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Dichiarazione di Maria Rosaria CARFAGNA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Pari opportunità (Partito: PdL) 


 

Pdl e UdC insieme per la Campania

  • (16 gennaio 2009) - fonte: Il Mattino - Mara Carfagna - inserita il 16 gennaio 2009 da 31

    Caro direttore,
    le recenti vicissitudini politiche del Partito democratico a Napoli e in Campania rappresentano il segno evidente e ultimo della fine di una stagione che ha visto il centrosinistra governare il nostro territorio con ampie maggioranze. Non spetta a me giudicare quello che è accaduto dal 1993 ad oggi, sia per la giovane età sia per l’ancora scarsa esperienza politica.
    Da parlamentare, da ministro e da cittadina campana sento però il bisogno e il dovere di guardare oltre gli errori altrui e di pensare al futuro di una terra che merita molto più impegno da parte di tutti. Penso in sostanza che con il declino definitivo dell’esperienza di governo del centrosinistra campano si debba superare la contrapposizione tout court tra schieramenti e con essa le vecchie logiche di demonizzazione preconcetta degli avversari. In tale contesto non basta il processo pubblico al centrosinistra che pure il Pdl ha il dovere di fare, convinti come siamo che la condanna del malgoverno sia già avvenuta e che la sentenza sarà depositata dagli elettori appena si recheranno alle urne. Questo è accaduto sia per le debolezze di una sinistra divenuta forza peronista e di gestione, disattenta al territorio ed ai cittadini, sia per l’incalzante lavoro che dall’opposizione il centrodestra ha prodotto in questi anni. Troppo spesso siamo stati ingenerosi con noi stessi e non abbiamo apprezzato fino in fondo e valorizzato il lavoro portato avanti dai nostri uomini nei consigli comunali, provinciali e regionali, grazie al quale, invece, oggi siamo pronti all’alternanza e dotati di una classe dirigente plurale, qualificata e radicata sul territorio.
    Nonostante un quadro oggettivamente positivo per il centrodestra, che a mio giudizio ci dà ampie possibilità di vittoria a partire dalle elezioni che il 7 giugno si terranno a Napoli, Salerno, Avellino ed altre realtà, ritengo che il Pdl abbia il dovere di interrogarsi sulla formula con cui deve presentarsi all’elettorato. La strada più breve e comoda sarebbe quella di raccogliere i frutti degli errori altrui e puntare ad una vittoria solitaria. La strada più complessa, ma anche più politica e più rispettosa delle esigenze del territorio passa invece attraverso l’allargamento a tutte le forze alternative alla sinistra capaci di convergere con noi in nome di un condiviso progetto di governo del territorio.
    Ovviamente mi riferisco all’opportunità dell’alleanza con l’Udc e con Ciriaco De Mita. I rapporti tra il Pdl e l’Udc sono molto complessi a livello nazionale e al momento appare impossibile una convergenza, ma la vicenda campana è altra cosa, così come è altra cosa l’Udc campana, figlia del percorso politico demitiano più che di Casini. In un territorio dove la sinistra ha governato troppo a lungo e troppo male, dove si chiede un’alternanza forte, può valere la pena di avviare un’esperienza da laboratorio, capace di saldare le forze più radicate tra gli elettori intorno ad un unico obiettivo, che è quello di costruire un nuovo modello di governo che sia più aperto e più partecipato, sia all’interno dei partiti sia in riferimento ai cittadini. Un laboratorio capace di ascoltare e parlare alla gente, di rivolgersi a chi opera sul territorio, che riprenda il filo del collateralismo, che ascolti e parli alle parrocchie, al volontariato, all’associazionismo. Un modello politico diametralmente opposto a quello di chi invece ha investito tutto su immagine, feste di piazza e rapporti con l’alta borghesia. Credo che questo sia un percorso possibile, da valutare, da tentare con l’obiettivo di costruire un modello nuovo, unico nel suo genere così com’è unica nel suo genere la politica campana di questi anni.
    Ed è per questa ragione che mi appello alla classe dirigente politica dell’Udc e a De Mita in persona affinché tra il vantaggio elettorale che potrebbe garantire una corsa solitaria da terzo polo ed una convergenza tutta politica in nome di un nuovo modello di governo scelgano la seconda ipotesi.

    Fonte: Il Mattino - Mara Carfagna | vai alla pagina
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