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Dichiarazione di Gianni DE MICHELIS

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: Gruppo socialista al Parlamento europeo) 


 

«Sulla causa palestinese pesa il cinismo di Hamas» - INTERVISTA

  • (30 dicembre 2008) - fonte: Il Riformista - Sonia Oranges - inserita il 30 dicembre 2008 da 31

    Tutta colpa di Hamas se la causa palestinese ha perso consenso. Parola di Gianni De Michelis, europarlamentare, consigliere (informale) della Farnesina, ex ministro degli Esteri ed esponente di spicco di quello che, nella Prima Repubblica, era considerato il partito filoarabo italiano.
    De Michelis, che ne è stato di quel partito?
    Il termine filoarabo è sbagliato. Quella posizione va contestualizzata nell`ambito della Guerra Fredda. Quando venne meno quel discrimine, io da ministro degli Esteri socialista dissi sì alla partecipazione italiana alla prima guerra del Golfo, mentre Arafat era a Baghdad a difendere Saddam. In realtà stavamo dalla parte dell`occidente come da quella degli arabi, buona parte dei quali erano d`accordo con l`intervento.
    C`è una bella differenza, però, con l`oggi: gran parte del Parlamento aderisce alle istanze di Israele.
    A dire il vero, io mi meraviglio di più del coro di stupore sui raid a Gaza. La responsabilità è tutta di Hamas e del suo estremo e cinico tentativo di prendere il sopravvento. Che cosa pensavamo sarebbe accaduto, con la rottura unilaterale della tregua e la ripresa del lancio di Qassam dalla Striscia nel pieno della campagna elettorale israeliana? Se il governo in carica non avesse reagito avrebbe prima di tutto mandato in vantaggio il Likud.
    Barak, che è assediato sia da destra sia da sinistra come pure la Livni, non lo avrebbe mai permesso. E Hamas questo lo sapeva, come sa che è un momento delicato per l`Anp con Abu Mazen in scadenza di mandato. Senza contare il vuoto americano causato dalla transizione alla Casa Bianca, con l`Amministrazione Bush che non ha più alcuna autorevolezza. E Hamas si muove proprio mentre la Siria sembrava disposta a negoziare un accordo con Israele dopo il voto. Colpisce piuttosto la totale assenza di iniziativa europea.
    Sarkozy ha perso una buona occasione.
    Insomma, in Italia i palestinesi non hanno più amici?
    Troppo semplice. Oggi è tutto diverso. Il mondo arabo vive divisioni profonde. Anche i palestinesi sono spaccati a metà, come dimostra l`appello alla tregua di Abu Mazen. A me sembra che il mondo arabo sia molto cauto nel posizionarsi rispetto ad Hamas. Perché forse la reazione d`Israele è spropositata, ma tutti si rendono conto che il movimento islamico ha tirato troppo la corda. A prescindere dalle comprensibili proteste di piazza. Non sfugge, spero, il rischio che si riproduca il contesto della guerra con il Libano del 2006.
    L`ex ministro degli Esteri Massimo D`Alema aveva proposto una forza d`interposizione nella Striscia di Gaza.
    Aveva ragione. Ma avrebbe fatto bene a condannare Hamas. Perché qualsiasi missione si può fare, ma solamente se c`è un`ipotesi d`accordo concreto da supportare.

    Fonte: Il Riformista - Sonia Oranges | vai alla pagina
    Argomenti: guerra, politica estera, medio oriente, palestina, israele, Hamas | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 02 gennaio 2009 da 3741
    Intervento di Gennaro Ruggiero, Presidente Commissione Affari Esteri dell’Osservatorio Parlamentare Europeo e del Consiglio d’Europa, sulla questione Medio-Oriente, israelo/palestinese- La questione è che si mette in discussione uno stato di diritto e cioè il diritto di esistere di Israele che è un Stato da sempre, un grande popolo, che può avere tutti i difetti di questo mondo, e chi è che non li ha, ma siamo di fronte, a chi che secondo me non ha veramente il diritto di esistere, e cioè quello stato Palestinese voluto da Hamas. E la questione non possiamo metterla sullo stesso piano. Israele è uno Stato democratico, Hamas è un'organizzazione estremista, che ancora figura nelle nostre liste di organizzazioni terroristiche, perché sono TERRORISTI, e andrebbero ELIMINATI, DECIMATI. Quello che fa l'esercito israeliano in questo momento è difendere il proprio territorio e le propria identità, minacciata da questi esseri indegni di esistere come quel pazzo scalmanato di Acmadinajad , il tiranno iraniano. Mi associo a quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano e cioè che. “Hamas non è una superpotenza, come la Russia o gli Usa ma un'organizzazione terrorista che ha preso il controllo con la forza contro tutte le leggi internazionali. Hamas cerca i bambini da uccidere. Sta prendendo di mira, in maniera deliberata, le scuole e gli asili, cittadini e civili perché questo rispecchia i loro valori. I nostri valori sono completamente diversi" e a qunto ha dichiarato il nostro Ministro Frattini, che “il problema è Hamas”. Spero che la comunità internazionale e in primis, l’Unione Europea, intervenga in maniera forte per impedire il diffondersi di questi atti terroristici, e impedire il dilagare di idee folli di poter decidere l’esistenza o meno di popoli e civiltà. HAMAS VA’ DISTRUTTA, ANNIENTATA CON OGNI MEZZO, e va data voce a quei palestinesi che vogliono vivere in pace e liberi della loro identità, con il dialogo. Speriamo che il nuovo anno nasca sotto quest’insegna.
  • Inserito il 30 dicembre 2008 da 3849
    De Michelis :"Perché forse la reazione d`Israele è spropositata, ma tutti si rendono conto che il movimento islamico ha tirato troppo la corda." Mi fa specie che De Michelis visto il suo curriculum giudiziario possa tranquillamente far ancora parte della politica. Non mi stupisce il fatto che sia filo-israeliano, visto che gli Israeliani sono portati a impossessarsi della terra altrui e comportarsi di criminali. Qui si tratta di distinguere chi sono i veri terroristi e non basta essere Stato per inneggiare di essere anche democratici. Certa gente non dovrebbe andare in Israele, ma stare un mesetto nella Striscia di Gaza e non come turista, ma come residente. Il popolo Palestinese, meno Abu Mazen che ha tradito il suo popolo, ha il diritto di difendersi in qualsiasi modo, visto che non hanno un esercito come gli Israeliani, grazie ai rifornimenti degli Stati Uniti.

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