Ti trovi in Home  » Politici  » Andrea SARUBBI  » «Sono spaesato, mi ha voluto Walter, su suggerimento di Rutelli... [Dalla base sale un urlo sul web "Adesso via tutta la nomenklatura"]

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Andrea SARUBBI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Sono spaesato, mi ha voluto Walter, su suggerimento di Rutelli... [Dalla base sale un urlo sul web "Adesso via tutta la nomenklatura"]

  • (18 febbraio 2009) - fonte: La Repubblica - Alessandra Longo - inserita il 18 febbraio 2009 da 31

    «Sono spaesato, mi ha voluto Walter, su suggerimento di Rutelli, è la prima volta che mi capita nella vita...

    Ma so che adesso bisogna avere coraggio, non aggrapparsi alle figure di garanzia, ad una classe dirigente nata quattro partiti fa». Modello Renzi, modello Bersani, i germi di una prossima divisione.

    Tra tanto furore, note di tristezza:
    «Povera sinistra italiana, mi manca... Ma chi sono oggi gli italiani di sinistra? Cosa hanno in testa? Cosa vogliono veramente? Forse è tutto finito... Lo confesso:
    ho paura».

    DALLA BASE SALE UN URLO SUL WEB "ADESSO VIA TUTTA LA NOMENKLATURA"

    Presi d`assalto siti e blog di area. Il coro è unanime: ora facce nuove e opposizione dura.

    Via tutti, via Veltroni, ma anche, come direbbe Crozza, per l`ultima volta, via tutti gli altri. Via Bersani, via Fioroni, via D`Alema, via Rutelli, via Soro, via Letta, via Latorre e persino i meno visibili Carra e D`Ubaldo... Via «le compagnie brutte», via «tutta la classe dirigente che nasce dal ventre del vecchio Pci», via «i pericolosi ipocriti doppiogiochisti», via «quelli che trattano il Vaticano non come uno Stato estero ma come il consigliere privilegiato», via la «Binetti che ascolta Radio Vaticana prima di votare», via «la nomenklatura arroccata nella torre d`avorio», «via quelli che anche quando cadono per terra, poi c`è sempre uno champagne, una prima all`opera, un vernissage che li aspetta».

    Un grido collettivo, un`onda inarrestabile di emozioni, quella del dopo-Veltroni. La delusione, la rabbia, la voglia di reagire, prendono forma nelle migliaia di messaggi che intasano i siti online dell`Unità, di Repubblica, degli altri indirizzi web occupati da una sinistra travolta dalla sconfitta bruciante di Soru e poi da quel «me ne vado» senz`appello del leader.

    Cambia tutto, all`improvviso. Ed ecco che la reazione di molti, della maggioranza, prende la strada rancorosa, livida, della ribellione nei confronti di un establishment di partito, vissuto come «casta».

    Messa così, non basta, non sazia, la testa caduta di Veltroni.

    Della vecchia guardia non si salva nessuno, chi stava in prima fila e chi in seconda, chi si opponeva e chi era organico al progetta. «Vorrei che se ne andassero tutti gli apparatnik, gli uomini di corridoio, i lecchini, i rutelli e i rutellini, i faziosi, i moralisti cattopapisti, gli arrivisti, i terzomondisti, i precisini, i benaltristi, i sempresentisti, gli entusiasti di ogni cambiamento».

    E` la furia del cupio dissolvi. Il segnale che gli elettori del Pd vogliono girare pagina, anche brutalmente.

    Non vedevano l`ora di dirlo, di urlarlo: «Qui è un`intera classe dirigente che ha fallito! Invece di creare una scuola quadri, di promuovere facce nuove, i soliti hanno lottato per le poltrone.

    Veltroni ha solo accelerato il processo con la sualinea morbida...».
    Veltroni che lascia, Veltroni che passa dal «Yes we can, al Yes I go».

    Veltroni che qualche militante ostile, già non rimpiange: «Era ora, è la prima cosa buona che fa, ma troppo tardi».
    Però anche Veltroni che distrugge un sogno:
    «Grazie Walter, gentiluomo tra gli sciacalli, con te finisce la mia storia politica ed elettorale».
    Fa impressione leggere in sequenza gli sfoghi, gli sbandamenti.
    E` una base sofferente, mai più disposta ad illudersi: «A questo punto l`intera classe dirigente dovrebbe riflettere sullo stato del Partito. Il problema non è un semplice cambio di leadership. Abbiamo bisogno di una nuova sintesi che provenga da un`altra generazione».

    Aria nuova, dunque, «volti nuovi, idee fresche, opposizione dura»: «Facciamo la lista di quelli che se ne devono andare, tutti quelli che hanno trasformato il sogno in un incubo. Se si vogliono migliorare le cose va cambiato l`intero gruppo dirigente, vanno allontanate le cariatidi, si dimettano la direzione e il governo ombra o io non voterò più».

    Quasi mille messaggi solo all`Unità e l`aria che tira è principalmente questa: Veltroni è stato troppo «soft» contro il Caimano, è stato travolto dal suo «ma anchismo che in politica non paga», aveva «i capibastone che gli remavano contro», ma nessuno pensi di rimpiazzarlo con i soliti o il Pd, che adesso è «ircocervo», diventerà un guscio vuoto. «Bye bye Walter, non èl`epoca giusta per te.

    Adesso nuovo segretario, nuova linea politica». La rabbia per la sconfitta che brucia trasformata in opportunità: «E` questa l`occasione per fare piazza pulita della nostra parte di casta».

    Fonte: La Repubblica - Alessandra Longo | vai alla pagina

    Argomenti: internet, casta, sinistra, dimissioni, veltroni, vaticano, blog, pd, nuovo gruppo politico, Blogger, web, classe dirigente alternativa | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (1)

  • Inserito il 18 febbraio 2009 da 4110
    In sintesi sono con chi ha scritto:«E` questa l`occasione per fare piazza pulita della nostra parte di casta».

Per scrivere il tuo commento devi essere loggato