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Dichiarazione di Enzo RAISI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Bologna (BO) (Lista di elezione: AN)  - Deputato (Gruppo: FLI) 


 

Bologna. «Bisogna interrogarsi sul perché si è arrivati a ridosso delle elezioni senza aver espresso un candidato dalle fila del partito» - INTERVISTA

  • (22 gennaio 2009) - fonte: L'Opinione - Traiano Bertollini - inserita il 22 gennaio 2009 da 31

    “Sulla candidatura di Cazzola sono prodotti troppi veti incrociati”

    C'era una volta il tempo in cui Bologna era così rossa che per trovare un candidato da opporre alla sinistra bisognava fare i salti mortali. Ora il vento è cambiato e di candidati ce ne sono pure troppi. Dal novero dei papabili alla fine è uscito con forza Alfredo Cazzola, imprenditore dai molti successi e qualche errore, ma soprattutto uomo non di partito. Su di lui si dovrebbe coalizzare tutto quell’insieme di forze politiche e realtà che del centrosinistra non ne vogliono più sapere, ma il condizionale è d’obbligo almeno stando a certe dichiarazioni. In prima fila tra coloro che si ritrovano a dover fare buon viso a cattivo gioco c’è l’onorevole Enzo Raisi, bolognese doc con 25 anni di attività politica spesi a contrastare il predominio rosso in Emilia Romagna.
    Onorevole Raisi alla fine anche Fini ha dato il via libera alla candidatura di Cazzola, ma lei pur premettendo la stima verso l’uomo non fa mistero che si sarebbe mosso in altro modo. Perché ha definito la scelta di Cazzola una sconfitta per tutto il Pdl?
    Chiariamoci subito: io non contesto la persona, ma il metodo. Non si può arrivare a quattro mesi dal voto senza aver ancora espresso un candidato del Pdl. Fini ha preso atto dell’incapacità della nostra classe dirigente a tirare fuori un nome dalle nostre fila e sinceramente un partito che vale il 30% non ci fa una bella figura a saltare sulla ciambella di salvataggio rappresentata da un candidato esterno. Mi lasci dire che quanto meno la strategia è discutibile. Un candidato scelto con queste modalità non conferisce forza al Pdl alla vigilia della presentazione da parte di Cazzola della sua squadra e proprio in vista delle trattative politiche che contraddistinguono questi momenti.
    E con Guazzaloca, che senza ufficializzare la sua candidatura, ha fatto campagna elettorale già da tempo, come la mettiamo?
    Se Guazzaloca non si dovesse ritirare avremo il paradosso delle primarie nel centrodestra al primo turno. Una sfida che vedrà protagonisti due uomini non provenienti dal partito. Il centrodestra bolognese dovrebbe invece interrogarsi sul perché si sia giunti a questa situazione. Nel Pdl si sono prodotti troppi veti incrociati, ognuno ha fatto la propria partita e questo è il risultato della nostra miopia. Faccio parte della classe dirigente del centrodestra bolognese e non mi sottraggo alle responsabilità, anche se io ho sempre rivendicato l‘importanza di produrre un nostro candidato.
    L’onorevole Garagnani dice che con Cazzola si eviteranno le pratiche consociative. Non trova che sia un’ipotesi condivisibile?
    Non capisco cosa intenda Garagnani. Lui ha da sempre fronteggiato le cooperative, ma penso sappia che le stesse hanno espresso giudizi positivi su Cazzola. Nel Pdl ci sono atteggiamenti variegati su molte questioni e il rapporto con le cooperative è in cima alla lista. Personalmente non ho pregiudizi nei confronti di questa realtà che investe l’80% dell’economia della regione, ma sono fermamente contrario alle corsie preferenziali e ritengo che anche su questo tema sarebbe necessario avere un’idea chiara su quale profilo tenere.
    Lei ha inoltre manifestato le sue perplessità circa gli scenari futuri a fronte dell’incapacità di esprimere un candidato di partito. Quali sono i suoi timori?
    Il timore è che si arrivi alle prossime elezioni regionali ancora una volta senza una progettualità, ma affidandosi al candidato del momento. Le porto l’esempio di Roma: Alemanno prima di vincere ha subito una pesante sconfitta, ma per arrivare a raggiungere dei risultati bisogna assumersi delle responsabilità. Il professor Morra nel 1996, Canè nel 2000, Monaco nel 2005 rappresentano l’esempio di un discorso politico che si perde se non supportato da un progetto a lungo termine. Occorre riflettere sulle conseguenze di scelte che privilegiano candidati meteore incapaci di dare continuità all’azione politica.
    Analizzate le perplessità sulle scelte del Pdl bolognese, diamo un’occhiata all’altro schieramento. Qual è il difetto principale del candidato del centrosinistra Del Bono e perché il Pd è battibile?
    Del Bono non è più conosciuto come quando era assessore al bilancio. E’ in una parabola discendente e la candidatura di Cofferati di fatto gli ha tagliato le gambe, facendo sì che ora la gente non lo conosce. Per quanto riguarda il Pd lo ritengo battibile perché anche su Bologna il partito risente del disastro che esiste nell’area politica di riferimento.

    Fonte: L'Opinione - Traiano Bertollini | vai alla pagina
    Argomenti: Candidature, emilia-romagna, bologna, cooperative, elezioni comunali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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