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Dichiarazione di Romano PRODI


 

Sondaggi e politica deteriorata. Troppa mistificazione, è ora di reagire.

  • (14 gennaio 2009) - fonte: La Repubblica - Marco Marozzi - inserita il 14 gennaio 2009 da 31

    "Screditamento dell'avversario". "Martellamento dei media". "Stordimento" dei cittadini. "Indagini demoscopiche e opinion polls" per dimostrare che le parole-armi hanno "prodotto effetti devastanti sugli avversari". Tutto per rendere " incomprensibile la realtà e difficile distinguerla dalla mistificazione".

    Ecco come si fa politica, oggi. Mettendo "addirittura a rischio la vita della democrazia".

    A dipingere un quadro tetro e chiamare alla reazione è il Grande Scomparso della politica italiana: Romano Prodi.
    Messaggio globale in cui è facilissimo riconoscere l'Italia di Berlusconi. Eppure il mezzo per il je accuse è quasi di famiglia. Prodi, per le parole più dure da quasi un anno, ha scelto Hope, rivista dell'Hospice Madonna dell'Uliveto di Montericco di Albinea, casa di accoglienza per malati di cancro. Vi appaiono scritti di Alessandro Bergonzoni e Vito Mancuso, Stefano Bartezzaghi, Valerio Magrelli, Ettore Scola. Nel comitato scientifico, fra psichiatri e teologi, siede Michela Dall'Aglio, storica e saggista, moglie di Luigi Maramotti della Max Mara.

    Prodi da quando ha lasciato Palazzo Chigi si è sempre rifiutato di parlare di politica, si è dimesso dalla presidenza del Pd, ha evitato inviti e possibilità, si dedica a un mediaticamente oscuro incarico Onu per Africa. Ed eccolo affidare il suo sfogo e insieme il "non mollare" a una pubblicazione reggiana frutto di un gruppo di ragazzi e insegnanti. "Riscopriamo il contatto, anche piccolo - dice".
    L'esasperazione del rapporto con l'opinione pubblica è pagante a breve, ma dannosa per la democrazia nel lungo periodo. Ora il ragionamento a breve è dominante, ma i problemi si risolvono con una visione a lungo". Dello stesso tono il messaggio su Hope.
    "Il processo di deterioramento sta procedendo in modo quasi inarrestabile e perciò sono necessarie ed urgenti importanti misure correttive. La democrazia, per funzionare, richiede una presenza equilibrata della parola e dell'ascolto. Questo obiettivo non è però raggiungibile senza un uso misurato ed equilibrato dei media".

    "Senza equilibrio e senza misura - è la conclusione-morale - la parola non può arrivare né al cuore né al cervello. E se non vi arriva non dobbiamo stupirci se la democrazia si inaridisce e i cittadini diventano sempre più scettici e rabbiosi".

    La rivista ha chiesto all'ex-presidente del Consiglio e della Commissione europea un intervento su "parole e politica". Lui ha tirato fuori uno dei regali natalizi, il Manualetto di campagna elettorale scritto da Quinto Tullio Cicerone per aiutare il più illustre fratello Marco Tullio nella corsa per il consolato nel 63 a. C. Regalo di un amico latinista, Ivano Dionigi. Al manualetto "completo, metodico e raffinato" ha affiancato i più popolari murales resi eterni dalla lava del Vesuvio sui muri dell'antica Pompei. ''I fruttivendoli chiedono di votare per Marco Cerinio".

    Da queste due chicche è partito per discernere di politica. Politica attuale. Addio tempi duri ma semplici dell'"attacco diretto all'avversario". "Si rivolgerebbe facilmente - scrive - contro chi lo pronuncia. Occorre qualcosa di più complesso: uno screditamento generale dell'avversario e di tutto quello che gli sta attorno. Una demolizione progressiva della sua personalità, un feroce uso del ridicolo: il tutto possibilmente in modo obliquo".

    Ecco allora evocati gli odiatissimi sondaggi: "Non basta la parola ma occorre dimostrare che essa ha prodotto effetti devastanti sugli avversari. Alla parola si accompagnano perciò le indagini demoscopiche e gli "opinion polls". Essi non servono solo a mettere in luce la forza del "nostro candidato", ma ad adattare le parole che verranno pronunciate successivamente alle reazioni che la parola precedente ha provocato". Nel "continuo inseguimento fra la parola ed il suo eco, l'elettore finisce con l'essere così stordito, da non capire più il significato delle parole stesse".

    Risultato: si perde la "memoria" di cosa davvero la parola significhi, la "coerenza" che la fa "efficace". E' la vittoria della "mistificazione" contro cui Prodi chiama a "reagire".

    Fonte: La Repubblica - Marco Marozzi | vai alla pagina

    Argomenti: coerenza, democrazia, sondaggi, media | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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