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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«Non ho mai accusato il Presidente. Basta giocare con le parole» - INTERVISTA

  • (29 gennaio 2009) - fonte: l'Unità - Claudia Fusani - inserita il 29 gennaio 2009 da 31

    Il silenzio che uccide è quello che circonda le vittime di mafia e i magistrati che devono lottare contro il crimine. Le mie parole strumentalizzate

    «Lotta alla mafia, ai criminali e massimo rispetto per il Capo dello Stato. Questa è l’Italia dei Valori e guai a chi prova a giocare con le mie parole. A chi guarda il dito per non vedere la luna».
    Stanchezza, rabbia, nervi a fiori di pelle. A fine di una giornata molto pesante Di Pietro parla con l’Unità per fermare quelle che, «con amarezza», definisce «speculazioni di chi non vuole che si parli del vero motivo per cui è stata organizzata la manifestazione di piazza Farnese: lotta alla mafia e a chi vuole leggi per non far lavorare i magistrati».
    Presidente, ci risiamo, dopo piazza Navona piazza Farnese. Qualcuno lo aveva anche previsto...
    «Non ci sto. Ogni persona che vuole ascoltare in buona fede il mio discorso (www.antoniodipietro.com) capisce che ho supplicato il Capo dello Stato perchè lasci i cittadini manifestare e dissentire liberamente.E affinchè si ascolti la voce dell’Associazione vittime di mafia che si sente abbandonata dalle istituzioni ogni volta che vengono prese decisioni che di fatto costituiscono un arretramento alla lotta alla criminalità».
    In piazza c’era quel cartello «Napolitano dorme, l’Italia insorge». La Digos lo ha fatto togliere.
    «E io ho solidarizzato con chi voleva manifestare il suo legittimo dissenso come in ogni paese civile».
    Appellandosi al Presidente, lei ha detto: «Il silenzio è un comportamento mafioso».
    «E lo ribadisco. Ma non tiriamo per la giacchetta il Presidente della Repubblica. Io non ho offeso Napolitano bensì ho ripetuto il sacrosanto appello dell’Associazione vittime di mafia che vedono con dolore e preoccupazione il silenzio che c’è nella lotta alla mafia».
    Nessun conflitto col Colle?
    «Non esiste un conflitto tra l’Idv e il Capo dello Stato. Il conflitto c’è tra l’Idv e chi fa le leggi che impediscono ai magistrati di fare il proprio lavoro. Questo è il tema per cui oggi abbiamo fatto una manifestazione. E ancora una volta, in piazza Farnese come in piazza Navona a luglio, si estrapola una frase per cercare di non far riflettere i cittadini sull’oggetto e il concetto della manifestazione».
    Perchè eravate in piazza stamani?
    «Contro il lodo Alfano perchè introduce disparità di trattamento tra i cittadini. Contro chi ferma magistrati come De Magistris. E contro il disegno di legge sulle intercettazioni voluto dalla maggioranza. Introdurre limiti temporali e - peggio che mai - pretendere i gravi indizi di colpevolezza, anzichè di reato come prevede adesso la norma, per mettere qualcuno sotto controllo significa depotenziare indagini difficili e delicate. Se uno è già colpevole perchè dovremmo intercettarlo? Intercettiamo per verificare innocenza o colpevolezza».
    Eppure oggi ha avuto molti attacchi.
    «Chi ha voluto capire ha capito.E sono i più, per fortuna. Gli altri hanno fatto la solita strumentalizzazione preconcetta. In questo paese c’è una classe politica che vuole espellere dalle istituzioni chi non è allineato».
    Parlerà con Napolitano?
    «Non ho offeso il Presidente e non c’è nulla da chiarire».

    Fonte: l'Unità - Claudia Fusani | vai alla pagina
    Argomenti: intercettazioni, de magistris, manifestazione, magistrati, presidente Napolitano, Italia dei Valori, libertà di espressione, Presidente della Repubblica, lodo Alfano, DDL | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 29 gennaio 2009 da 861
    Spesso Di Pietro esagera, ma stavolta ha tutte le ragioni. Napolitano si è voltato troppe volte e sempre per non guardare e intervenire quando la Costituzione non solo glielo permetteva, ma lo esigeva. Non mi interessa avere un presidente di una Repubblica delle mafie e dei partiti.

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