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Dichiarazione di Riccardo VILLARI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN)  - Pres. commissione Vigilanza Rai Senato (Gruppo: Misto)  - Senatore (Gruppo: Misto) 


 

«La mia testa per spartirsi le poltrone Rai» - Colloquio

  • (20 gennaio 2009) - fonte: La Stampa - Paolo Festuccia - inserita il 20 gennaio 2009 da 31

    Accerchiato. Ma per niente intimorito. Riccardo Villari ha i «fucili» spianati addosso, braccato come una lepre sia dagli uomini del Pdl, che pure prima lo avevano convinto a rendersi disponibile per l`elezione a presidente della Commissione di Vigilanza della Rai (e poi eletto); sia dal Pd che, sin dall`inizio - lo scorso 13 novembre - lo aveva immediatamente disconosciuto come figlio «legittimo», espellendolo dal «club» dei «fondatori» del partito.
    Ma Riccardo Villari, fibra napoletana non si scompone nemmeno più di tanto, «tant`è - spiega - che per quanto mi riguarda rispetto ai giorni scorsi non c`è nulla di nuovo. Con la lettera di sabato scorso ai presidenti di Camera e Senato non ho fatto altro che ribadire la mia disponibilità al confronto e ieri ho fatto la stessa cosa. Insomma, voglio dire che con il mio gesto ho solo offerto - continua il presidente della Vigilanza - un`opportunità per il funzionamento delle istituzioni: tutto qui.
    Ma loro devono rispondere a questa domanda:
    perché mi vogliono cacciare? Sappiano che non mi faccio intimidire, massimo rispetto per tutti ma non mi spavento».
    Disponibilità, dunque, al confronto, ma nessun tentennamento.
    «E`- riprende Villari - quello che ho sempre fatto in questi mesi, e che sin dalla mia elezione vado ripetendo. Avete visto le reazioni? E` così che si fanno funzionare le istituzioni? Per sei mesi sono state bloccate, vi pare possibile? Il mio partito nemmeno mi ha avvertito sull`accordo raggiunto con Zavoli. Certo, un galantuomo, ma che a quell`età non va certo in trincea».
    Dunque, Villari non arretra di un millimetro, «non farò il capro espiatorio», anche se la pressione aumenta di ora in ora. Ribatte punto su punto alle «accuse» che gli piovono addosso.
    «Figuriamoci - dice il senatore campano - se sono incollato alla poltrona. Io non ho mai trattato nulla per me, forse altri sì anche nelle ultime ore («pressing sul radicale Beltrandi»), con intimidazioni di ogni tipo.
    Io, per ciò che mi riguarda, mi sono solo preoccupato che le istituzioni funzionassero anche in relazione ai richiami autorevoli del Capo dello Stato. Invece, mi pare di capire che sono restato solo io a preoccuparmi di questi aspetti. Tant`è che sino ad oggi ne ho viste di tutti i colori:
    offeso e accusato, con un`unica responsabilità, forse - mi chiedo - quella di aver fatto funzionare una Commissione ferma dalla passata legislatura. Nessuno, ad esempio si è mai preoccupato del cosiddetto vincolo di mandato, del rispetto nei confronti di chi ci ha eletto. Pensate il comportamento comico del mio vicepresidente, Giorgio Merlo:
    mentre mi insultava chiedendo le dimissioni non ha mai ritenuto (per se stesso) di dimettersi...
    Pensate, dunque, quanto siano blindate le posizioni».
    Dunque, queste le rivendicazioni dell`ex esponente del Pd («ma io non mi sento tale» - ha sempre sostenuto - «perché quel partito ho contribuito a fondarlo), dell`uomo che sino ad oggi ha tenuto ai margini del campo Sergio Zavoli, sul quale sia il Pdl che il Pd avevano ottenuto, previo accordo di Gianni Letta e Walter Veltroni, un accordo superblindato. Poi nulla. Villari è rimasto immobile, fermo al suo posto, mentre intorno a lui tutti lo invitavano a lasciare, compresi i presidenti di Camera e Senato.
    «Vuol sapere cosa ne penso? Che ho il massimo rispetto per le istituzioni - riprende Villari - pensi che mai mi sono permesso di commentare le loro iniziative né ho mai fatto trapelare le mie istanze ufficiali di replica. Intorno a me, invece, ho trovato il vuoto. Dall`esperienza a San Macuto, di questi due mesi, ho tratto allora un dato, che le forze politiche sono troppo poco interessate alla funzionalità della Commissione ma sono proiettate altrove. Altri obiettivi, dunque».

    Obiettivi, che partono dalla torta di nomine relative alla Rai (non solo il cda scaduto da mesi) e arrivano alle poltrone di tg e reti. «Io credo - conclude Villari per come si sono messe le questioni in questi mesi, che le forze politiche vogliono la mia testa non perché vogliono far funzionare la Vigilanza, ma piuttosto per accaparrarsi la mia poltrona, legittimamente votata. Insomma, vogliono quel posto per spartirsi le poltrone Rai.
    E per come si erano messe le cose io non facevo al caso loro. Di certo rivendico la mia onestà e il no a qualunque inciucio. Di voce ne ho tanta, e poi del resto siamo ancora solo al primo anno di legislatura».

    Fonte: La Stampa - Paolo Festuccia | vai alla pagina

    Argomenti: dimissioni, Rai, nomine, commissione di vigilanza, Cda, Villari Riccardo, partitocrazia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 20 gennaio 2009 da 861
    Viva Villari! Bravo, non mollare. Tieni duro.

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