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Dichiarazione di Giorgio NAPOLITANO

Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica


 

Eluana. «E' l'ora del silenzio e del dolore». Non replico agli attacchi.

  • (10 febbraio 2009) - fonte: Il Messaggero - Paolo Cacace - inserita il 11 febbraio 2009 da 31

    L`ha saputo dal telegiornale quando già era appena rientrato nel suo appartamento al Quirinale.
    Giorgio Napolitano è rimasto qualche minuto in silenzio, a riflettere commosso e addolorato. Poi ha chiamato i principali collaboratori e di suo pugno ha scritto una nota per esprimere il suo profondo cordoglio per la morte di Eluana Englaro.
    Poche parole, ma ricche di significato. «Dinanzi all`epilogo di una lunga tragica vicenda - scrive Napolitano - il silenzio che un naturale rispetto umano esige da tutti può lasciare spazio solo ad un sentimento di profonda partecipazione al dolore dei familiari e di quanti sono stati vicini alla povera Eluana».

    Dunque: un doveroso e commosso richiamo al "dovere del silenzio" perla scomparsa della donna che viveva da 17 anni in stato vegetativo persistente; silenzio rotto soltanto dalla sincera partecipazione al lutto del padre Peppino, dei familiari e di quanti hai no vissuto la tragedia in questi lunghi anni. Nessun riferimento nelle parole di Napolitano - com`era giusto, d`altra parte - alle polemiche che hanno accompagnato la fine di Eluana, echeggiate anche nei primi commenti politici e nel corso della seduta del Senato con accuse pesanti sulle presunte responsabilità del Colle.

    Il capo dello Stato ha parlato per telefono con il presidente dei Senato Schifani (che aveva fatto un intervento molto equilibrato) e ha parlato con il presidente della Camera Fini ringraziandolo per averlo difeso contro le affermazioni di Gasparri.
    Ma - occorre ripeterlo - ora è il momento del dolore. Un dolore che Napolitano aveva espresso chiaramente sabato scorso a Napoli, all`istituto oncologico "Pascale", quando aveva sottolineato che «il sentimento di vicinanza e di partecipazione nei confronti di chi soffre e giunge alle soglie estreme della vita è forte in ciascuno di noi e non è monopolio di nessuno».
    Poi verrà - se sarà necessario- il momento delle responsabilità. E` evidente che Napolitano è amareggiato per alcune critiche ingenerose e preoccupato che lo scontro istituzionale determinatosi con il governo - dopo il "no" del Colle allo strumento del decreto - possa trovare ulteriore linfa dalla scomparsa di Eluana. Peraltro, questo timore non modifica le convinzioni del capo dello Stato, il quale quando ha spiegato con la famosa lettera a Berlusconi le ragioni del suo "no" allo strumento del decreto - ha fatto comprendere chiaramente che la sua scelta era obbligata perché era in gioco il rispetto delle regole fissate dalla Costituzione di cui lui è supremo garante.
    In altri termini, Napolitano era consapevole che la sua decisione poteva indirettamente mettere a repentaglio la vita di Eluana, ma non poteva derogare dai principi costituzionali che non solo fissano requisiti rigorosi di "necessità" e "urgenza" per l`emanazione dei decreti, ma impedisce di usare lo strumento del decreto stesso per vanificare una sentenza definitiva della Corte di Cassazione.
    Insomma, il rispetto della Costituzione è la sua bussola; e purtroppo questo rispetto impone anche di non tener conto di convincimenti e di emozioni personali. D`altra parte, a chi lo accusa di aver accelerato la fine di Eluana negando la firma al decreto, Napolitano può replicare facilmente che da mesi, da anni -sin da quando esplose il "caso Welby" - egli aveva sollecitato il Parlamento a colmare il vuoto legislativo e ad approvare le regole del testamento biologico.
    Senza contare- lo ha ribadito lo stesso Napolitano la settimana scorsa a Lussemburgo che non è mai stata in discussione la possibilità di approva. re nel nostro Paese una legge per autorizzare una forma di eutanasia attiva. Ma queste sono considerazioni che verranno approfondite nei prossimi giorni, anche in rapporto a quanto le Camere decideranno di fare a proposito del disegno di legge già in discussione.

    Un intervento "parziale" - si osservava fino a ieri pomeriggio sul Colle - ma di fronte al quale il capo dello Stato non si sarebbe opposto e non si opporrà perché espressione del Parlamento sovrano. Ora - occorre ribadirlo ancora»una volta - è il momento del silenzio e del dolore. Il resto verrà dopo. .

    Fonte: Il Messaggero - Paolo Cacace | vai alla pagina

    Argomenti: testamento biologico, eutanasia, presidente Napolitano, regole, rispetto, Costituzione, senato, Presidente della Repubblica, Eluana Englaro, presidente della Camera, DDL | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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