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Dichiarazione di Bernardino De Rubeis

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Lampedusa e Linosa (AG) (Partito: LISTA CIVICA)  - Consigliere  Consiglio Comunale Lampedusa e Linosa (AG) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) 


 

Lampedusa. «Quel lager non lo voglio Gli taglio l’acqua e le fogne» - Colloquio

  • (12 gennaio 2009) - fonte: Corriere della Sera - Felice Cavallaro - inserita il 12 gennaio 2009 da 31

    Le parole del ministro Maroni sono sberle inattese per il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che contesta e contrattacca: «Da temporaneo Centro accoglienza ci vuole trasformare in Centro espulsioni. Lasciando poi gli immigrati qui perché non saprà dove espellerli. E la buffonata di Maroni che a Varese cerca gli applausi dei nordisti annunciando "nuove strutture" a Lampedusa. Quindi, un nuovo centro per i clandestini nell’isola. Non glielo consentiremo».

    E’ un ciclone inarrestabile la rabbia di questo sindaco quarantenne che stava per farsi prete nel ‘92, poi innamoratosi della politica e degli autonomisti di Lombardo, infine alleato alla Lega Nord contro cui adesso si scaglia nonostante qui il vicesindaco sia proprio la «pasionaria» di Bossi, la senatrice Maraventano: «Ho capito dove va a parare Maroni con la sua politica fallimentare. Vuole un secondo centro a Lampedusa. E ce l’ha già pronto. E il vecchio lager che confina con la pista dell’aeroporto. Ceduto due anni fa dal Viminale all’Esercito. Ristrutturato incredibilmente per le vacanze di generali e colonnelli. Ora si prepara un nuovo scambio su duemila metri quadrati di copertura appena ultimati, più di 40 grandi alloggi. Ma abbiamo capito il loro gioco. Diffidiamo. E non gli diamo né acqua né allacci fognari».

    Scruta i caseggiati freschi di intonaco con vista sulla pista, oltre la rete metallica, e De Rubeis tuona contro la «buffonata»: «Siamo offesi. Dalla visita del ministro ci aspettavamo risposte serie, un rilancio dell’immagine, una vicinanza del governo. Niente. Parlano di cose che non conoscono. Chi dovrebbe espellere Maroni? Può farlo con gli egiziani perché esiste un trattato. Ma non con gli altri disperati, non con somali, eritrei, sventurati fuggiti da guerre e torture del Corno d’Africa. Quindi, se blocca i trasferimenti a Crotone o Caltanissetta, a Bari o Agrigento, resteranno tutti confinati qui per mesi e mesi».

    E’ la prospettiva che fa scattare un’immagine pesante: «Questo governo ripete la storia del fascismo, quando a Lampedusa Mussolini spedì tremila confinati. E per queste pippe mentali di Maroni noi rischiamo di avere di nuovo tremila clandestini in un’isola con seimila abitanti». Poi denuncia il peggio che ha visto. E svela l’esistenza di rozzi centri ustioni dall’altra parte del Mediterraneo: «Sa qualcosa Maroni delle tante mani bruciate che vediamo qui a Lampedusa? Tanti arrivano con i polpastrelli ustionati per evitare il rilevamento delle impronte digitali. Come sanno i funzionari di polizia, in difficoltà. Ecco altre sevizie imposte alla fine dell’esodo lungo i calvari del deserto, prima della partenza dai porti libici...» .

    Forse anche per questo evoca la sua esperienza in seminario e, forte della radice cattolica, si appella al Papa: «Sua Santità esca dal suo palazzo, bacchetti, imponga aiuto. E le associazioni umanitarie non stiano silenziose. Laura Boldrini come portavoce Onu per i rifugiati lanci un forte messaggio». Appelli molteplici di un sindaco allarmato dal «rischio rivolta» dopo il ponte aereo scattato ieri solo per 99 bambini trasferiti a Bari: «Sono rimasti 1.378 immigrati nel centro della ex caserma Adorno. Con 381 posti che al massimo possono ampliarsi fino a 772. E con un piano sicurezza che prevede un limite invalicabile di 1.200 ospiti. In passato ci sono state fughe a caccia di una birra. Ma adesso, se s’affaccia lo spettro del rimpatrio forzato, del ritorno nel deserto, dell’inutilità delle violenze subite da donne e bambini per arrivare fin qui, c’è il rischio del finimondo».

    Allarme contestato dal Viminale con la stoccata del prefetto Mario Morcone, responsabile del Dipartimento immigrazione: «I sindaci dovrebbero fare i sindaci...». Ma l’ex seminarista non porge l’altra guancia: «Non diventerò loro complice».

    Fonte: Corriere della Sera - Felice Cavallaro | vai alla pagina

    Argomenti: immigrati, ministro Interno, sindaci, profughi, immigrazione clandestina, lampedusa | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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