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Dichiarazione di Donata GOTTARDI

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: Gruppo socialista al Parlamento europeo) 


 

Il punto sulle finanze pubbliche dell' Unione Europea

  • (17 gennaio 2009) - fonte: web site - delegazione italiana PSE - inserita il 18 gennaio 2009 da 31

    Ottimo il risultato ottenuto in aula sul rapporto Finanze pubbliche 2007 e 2008 di cui sono stata relatrice. Un anno fa, in Commissione economica ho ottenuto di congiungere il rapporto tenendo conto dei due anni. I motivi erano almeno sostanzialmente questi: cercare di essere più tempestivi e tener conto dei segnali di cambiamento in atto. Non era ancora dato conoscere l’intensità del cambiamento, ma era già allora chiaro che analizzare insieme i due anni ci avrebbe consentito una analisi più completa e adeguata. Niente di più vero. Il rapporto che abbiamo votato è stato aggiornato costantemente.
    È evidente, infatti, lo strettissimo collegamento tra finanze pubbliche e crisi finanziaria ed economica. Basti pensare: alla destinazione di risorse per salvataggi (di banche e grandi imprese), al sostegno del sistema produttivo – tenendo conto della richiesta proveniente soprattutto dalle piccole e medie imprese – e alla protezione contro le ricadute negative della recessione per le cittadine e i cittadini. Tutti provvedimenti che sono all’attenzione delle istituzioni europee e dei singoli Paesi membri e che non dovrebbero però intaccare e indebolire le prospettive e il nostro impegno per le generazioni future.
    Il rapporto coinvolge almeno due piani: quello generale e stabile, a valere in ogni situazione, e quello della risposta urgente nei confronti della crisi.
    Rimane confermato, anzi rafforzato, il principio che finanze pubbliche di qualità e sostenibili sono indispensabili non solo per i singoli Paesi, ma per la tenuta dell’economia e del modello sociale europeo.
    Quanto alle entrate, occorre ampliare la base imponibile, senza indebolire il principio della progressività, e ridurre la pressione fiscale sul lavoro, soprattutto per i redditi medio-bassi e per le pensioni.
    Quanto alle spese, occorre valutare il contesto, le esigenze, la composizione della popolazione, con attenzione alle politiche di genere e ai cambiamenti demografici. Più che tagliare indiscriminatamente, occorre riqualificare la spesa, riallocare le poste di bilancio, ammodernare le amministrazioni pubbliche.
    Una utile metodologia è quella del gender budgeting, da tempo voluta e promossa dal Parlamento europeo, ma ancora lontana dal diventare di comune applicazione, pur consentendo di aumentare trasparenza, comparabilità, conoscibilità da parte della cittadinanza e, quindi, di incrementare fiducia e senso di responsabilità.
    L’instabilità, priva di precedenti, va affrontata con punti fermi. Se l’intervento del settore pubblico è (ri)diventato centrale ed essenziale, diventa indispensabile evitare di ripetere errori che sarebbero ancora più imperdonabili e piegare la crisi verso un nuovo modello di sviluppo, che sia davvero ambientalmente e socialmente sostenibile Quando si parla di coordinamento a livello europeo, si deve pensare a vera e propria Governance, in funzione anticiclica e con impegni condivisi e unidirezionali, rafforzando la lotta all’evasione e ai paradisi fiscali, collegando i piani nazionali.
    In caso di interventi di sostegno alle imprese, vanno valutate le ricadute in relazione alla concorrenza, al funzionamento del mercato interno, al level-playing field, garantendo supervisione, accountability, limitazioni e comportamenti conseguenti.
    La revisione del Patto di stabilità e crescita consente una flessibilità controllata, da impiegare con attenzione e lungimiranza.
    Vanno rilanciate le politiche macreconomiche e di investimenti comuni, nei settori strategici e con strumenti quali gli Eurobond, con attenzione anche al livello sub-nazionale.
    Il rapporto ha ricevuto un ampio consenso già a partire dalla Commissione economica, dato il convergere della maggior parte dei gruppi politici su questa visione.

    Fonte: web site - delegazione italiana PSE | vai alla pagina
    Argomenti: parlamento europeo, economia, lavoro, redditi, unione europea, pressione fiscale, patto di stabilità, Commissione economica UE | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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