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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

«Noi abbiamo vinto l'Expo, il centrodestra rischia di sprecare l'evento» - INTERVISTA

  • (13 febbraio 2009) - fonte: La Repubblica.it ed. Milano - Rodolfo Sala - inserita il 13 febbraio 2009 da 31

    L'ex ministro interviene nel dibattito: "La lite è tutta interna al Pdl, io non rinuncerei"

    Senatrice Emma Bonino, lei c`era a Parigi, il 31 marzo del 2008, come ministro del Commercio estero: tutti a festeggiare la vittoria di Milano su Smirne, con Letizia Moratti, Prodi, D`Alema. É passato quasi un anno, ma l`Expo è ferma al palo. Cosa non ha funzionato?
    «È successo che di lì a poco c`è stata un`elezione e Prodi, D`Alema e la sottoscritta se ne sono andati, chi a casa chi all`opposizione. Sto parlando di membri di un Governo le cui divisioni erano spesso e volentieri stigmatizzate dall`attuale maggioranza, ma che, avendo in mente una certa idea dell`Italia, su questa scommessa ha puntato in maniera univoca e coesa. Abbiamo investito tempo e risorse convinti che l`Expo rappresentasse una grande occasione per Milano, che pure era amministrata dall`opposizione dell`epoca, e per tutto il Paese. E difatti i nostri sforzi sono stati premiati. Dopo la nostra partenza, evidentemente, si è perso questo spirito di squadra per far posto a diatribe per lo più indecifrabili per l`opinione pubblica».
    Intanto tra Milano e Roma, in nome della pesante crisi economica, fa capolino il partito della rinuncia, o quantomeno di un forte ridimensionamento dell`Expo rispetto al progetto presentato al Bie. Ne ha parlato per primo su Repubblica Vittorio Gregotti, lei che cosa ne pensa?
    «Se contassi qualcosa in questa faccenda non m`iscriverei al partito della rinuncia. Ma, com`è noto, il litigio è tutto interno allo schieramento maggioritario, quindi obiettivamente posso poco. Né mi sembra prudente contare sull`operosità lombarda o sui guizzi dell`ultima ora, anche perché abbiamo il Bie che ci soffia sul collo. Penso invece che, volendo, ci sia ancora modo di rimettersi in carreggiata subito. Ma il tempo stringe, è innegabile».
    Anche perché la società incaricata di gestire l`operazione 2015 (Soge) non è ancora operativa, soprattutto per i litigi tra Letizia Moratti, che avrebbe voluto il suo braccio Glisenti come amministratore unico, e il ministro Tremonti. Chi ha ragione?
    «Dubito che i litigi siano dovuti solo alla questione Glisenti. E credo che ci siano altri attori presenti sulla scena che hanno dato un contributo più che attivo al nulla di fatto che abbiamo sotto gli occhi...».
    É anche questione di soldi: la Soge solo adesso sta cominciando a essere ricapitalizzata con le quote di Comune, Provincia e Regione, e con i quattro milioni che arriveranno del Tesoro...
    «Direi che i soldi sono la questione centrale. Chi tiene in mano i cordoni della borsa legittimamente vuol dire la sua. Sommessamente ricordo, però, al detentore dei cordoni medesimi, che i soldi non sono suoi, sono soldi pubblici. Quindi è urgente avere un atteggiamento costruttivo, magari mettendo fine alla politica della "sedia vuota" nel Cda della Soge, visto che vi rappresenta il 40 per cento».
    Poi c`è il capitolo infrastrutture: mancano ancora due miliardi dal governo: il sottosegretario Castelli dice che ci sono, ma non se ne vede traccia: si può partire lo stesso?
    «Bisogna fare di necessità virtù: verificare quanto si ha e pianificare conseguentemente. Quello che non si può fare è una politica del stop and go».
    Un`altra ipotesi che circola è il commissariamento della Soge, l`arrivo di un commissario straordinario da Roma investito di pieni poteri. Magari per gestire un Expo in tono minore. Ipotesi realistica?
    Nella mente dei teorizzatori del commissariamento c`è, oltre l`idea di far fuori la Moratti, il fatto che verrebbe meno l`obbligo di gare pubbliche per gli acquisti di beni e servizi, magari in deroga alle norme sulla trasparenza. Una politica deleteria del tanto peggio, tanto meglio».
    Che cosa si dovrebbe fare per rilanciare la pratica Expo dopo questa falsa partenza?
    «Il governo deve fare chiarezza rapidamente - perché il conto alla rovescia è partito da tempo sulle risorse disponibili e mettersi attorno al tavolo con gli altri aventi diritto per decidere il da farsi. Senza dimenticare di fare un passaggio a Parigi per informare il Bie, che deve essere abbastanza allucinato dallo spettacolo che stiamo dando».

    Fonte: La Repubblica.it ed. Milano - Rodolfo Sala | vai alla pagina
    Argomenti: trasparenza, soldi pubblici, radicali al Governo, governo prodi, milano, Governo Berlusconi, Expo 2015, Tremonti Giulio, crisi economica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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