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Dichiarazione di Elisabetta ZAMPARUTTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Che fare contro il ricatto russo

  • (15 gennaio 2009) - fonte: Europa - Elisabetta Zamparutti - inserita il 15 gennaio 2009 da 31

    La Russia è il principale fornitore di gas all’Europa ma non ha una posizione di monopolio nei confronti dell’Ue. Secondo i dati dell’European Council on Foreign Affairs la quota russa è scesa dall’80 al 40% con una copertura attuale del 6,5% dell’energia primaria europea.
    Né si prevede un aumento delle esportazioni di gas russo verso l’Europa nel prossimo futuro.

    Se il mercato europeo gode nel suo complesso di una significativa diversificazione degli approvvigionamenti, la situazione cambia sotto il profilo dei singoli mercati nazionali. Da un lato vi sono paesi che hanno una dipendenza critica per forniture di gas dalla Russia e che sono prevalentemente i nuovi stati membri, tantè che a pagare il maggior prezzo dell’attuale crisi russo-ucraina sono infatti paesi come la Polonia, la Bulgaria, la Slovacchia e l’Ungheria che hanno dovuto dichiarare lo stato di emergenza.

    Dall’altro vi sono i grandi clienti di Gazprom quali Italia e Germania che insieme assorbono quasi la metà del consumo europeo di gas russo grazie ad accordi bilaterali stipulati da compagnie che godevano (e continuano a godere) di situazioni pressoché monopolistiche sul piano interno.

    Poiché, come si è visto in occasione delle periodiche crisi a partire da quella russo-ucraina del gennaio 2006 per arrivare ai giorni nostri, la riallocazione delle forniture di gas tra paesi membri dell’Ue è scarsa ed inadeguata ai bisogni dei consumatori, quello che è necessario è la creazione di un mercato europeo unico e competitivo del gas. Questo consentirebbe un sistema di solidarietà tra consumatori europei e la possibilità per l’Europa di parlare con una voce sola nei confronti della grande Russia.

    I contratti bilaterali di Italia e Germania con Gazprom sarebbero "europeizzati" nel senso che la fornitura non sarebbe diretta ai singoli Stati nazione ma all’Europa nel suo complesso che provvederebbe ad allocare poi le forniture sulla base del gioco della domanda/offerta interna all’Europa. Con una differenza non di poco conto: che Italia, Germania piuttosto che Francia, pur restando partner di Gazprom, non avvertirebbero il costante prurito di essere politicamente accomodanti alle varie istanze russe come la recente crisi russo-georgiana ha dimostrato.

    Inoltre un comune mercato europeo del gas aiuterebbe quei paesi dell’est Europa, fortemente dipendenti dalla Russia, a far fronte alla loro sindrome da insicurezza anche in assenza di infrastrutture grazie all’accesso a forniture non russe su cui possono contare altri partner europei.

    Se a questo aggiungiamo un impegno a conseguire obiettivi europei ambiziosi in termini di efficienza energetica come quelli che come radicali italiani ed Amici della terra individuiamo in un impegno vincolante al conseguimento del 20% di risparmio entro il 2020, allora si delinea una politica di segno diametralmente opposta a quella di cui ci parlano Berlusconi e Scajola.

    È del tutto fuorviante indicare il nucleare come alternativa al gas, consapevoli come siamo che non può assolutamente essere tale nel breve-medio termine. L’80% delle case italiane è riscaldato a gas così come lo sono 2 ospedali su 3 e un impegno serio a sostegno dell’efficienza energetica nel campo dell’edilizia potrebbe avere ben più immediati e rilevanti effetti.
    Parimenti è fuorviante parlare di diversificazione degli approvvigionamenti citando il gas libico quando, in questo paese, si parla di progetti di sfruttamento congiunto del gas da parte di Eni in partnership con Gazprom. Altro sarebbe parlare di incremento di importazioni di gas liquido.

    Quello che serve è una politica che ponga, insieme all’efficienza energetica, come priorità europea la creazione di un mercato integrato dell’energia con l’impegno a rafforzare quel poderoso piano di proposte che la Commissione europea ha presentato per aprire alla concorrenza il mercato interno dell’energia elettrica e del gas e per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti che è uno dei punti qualificanti l’attuale presidenza ceca dell’Unione europea.

    Fonte: Europa - Elisabetta Zamparutti | vai alla pagina

    Argomenti: UE, europa, energia, efficienza, radicali al Parlamento, commissione europea, Russia, gas | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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