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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

Caso Eluana. «Costituzione sovietica»

  • (08 febbraio 2009) - fonte: Il Gazzettino - Andrea Bianchi - inserita il 08 febbraio 2009 da 31

    «Troppi lacciuoli che impediscono di governare, fu scritta tanto tempo fa da forze filo-Urss e la loro ideologia è sempre quella, comprime la libertà»

    Non solo il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, accusato di favorire l’«eutanasia». Nel mirino di Silvio Berlusconi, dopo il duro scontro sul decreto pro-Eluana, c’è anche la Costituzione, «fatta molti anni fa» con la collaborazione di forze che guardavano al modello sovietico. Una Carta, insomma, con troppi lacci e e lacciuoli che impediscono di governare.

    Ma le critiche del premier non risparmiano il padre di Eluana, Beppino Englaro: «A me sembra - dice - che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità».
    Da Napoli il Presidente della Repubblica osserva che «nessuno ha il monopolio della vicinanza ai sofferenti».
    Secondo il premier, impegnato nel solito giro elettorale per la Sardegna, una riforma della Costituzione «è necessaria perché è una legge fatta molti anni fa sotto l'influsso di una fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come un modello».
    Dietro questo giudizio è facile intuire il fastidio per gli ostacoli frapposti dalla cosiddetta «cappa istituzionale» all’azione di governo e segnatamente ai decreti. Come quello su Eluana che l’esecutivo ha dovuto trasformare in ddl per il diniego di Napolitano. Per lui nessuna giustificazione, o quasi. La lettera arrivata a palazzo Chigi, «niente affatto segreta», proprio non se l'aspettava, perché quello che era stato chiesto era solo «un parere, come succede sempre». E la lettera, aggiunge, «aveva anche un’implicazione grave sul piano dell’eutanasia introdotta nel nostro ordinamento senza una disposizione di legge». In serata però il premier si corregge. «Io - spiega - ho detto solo che la decisione di portare avanti la denutrizione è un caso di eutanasia, ma non ho fatto riferimento alla lettera di Napolitano». Forse, ipotizza Berlusconi, il Capo dello Stato è «influenzato» da chi gli sta intorno. «L'ideologia - prosegue il Cavaliere, riferendosi apparentemente all’entourage del Presidente - è sempre quella, da una parte l'ideologia liberale e dall'altra la loro che purtroppo conosciamo bene e che si manifesta via via in una compressione della sfera privata e delle libertà».

    Il premier difende la sua posizione «pro life» anche contro il padre di Eluana. «Mi sono messo nei panni di un padre - dice - e se uno dei miei figli fosse lì, vivo, e, mi dicono, con un bell'aspetto e delle funzioni, come il ciclo mestruale, attive, non me la sentirei proprio di staccare la spina. Con tutti i risultati che sta avendo la scienza poi - insiste - non me la sentirei proprio. E se venisse fuori un metodo per poterlo risvegliare?». Berlusconi torna ad invocare il «laico» principio di precauzione e aggiunge: «A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità».

    Da Napoli, dove ha passato l’intera giornata, il Presidente della Repubblica non replica direttamente. Sceglie però l’auditorium dell’Istituto oncologico Pascale per esprimere il suo pensiero. «Il sentimento di vicinanza e di partecipazione nei confronti delle persone che lottano contro la malattia e anche per le persone che giungono alle soglie estreme della vita - dice il Presidente - è forte in ciascuno di noi e non è monopolio di nessuno. Anche quando si debbono prendere delle decisioni delicate nell'esercizio delle proprie funzioni io conto sulla comprensione dei cittadini e di quanti sono qui». Un lungo applauso gli conferma che è così.

    Intanto si intensificano gli sforzi per ridurre al minimo i tempi d’approvazione del disegno di legge che imporrebbe di continuare ad alimentare e idratare Eluana. Il presidente del Senato Renato Schifani l’ha assegnato in sede referente alla commissione Sanità ed ha già convocato l’aula per le 19 di domani. «Ci aspettiamo la stessa velocità dal presidente della Camera - chiede il sottosegretario Roberto Castelli - perché non c'è tempo da perdere». Gianfranco Fini non farà nulla per opporsi. Seguirà alla lettera il regolamento, pronto a convocare la conferenza dei capigruppo non appena il Senato gli passerà il disegno di legge, forse già martedì. Ma, come ha detto lui stesso qualche giorno fa, il presidente della Camera «non ha certezze» sul caso Englaro e venerdì si è schierato apertamente dalla parte di Napolitano. «Fini ha fatto le sue valutazioni. Si sa come è fatto, non antepone mai le convenienze politiche alle sue convinzioni. È un suo diritto, come è diritto degli altri avere le proprie opinioni ed esprimerle», commenta freddamente Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, sempre più lontano dal vecchio «capo». Invece il reggente di An Ignazio La Russa sottolinea l’opportunità di una «rapida ricucitura» con il Colle.

    Fonte: Il Gazzettino - Andrea Bianchi | vai alla pagina

    Argomenti: politicanti, presidente Napolitano, Costituzione, Presidente della Repubblica, Eluana Englaro, presidente della Camera, DDL | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 08 febbraio 2009 da 31
    Berlusconi supera sè stesso. 1)Sul decreto legge non firmato dal Presidente Napolitano dice: «Al Capo dello Stato era stato chiesto solo un parere». Silvio, impara che sulla Costituzione non ci sono pareri. E il garante è il Presidente della Repubblica. 2)A Beppino Englaro dice:«A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità». E a me, e non solo a me, risulta un'aborto della tua seconda moglie al settimo mese di gravidanza perchè il bimbo sarebbe nato disabile. Questo come lo chiami?

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