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Dichiarazione di Nichi VENDOLA

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Puglia (Gruppo: SeL) 


 

«Basta con Rifondazione. Costruiamo una cosa nuova» - INTERVISTA

  • (13 gennaio 2009) - fonte: La Stampa - Riccardo Barenghi - inserita il 14 gennaio 2009 da 861

    La Direzione del suo Partito (anzi ormai quasi ex Partito) destituisce il direttore di Liberazione Piero Sansonetti, e lui manda un comunicato da Bari per dire che si dimette da quell’organismo. E con lui molti suoi compagni di corrente, quelli che hanno perso il congresso di luglio, quelli che hanno gestito il Partito insieme a Fausto Bertinotti. E che adesso, ormai mancano dieci giorni, si preparano ad andarsene da Rifondazione comunista per fondare un nuovo soggetto politico (così lo chiamano).

    E’ così, Vendola, state facendo le valigie?
    «Io dico che prima la finiamo di insultarci reciprocamente - a colpi di stalinista sei tu, no stalinista sei tu è meglio è per tutti. A questo punto mi sembra giunta l’ora di trarre le conseguenze politiche della situazione».
    Cioè, addio a Rifondazione?
    «Lo decideremo insieme il 24 e 25 gennaio a Chianciano, però certo se Rifondazione diventa - come mi pare stia diventando - un luogo impossibile per fare politica, io scelgo la politica come possibilità».
    Ci può tradurre la metafora?
    «Mi sembra evidente che la Rifondazione che anch’io ho fondato (sono l’unico "socio fondatore" superstite) è stata archiviata già al congresso di Chianciano. E’ nata un’altra cosa che mi ricorda molto quei gruppi extraparlamentari degli anni Settanta, nei quali io non sono mai entrato ma che consideravo comunque importanti perché erano un pungolo nei confronti del Pci. Ma oggi che il Pci non c’è più, noi che facciamo? Un gruppetto extraparlamentare trent’anni dopo, senza nessuna prospettiva, senza guardare al di là del proprio naso. Senza neanche renderci conto che tutta la sinistra in Europa si interroga sul proprio futuro mentre noi ci rinchiudiamo in noi stessi. Per fare che cosa, non si sa».
    Scusi Vendola, l’attuale segretario Paolo Ferrero è un dirigente di lungo corso dei Partito, è stato anche il vostro unico ministro, e voi scoprite solo ora che non è uno di voi?
    «Non mi piace personalizzare lo scontro, dico solo che lui viene da un’altra storia, un altro Dna, abbiamo ricevuto un’educazione sentimentale alla politica molto diversa. E comunque io non voglio più esistere politicamente per contrastare quello che dice o fa Ferrero, voglio costruire una nuova cosa. Un nuovo soggetto della sinistra italiana».
    Come mai il casus belli è diventato la direzione di Sansonetti? In fondo si tratta «solo» del giornale...
    «Come solo? Ma stiamo scherzando? Per me l’autonomia, la libertà del giornale sono beni inviolabili. Per me e per tutta la "mia" Rifondazione è sempre stato così. Abbiamo avuto direttori che erano giornalisti di razza, gente che non stava lì per rappresentare la linea del Partito. Persone giustamente riottose a trasformare il giornale in un bollettino della segreteria, qualsiasi fosse il segretario in carica. Luciana Castellina, Lucio Manisco, Sandro Curzi, e infine Piero Sansonetti. Nessuno di loro è mai stato un agit prop, nessuno di loro ha mai praticato quel vecchio vizio comunista, ossia la manipolazione pedagogica delle masse considerate sempre infantili. Temo che invece si voglia tornare a quella odiosa pratica».
    E dunque addio a Rifondazione?
    «Entrare in un Partito è un atto individuale, uscirne in questo caso lo considero l’esito di un percorso politico collettivo. Ecco perché insisto: decideremo insieme tra dieci giorni, cercando di convincere più gente possibile, dentro e fuori Rifondazione, a partecipare alla costruzione di un nuovo soggetto della sinistra italiana».

    Fonte: La Stampa - Riccardo Barenghi | vai alla pagina
    Argomenti: sinistra, Ferrero, Liberazione, Rifondazione, giornalisti, Congresso Prc | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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