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Dichiarazione di Renzo TONDO
«Bossi? È il Ghino di Tacco di oggi»
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(16 gennaio 2009) - fonte: Il Gazzettino - Maurizio Bait - inserita il 16 gennaio 2009 da 31
No, la Regione Friuli Venezia Giulia non sforerà alcun patto di stabilità, né quello che deve sottoscrivere con il Governo nazionale, né quelli dei suoi enti locali. Ciò non significa però attribuire un errore alla Lega Nord, ma piuttosto «tenere saldamente la barra al centro, ascoltare le sensibilità di ciascuno e poi praticare l’etica della responsabilità».
Il governatore Renzo Tondo, intervistato ieri sera a Telefriuli dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti e da quello dell’emittente, Alberto Terasso, si rimprovera certe dichiarazioni poco prudenti, che magari «portano certi giornali a titolare "Tondo contro Bossi"». In realtà il Carroccio «esprime legittimamente una giusta protesta» di fronte alla possibilità accordata al Comune di Roma di non rispettare i limiti contabili. «La protesta ha buone ragioni - constata Tondo - perché si è creato un vulnus, con tanto di precedenti. Sono cose che fanno inorridire chi ha amministrato bene un Comune e se chi non l’ha fatto si è rivelato più furbo, bisogna riconoscere un pieno diritto ad arrabbiarsi. E a protestare». Resta il fatto che «noi dobbiamo essere coerenti, anche se altri fanno i furbi».La Lega è in Friuli un alleato leale, però è chiaro che «punta molto sull’immagine e sulla comunicazione e quando constata la scarsa coerenza di alcune realtà, eleva il livello del confronto». Bossi come Craxi?, lo incalza Papetti. «Per certi versi sì - risponde Tondo - perché proporsi come Ghino di Tacco è legittimo per un partito che interpreta il sentire comune».
In ogni caso, nel primo scorcio di legislatura in coabitazione con i leghisti Renzo Tondo ha percepito «assai più polemiche apparse sui media rispetto a quelle effettivamente consumate». Ma per fortuna, stavolta, non è colpa dei giornalisti: «È la politica che ha gestito una serie di situazioni in modo fortemente mediatico».
Sempre nel novero delle esperienze di rodaggio del mandato regionale, Terasso chiede al presidente se si senta un direttore d’orchestra o invece un solista. Se sia intervenuta qualche stroncatura. «Sì, mi sento direttore d’orchestra - spiega Tondo - ma un’orchestra che suona bene. Certo qualche volta c’è una stecca, magari può capitare anche a me», aggiunge con quella sobrietà che è stata la parola più ricorrente nella sua intervista. Ma nessuno si nasconde dietro un dito: «Tenere insieme una coalizione non è semplicissimo - confida il governatore - Il problema non è la coalizione, ma piuttosto il confronto con i problemi effettivi, soprattutto con l’economia e le aspettative dei cittadini».
Ma governare il cambiamento - che è uno slogan importante nella comunicazione di Tondo - non passa attraverso la svalutazione di chi lo ha preceduto e che è stato sconfitto contro le quotazioni di eserciti di bookmakers: «Avrei dovuto mediare meglio le dichiarazioni sul lavoro di Riccardo Illy per ottenere l’Irpef trattenuta ai nostri pensionati - ammette il presidente - perché in realtà ha agito bene». E se «nel medio periodo il nostro diritto non sarà riconosciuto, andremo alla Corte costituzionale. Anche contro un Governo amico».
Fonte: Il Gazzettino - Maurizio Bait | vai alla pagina » Segnala errori / abusi