comunicazione con la Striscia di Rafah, per impedire che i palestinesi sfondino le frontiere, come successe il 23 gennaio scorso, quando 750.000 abitanti di Gaza, esasperati dal prolungarsi del blocco israeliano, sfondarono le barriere, anche con ruspe.
    Gheddafi: dirigenti arabi spaccati. Il capo di Hamas in esilio a Damasco, Khaled Meshal, in una telefonata con il leader libico Muammar Gheddafi ha sollecitato l'alt degli attacchi israeliani e l'apertura di tutti i valichi della Striscia «per salvare i bambini palestinesi che rischiano un genocidio». Ed è proprio Gheddafi che mette in evidenza le divisioni in corso tra i dirigenti arabi quando in una dichiarazione diffusa dall'agenzia di stato libica, la Jana, critica i suoi colleghi: «Dovrebbero vergognarsi di se stessi, stanno mercanteggiando in nome della causa palestinese con le loro posizioni codarde, deboli e disfattiste», denuncia con disprezzo il leader di Tripoli.

    Il presidente palestinese, Mahmud Abbas (Abu Mazen) e il ministro degli esteri egiziano Ahmed Abul Gheit sono molto risentiti, ma cercano ancora qualche strada per convincere gli integralisti di Hamas a recedere dal loro oltranzismo e ad accettare un accordo per continuare la tregua interrotta, a loro dire senza ragione, il 19 dicembre e fermare così lo spargimento di sangue nella Striscia di Gaza.

    Popolazioni arabe e governi.
    Ma la divisione di maggior rilievo è quella tra popolazioni arabe ed i loro governi: oggi in Egitto hanno manifestato decine di migliaia di studenti, soprattutto di gruppi islamici, e persone legate alle opposizioni, accusando i governanti di «complicità» con Israele. Proteste dello stesso tipo si sono avute anche in numerosi altri paesi (dall'Iraq, alla Siria, al Libano, allo Yemen) ed anche in Iran.

    Olp chiede l'invio di una forza internazionale. Oggi il comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) ha chiesto l'invio di una forza internazionale nella Striscia di Gaza, per proteggere la popolazione locale dai «crimini» israeliani.

    Beirut. Decine di migliaia di persone, seguaci del movimento sciita libanese Hezbollah, si sono riunite oggi nella periferia sud di Beirut per esprimere «solidarietà» nei confronti della popolazione palestinese di Gaza e per condannare «l'atteggiamento di alcuni regimi arabi». Il raduno era stato annunciato ieri sera dal leader del Partito di Dio, il sayyed Hasan Nasrallah che ha iniziato ad arringare la folla parlando in collegamento video.

    Yemen: donne invocano la Jihad contro Israele. Protesta al femminile quella che si è registrata oggi per le vie della capitale yemenita di Sanàa contro l'offensiva militare israeliana lanciata sabato sulla Striscia di Gaza. Circa novemila donne hanno chiesto ai leader arabi di «aprire le porte al Jihad», ovvero alla guerra santa contro lo Stato ebraico.

    Le autorità del Bangladesh hanno esortato oggi Israele a bloccare le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Esprimendo le proprie preoccupazioni per la situazione nel Territorio controllato dal movimento di resistenza islamico Hamas, Iftekhar Ahmed Chowdhury, consigliere per gli Affari esteri del governo ad interim di Dacca, ha invitato lo Stato ebraico a risolvere attraverso i negoziati il conflitto israelo-palestinese.

    Fonte: Il Messaggero - | vai alla pagina

    Argomenti: guerra, politica estera, medio oriente, israele, Ministro degli esteri, Hamas | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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