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Dichiarazione di Riccardo VILLARI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: CN)  - Pres. commissione Vigilanza Rai Senato (Gruppo: Misto)  - Senatore (Gruppo: Misto) 


 

Vigilanza Rai. «Sono pronto al ricorso» - Colloquio

  • (23 gennaio 2009) - fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone - inserita il 23 gennaio 2009 da 31

    Sorridente, perfettamente sbarbato, le guanciotte un po’ scese che lo fanno somigliare a Mastella, e poi tutto vestito di blu - l’abito, i calzini, la cravatta - in ghingheri come per salire all’altare o al Quirinale, Riccardo Villari, il quasi ex presidente della commissione di Vigilanza Rai, sale invece sul palco del teatro Parioli e a Maurizio Costanzo detta le sue (già parzialmente intuite) prossime strategie.

    «I presidenti di Camera e Senato - argomenta con una decisione senza precedenti, hanno deciso di sciogliere l’organo da me presieduto ma io, beh... se verificherò che ne esistono le condizioni, sono intenzionato a fare ricorso».

    Prende fiato, smaliziato guarda come si dice in gergo in camera: e subito riparte. «Sto valutando con i miei legali se, dal punto di vista tecnico, posso rivalermi e in quale sede sia più opportuno farlo... Se al Tar o alla Corte costituzionale o, eventualmente, perché no? in tutte e due le sedi...».

    Maurizio Costanzo ha con un, soprassalto. Vecchia anima di cronista, intuisce che, ancora una volta, Villari sta rimestando il minestrone del dubbio e della minaccia. «Scusi, Villari: sia chiaro. Questo ricorso vuol farlo o no? Sono giorni che valuta, i suoi legali le avranno pur fatto sapere qualcosa, no? Forza... dica: da zero a dieci, quante effettive possibilità ci sono che lei avvii un ricorso?».

    Va bene che era stata concordata, questa intervista. E va bene che Villari non è solo un politico abile e spregiudicato, ma anche un uomo che non teme di essere incalzato, uno che insomma non riesci mai (o quasi) a mettere nell’angolo. Però Costanzo è talmente netto, secco, che Villari è costretto a rispondere senza indugi: «La mia volontà è dieci. La possibilità otto, anche otto e mezzo...».

    Nemmeno mezzo applauso e non pochi, tra il pubblico, gli sguardi annoiati. La maggior parte dei presenti non ha infatti idea di chi sia questo epatologo napoletano, elegante e disinvolto, charmant con le donne e con altre due passioni sfrenate (per il cachemire e per Maradona) prima che poi nella sua esistenza prevalesse la febbre per la politica, per la carriera politica, con tutti i passaggi noti a chi legge i giornali: la Margherita, il Pd, quindi il Senato e quell’elezione a sorpresa a presidente della commissione di Vigilanza (con i voti decisivi del Pdl) che il suo segretario Veltroni gli ha fatto pagare cacciandolo dal partito.

    Su tutto ciò, in realtà, Costanzo sorvola; preferendo soffermarsi su alcuni dettagli effettivamente curiosi di questa vicenda.

    «Mi faccia capire, Villari: gli stessi membri della commissione che in parte l’avevano eletta, e che adesso di sono dimessi, tra qualche giorno si apprestano a riprendere il loro posto, in una nuova commissione, come se niente fosse?». illari allarga le braccia, Costanzo gli prepara la battuta e lui, teatrale: «Caro Costanzo, vuole la verità? Sono incensurato e l’unica colpa che ho è quella di aver fatto lavorare la Commissione che presiedo...».

    Qualche cronista smette di prendere appunti. Spettatori che sbadigliano. Fotografi che mettono via il loro cannoncino, tanto i primi piani di Villari sono sempre gli stessi: la smorfia di uno sereno, non vinto, non disperato, non arrabbiato; semmai a tratti sorpreso, come incredulo. In realtà l’uomo è furbo, e ha una strategia precisa.

    Ne sapremo di più oggi. La commissione, nonostante le decisioni di Fini e Schifani, resta convocata per questa mattina, a Palazzo San Macuto. Antonio Di Pietro fa sapere che, qualora davvero ne dovesse essere costituita una nuova, non ha ancora deciso se farvi prendere parte l’Idv. Ma sono minacce per il futuro. Il fatto è che Villari continua a comportarsi da presidente. Saluta Costanzo da presidente. Si atteggia da presidente. Poi, certo, va via dal teatro utilizzando un’uscita secondaria inseguito dalla segretaria e da un’altra signora, in bilico su tacco dodici.

    Fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone | vai alla pagina

    Argomenti: mediaset, Rai, commissione di vigilanza, Presidenti Camera e Senato, ricorso tar, Villari Riccardo, ricorsi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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