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Dichiarazione di Barbara POLLASTRINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Fine vita, dopo Eluana il Pd abbia più coraggio

  • (13 febbraio 2009) - fonte: Il Riformista - Barbara Pollastrini - inserita il 13 febbraio 2009 da 31

    Caro direttore,
    Eluana ha scosso sentimenti e riflessioni. Per l`epilogo di una ragazza che si è consumata dentro una corazza di assenza e immobilità. Per l`amore di un padre che ha mutato una tragedia privata in un tema di responsabilità pubblica.
    Ora il Parlamento non può sfuggire e le sue scelte peseranno sul destino di tanti. Servirebbe una soluzione saggia e condivisa. Non è facile, ma neppure impossibile se accettiamo l`idea che esiste una storia di pensieri e principi a fare da lanterna, quella Costituzione che assegna alla "persona" diritti e doveri certi nel diritto alla salute, nella libertà di cura, nella propria dignità e responsabilità. Negli anni la medicina ha schiuso grandi opportunità e uno spirito di precauzione si è mescolato a speranze nuove.
    Ma il punto rimane lo stesso. Il riconoscimento dell`autodeterminazione di sé anche sui terni che attengono alla propria sfera più intima. Tema che ha attraversato in particolare il cammino delle donne. Dunque quando si riflette sulla cura o sulla fine della vita, tenere unite libertà del singolo e responsabilità verso gli altri significa assumere a fondamento lo Stato di diritto. In altri termini, pesano la famiglia, i medici, le istituzioni, ma alla fine sulla mia vita l`ultima parola è la mia e nessuno può procedere in mio nome. E questo il valore di quel consenso informato che ci accompagna nelle malattie.

    Come degli articoli 2, 13 e 32 della Fine vita, dopo Eluana il Pd abbia più coraggio Costituzione o del contenuto della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina del Consiglio d`Europa. In questi principi non c`è un negare il valore della vita. C`è la scelta, al contrario, di un`educazione permanente alla vita. Per questo, se nell`assecondare le convinzioni di una parte, religiosa o culturale, la legge venisse meno a quei principi si condannerebbe un`altra parte a una disuguaglianza di fatto persino nei momenti più bui dell`esistenza. Ma la democrazia senza uguaglianza può scivolare nell`autoritarismo. Oppure nell`opacità. Come avviene nel turismo procreativo o nell`indifferenza verso i diritti umani. E come può avvenire nel risolvere, in solitudine, un dramma cui le istituzioni non hanno dato risposta. Allora non basta dire, "subito la legge".
    E tantomeno si può ignorare l`intento di imporre, sull`onda di eventi drammatici, una norma "ideologica" e di rivincita. Il nodo è la qualità di una legge mite, essenziale, da monitorare. Che mi consenta di rifiutare ciò che ritengo un accanimento verso la mia dignità e il mio corpo. "Garantire" una cura - questo è il nodo non significa "obbligarmi" a una cura. Leggo che la politica dovrebbe fare un passo indietro.
    Anche due se la politica ha il volto di un Governo che usa la partecipazione del Paese per scardinare l`equilibrio tra i poteri facendosi interprete dell`ala oltranzista della gerarchia cattolica. Ma per quanto riguarda noi, penso che la politica debba fare un passo avanti, sul piano dei valori e di una battaglia delle idee. Dobbiamo capire che la consistenza storica di un partito è nella capacità di tenere uniti principi e proposta. Nel senso che tra economia e democrazia, tra temi etici e misure sociali non c`è un "prima" e un "dopo".
    Perché le persone non sono frazionabili. Vogliono un lavoro, il rispetto della loro dignità. E anche una speranza nei momenti duri che la vita riserva. Ma soprattutto perché è solo in nome dei "tuoi" valori che puoi contrastare lo sfondamento culturale di una destra spregiudicata e cinica. Ecco perché più chiaro doveva essere il nostro richiamo allo Stato di diritto quando il Governo ha avviato il suo assalto a una sentenza della Cassazione. Per la stessa ragione è vigile oggi la nostra difesa della Costituzione e massima la solidarietà al presidente Napolitano. Poi è ovvio, per la nostra storia, riconoscere libertà di coscienza su temi come questi. Ma non può essere un modo per eludere la discussione. Sempre che vogliamo diventare un partito vero.
    Ecco perché mi ha fatto riflettere che esponenti del Pd potessero prescindere nel loro eventuale Si alla "legge su Eluana" dalle motivazioni proposte e da anatemi così lontani da quella Costituzione che continua a essere la nostra "bibbia laica". Quando ho aderito al nuovo partito pensavo che culture diverse dovessero porre al centro proprio il valore della persona, per avanzare nella ricerca di soluzioni sagge anche su temi difficili, soprattutto in Italia. Ma per questo è richiesto a quelle culture di fare ciò che il vecchio riforniamo non ha mai fatto, investire fino in fondo nella libertà e responsabilità di ognuno come risorsa per il progresso di tutti. Nei giorni scorsi, si è scritto che non dobbiamo regalare i voti cattolici al Pdl o al l`Udc. Sento un altro dovere. Creare riferimenti ideali capaci di parlare ai cattolici e a chi non lo è. Anni fa a Milano il cardinale Martini volle la Cattedra dei non credenti, insegnando che una comunità per esser tale deve coltivare virtù civiche e morali condivise. Ho avuto conferma anche da quelle lezioni che la laicità è un bene prezioso per la convivenza e il dialogo, soprattutto nell`epoca di nuovi e vecchi fondamentalismi. E che l`autonomia della politica non è sinonimo di rinuncia, ma di coraggio e limpidezza. Viviamo tempi che impongono di non scordarlo mai.

    Fonte: Il Riformista - Barbara Pollastrini | vai alla pagina
    Argomenti: laicità, testamento biologico, pd, presidente Napolitano, diritti umani, Costituzione, autodeterminazione, Cassazione, Eluana Englaro, diritto | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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