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Dichiarazione di Ignazio Roberto Maria MARINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Diritto alle cure Pd al traguardo

  • (17 gennaio 2009) - fonte: Europa - Ignazio Marino - inserita il 18 gennaio 2009 da 861

    «Il prolungamento della longevità biologica non può soddisfare quel desiderio di vita ulteriore che sta dentro invincibilmente nel cuore dell’uomo». Parole non di un semplice cattolico come Ignazio Marino, ma della Costituzione pastorale della Chiesa nel mondo contemporaneo. Nel 1965, con la Gaudium et Spes, la Chiesa indicava il suo magistero ed è anche di quell’insegnamento che possiamo far tesoro, quando ci accingiamo a percorrere l’ultimo miglio, in vista di una posizione comune del Pd sul testamento biologico.
    Nel partito, dopo molti sforzi, siamo arrivati ad un avvicinamento nella definizione di importanti concetti, una mediazione possibile tra componenti di radici diverse, da quella socialista a quella cattolica.
    Per quanto riguarda il punto spinoso dell’utilizzo di terapie come l’idratazione e la nutrizione artificiali, così come la definizione di stato vegetativo persistente, voglio ribadire che sono strumenti terapeutici, descritti dalla letteratura scientifica internazionale in modo univoco e condiviso.
    Credo quindi che sia necessaria la massima attenzione anche nell’utilizzo delle terminologie mediche, per evitare approcci ideologici, talvolta erroneamente presentati come verità scientifiche, al fine di giustificare scelte politiche.
    Siamo sul punto di arrivare ad una sintesi costruttiva ma non dobbiamo ripiegarci sui nostri sforzi. Credo che, sul versante dei diritti, sia sempre utile, e anzi fondamentale, ascoltare la voce del paese: «Chiedo che si tuteli il diritto alle cure e non il dovere alle terapie. Nel rispetto della persona umana e del nostro dettato costituzionale », ha scritto una donna sul sito www.appellotestamentobiologico. it.
    Questo appello, che in pochissimo tempo ha raccolto circa 60.000 adesioni, offre una finestra sul paese reale e chiarisce la posizione di chi chiede il rispetto del diritto alla libertà di cura. A loro, e all’ampia parte della società che rappresentano, dobbiamo pensare quando scriviamo una legge sul testamento biologico.
    Oggi abbiamo l’opportunità al contempo di contribuire in maniera costruttiva al dibattito sulla legge, riavvicinandoci al cuore e alla testa di chi sostiene il nostro partito, e di dimostrare che il Pd non è una fusione a freddo e che non tiene insieme il diavolo e l’acqua santa, ma solo anime democratiche fisiologicamente diverse che fisiologicamente ragionano per raggiungere una sintesi comune.
    In ogni caso, se si dovesse giungere a rare e circoscritte prese di posizione irriducibili, non sarebbe un dramma: mi pare accettabile che una componente, fortemente minoritaria, si esprima secondo coscienza rispetto alla larga maggioranza del partito, ma si tratterebbe appunto di pochissimi voti, ampiamente bilanciati dai tanti, anche all’interno delle stesse forze politiche della maggioranza, favorevoli ad una visione sul testamento biologico fedele all’articolo 32 della nostra Costituzione.
    Del resto, la diversità nel modo di vedere e affrontare le delicate questioni che riguardano la fine della vita mi pare facciano parte anche del confronto interno al Popolo della Libertà, una discussione in cui forse al momento del voto prevarrà, come spesso accade nel centrodestra, la logica della cieca obbedienza, ma dove le posizioni non mi sembrano affatto univoche o prive di contrasti.
    Il Partito democratico ha avuto anche il merito, è doveroso sottolinearlo, di avviare il dibattito sulle dichiarazioni anticipate di fine vita ben prima degli interrogativi posti dalla drammatica vicenda di Piergiorgio Welby, testimoniando una cultura tradizionalmente più sensibile ai temi della bioetica ed alle esigenze delle persone in carne ed ossa. Chiudo semplicemente citando le fonti francescane, laddove ricordano gli ultimi momenti dell’esistenza del poverello d’Assisi: «Poiché è legge di natura ineluttabile che il corpo si consumi ogni giorno avvenne che quell’involucro preziosissimo che racchiudeva quel celeste tesoro cominciò a cedere da tutte le parti e a indebolirsi notevolmente. Spesso i confratelli con dolce insistenza lo invitavano a ristorare un poco il suo corpo infermo e troppo debole con cure mediche, ma egli, che aveva lo spirito continuamente rivolto al cielo, declinava ogni volta l’invito poiché desiderava soltanto sciogliersi dal corpo per essere con Cristo».

    Fonte: Europa - Ignazio Marino | vai alla pagina
    Argomenti: cattolici, testamento biologico, socialismo, diritti del paziente, bio-etica, Costituzione, legge, terapie, Chiesa Cattolica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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