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Dichiarazione di Pierluigi MANTINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) 


 

La Margherita ha conferito il suo intero patrimonio, soldi del finanziamento pubblico al nuovo partito. Non si è tenuta niente da parte. I Ds, invece, no.

  • (08 gennaio 2009) - fonte: libero - inserita il 12 gennaio 2009 da 100
    «La scelta di creare delle fondazioni Ds è preoccupante per un fatto: dimostra che il Pd stenta a nascere, che non c’è un nuovo partito». Ma se la Quercia mette da parte la cassa, avverte Pierluigi Mantini, deputato del Pd e membro del comitato di tesoreria che gestisce la liquidazione della Margherita fino al 2011, parte degli ex Dl è pronta a fare passi politici. Non la chiama “scissione”, ma promette «iniziative politiche nelle prossime settimane».

    Onorevole Mantini, partiamo dai soldi. Ugo Sposetti sostiene non ci sia alcuno scandalo: Ds e Margherita, dice, sono soggetti giuridicamente diversi, è giusto tenerli distinti anche dal punto di vista economico.
    «Non voglio entrare nel profilo giuridico-economico. Sposetti può avere qualche ragione. Osservo, però, che c’è una sproporzione nei fatti».

    In che senso?
    «La Margherita ha conferito il suo intero patrimonio, soldi del finanziamento pubblico e la stessa sede che ora è in uso al Pd, al nuovo partito. Non si è tenuta niente da parte. I Ds, invece, no».

    Loro dicono: è così perché la Margherita non ha niente da mettere da parte. Non avete palazzi, sedi, appartamenti. Mentre loro sì.
    «Non è vero. Potevamo conservare per noi parte del finanziamento pubblico. Oppure, se questa è la logica, facciamo che ognuno paga i suoi dipendenti. E ricordo che i dipendenti dei Ds pagati dal Pd sono più di un terzo. Per non dire di un altro assurdo».

    Quale?
    «Di fatto il Pd, che dovrebbe essere il nuovo partito, mantiene in vita i Democratici di sinistra».

    Si riferisce al fatto che il Pd paga l’affitto delle sedi?
    «Precisamente. In molte parti d’Italia i circoli del Pd si trovano nelle ex sezioni dei Ds che ora sono diventate di proprietà delle fondazioni della Quercia. Perciò siamo al paradosso per cui il Pd paga i Ds, li finanzia, fa in modo che continuino a esistere».

    Però bisognava pur trovare delle sedi. E un vantaggio anche per il Pd aver trovato già pronti dei luoghi in cui ospitare i circoli. Non crede?
    «Capisco l’aspetto pratico. Ma che un partito nuovo finanzi un partito che dovrebbe essere in via di scioglimento è un’anomalia che andrebbe risolta. Ma mi rendo conto che la questione è politica».

    Nel senso che gli ex Ds vogliono riservarsi un’opzione B nel caso che il Pd esploda?
    «Nel senso che tutto questo prova che il Pd stenta a nascere. Lo dimostrano aspetti patrimoniali, ma anche politici».

    A cosa si riferisce?
    «Penso, per esempio, alla scelta di Piero Fassino di firmare il manifesto del Pse come segretario dei Ds. Questo più gli elementi patrimoniali dimostrano che i Ds continuano ad agire come Ds. Se a questo aggiungiamo la confusione politica che regna nel Pd è chiaro che siamo di fronte a una serie di fatti che mettono pesantemente in discussione la tenuta stessa del Pd».

    Pensa che si tornerà a Ds e Margherita?
    «Questo no, è impossibile tornare al passato. Ma c’è una difficoltà soprattutto al centro ed emergerà politicamente nelle prossime settimane».

    In che senso? Qualcuno è pronto a lasciare il Pd?
    «lo non parlo di scissioni. C’è, però, una posizione che va crescendo tra i democratici di centro. Riguarda il tipo di opposizione, che non può essere solo attestata sul no, il sentirsi distanti dal dipietrismo e dal socialismo europeo, l’avere una particolare attenzione per i ceti medi».

    Sta facendo il programma di un partito di centro...
    «Ma no... Il problema è che soprattutto nelle amministrazioni locali c’è gran parte della base ex Margherita che non si riconosce più nel Pd e che ha bisogno di segnali politici. Io mi auguro ci siano iniziative che possano portare, per esempio, a liste locali con I’Udc alle prossime amministrative».

    Ma Casini ci sta?
    «Nelle prossime settimane ci saranno incontri, vedremo. Ma qualcosa si muoverà. E prima delle Europee».
    Fonte: libero | vai alla pagina

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