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Dichiarazione di Maurizio SACCONI
«Non è questo il tempo delle riforme strutturali delle pensioni e degli ammorizzatori sociali»
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(15 gennaio 2009) - fonte: Giorno/Resto/Nazione - Nuccio Natoli - inserita il 15 gennaio 2009 da 31
Pensionati, non c`è una lira, pardon un euro. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ospite d`onore a un convegno della Cisl-pensionati gela la platea: «Non siamo in grado di prendere impegni di spesa. Non è questo il tempo delle riforme strutturali delle pensioni e degli ammorizzatori sociali». L`unica riforma in cantiere è l`equiparazione dell`età pensionabile tra donne e uomini, «ma solo nel settore pubblico».IL ministro del Lavoro, quasi usando le stesse parole che avrebbe usato il collega Tremonti, ha spiegato che «con il nostro grande debito pubblico non ci possiamo permettere il lusso di dare instabilità e incertezze» e ha rimandato quasi tutto a un futuro non meglio precisato. A partire dal «paniere dei prezzi specifici per gli anziani» da utilizzare per gli aumenti delle pensioni più basse che «si farà, ma non adesso». E la perdita del potere d`acquisto soprattutto delle pensioni? «Il 2008 in effetti è stato pesante ha ammesso Sacconi - ma ora i prezzi stanno scendendo».
Quindi i pensionati aspettino e sperino che accade il miracolo di un recupero spontaneo del potere d`acquisto.
Che se accadesse, però, significherebbe anche che l`Italia cadrebbe in una disastrosa deflazione è «un particolare» su cui il ministro ha sorvolato con grazia.In atteso di un futuro più benigno, Sacconi ha annunciato solo un intervento a tempi brevi, e solo «perchè ce lo impone una sentenza esecutiva dell`Ue, l`equiparazione dell`età pensionabile per uomini e donne nel pubblico impiego». E nel settore privato? «NON CI SONO le condizioni per alzare l`età per le pensioni di vecchiaia delle donne nel settore privato perchè le donne hanno difficoltà a entrare nel mercato del lavoro».
Quindi, sì all`equiparazione dell`età pensionabile donne-uomini nel pubblico, no nel privato.L`annuncio del ministro ha un po` spiazzato la Cisl. Il segretario dei pensionati-Cisl, Antonio Uda, aveva aperto uno spiraglio di disponibilità:
«Deve cadere il tabù dell`età pensionabile anche per le donne, ma deve essere una scelta volontaria». Quindi, disponibilità a discutere a patto che «le risorse risparmiate restino all`interno del Welfare in modo da aumentare sia le pensioni future, sia quelle in essere che hanno perso potere d`acquisto».Una posizione «benedetta» dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: «Siamo contrari ad aumentare l`età pensionabile per le donne, mentre siamo aperti se accadesse su base volontaria. In questo momento, però, non è un problema reale, il vero problema è la copertura del reddito dei pensionati di oggi e di domani. Quello che ci interessa davvero è come finanziare il legame tra le pensioni e l`aumento del costo della vita. Superate le questioni più scabrose del momento il governo abbia la pazienza e la responsabilità di discutere su questi temi. Anzi, chiediamo al governo un incontro per affrontare questi temi».
Il «non c`è un euro» di Sacconi, con l`augurio che «i prezzi scenderanno» ha, di fatto, chiuso ogni spiraglio di discussione.
E` rimasto in piedi solo l`annuncio dell`equiparazione dell`età pensionabile per uomini e donne nel pubblico impiego. Il governo tramite Sacconi sostiene che «si deve fare» per rispettare la sentenza dell`Ue.
La Cisl ribatte che se ne può parlare solo «se è su base volontaria». Si profila un dialogo tra sordi.
Più secca la posizione della Cgil che giudica «inaccettabili i tentativi di rassicurazione dei ministri Brunetta e Sacconi». La tesi della Cgil è che dividendo il pubblico dal privato «si creerebbe una situazione di differenti requisiti pensionistici fra le lavoratrici, cancellando le riforme degli anni novanta che hanno avuto come fulcro proprio l`equiparazione dei diritti tra tutti i lavoratori indipendentemente dal lavoro svolto».
Fonte: Giorno/Resto/Nazione - Nuccio Natoli | vai alla pagina » Segnala errori / abusi