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Dichiarazione di Vincenzo Scotti

Alla data della dichiarazione:  Sottosegretario  Affari Esteri (Partito: Noi Sud - Libertà e Autonomia) 


 

Medio Oriente.«La crisi? Il ruolo decisivo tocca all’Egitto» - INTERVISTA

  • (29 dicembre 2008) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 29 dicembre 2008 da 31

    «Quello che ora servirebbe davvero è un impegno ad evitare che il conflitto si estenda, che si arrivi insomma al blitz di terra di cui apertamente parla anche il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Tzipi Livni». Per Enzo Scotti, sottosegretario alla Farnesina, il rischio dell’escalation della crisi di Gaza è sempre più concreto.
    Cosa può fare l’Italia?
    «Intanto mi verrebbe da annotare come l’ultima cosa che serve è la polemica sterile, penso al maledetto vizio italiano di ridurre ad una questione interna anche un dramma come quello che si sta consumando in queste ore in Medio Oriente».
    Si riferisce a chi, come Bobo Craxi, dall’opposizione vi accusa di essere un passo indietro persino rispetto all’Unione europea?
    «Mi riferisco a questa cronica incapacità, persino in momenti come questi, di lavorare insieme, senza divisioni».
    Tra l’altro l’Italia è impegnata su uno scenario strettamente interconnesso come quello del Libano.
    «Fortunatamente in Libano la situazione fino ad oggi è tranquilla, non vi sono particolari motivi d’allarme. Stiamo comunque, manco a dirlo, monitorando la situazione con estrema attenzione».
    Come giudica la sostanziale presa di distanza di Mubarak da Hamas?
    «Come un fattore potenzialmente decisivo per spegnere il focolaio accesosi a Gaza. E penso che sia stata saggia la scelta di Berlusconi di invitare al G8 tra i Paesi emergenti anche l’Egitto, vincendo anche non poche resistenze. In questo momento molto è legato all’azione che Mubarak sarà in grado di dispiegare, anche all’interno della Lega araba».
    Di quali altri strumenti può disporre la diplomazia internazionale?
    «Resto convinto che le prospettive del dialogo tra le parti c’erano e continuino ad esserci. Penso, ad esempio, all’Unione del Mediterraneo un organismo nella cui struttura di presidenza già siedono fianco a fianco israeliani e palestinesi».
    Hamas, dunque, punta a interrompere un dialogo già in atto?
    «Hamas intende sfruttare la fase di transizione in Usa e la vigilia elettorale in Israele. Nella sua ultima visita a Roma Abu Mazen ha parlato con il presidente Napolitano proprio di questo, dell’eventualità cioè che la crisi politica in Israele minasse alle fondamenta la possibilità del dialogo».
    La reazione israeliana le è apparsa esagerata?
    «In questi casi la reazione israeliana è sempre sopra le righe. Stavolta, nell’imminenza di elezioni interne, ancora di più. E Hamas su questo contava».

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: G8, guerra, politica estera, medio oriente, israele, libano, unione europea, diplomazia, Hamas | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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