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Dichiarazione di Luigi Tomassucci

Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Macerata (Lista di elezione: SDI) 


 

Un percorso possibile per un moderno partito di centro-sinistra

  • (20 febbraio 2009) - fonte: ps-macerata.blogspot.com - inserita il 22 febbraio 2009 da 4270
    Un partito che aspiri ad un ruolo non marginale nella società dovrebbe dare di sé un’immagine nitida, dovrebbe dimostrare di avere un progetto per il Paese e d’essere in grado di portarlo a compimento. Messo di fronte ai problemi, dovrebbe saper sviluppare un confronto dialettico interno ed esterno concludente ed avere il coraggio, alla fine, di fare le scelte ritenute utili e necessarie e di farlo con il metodo meno peggiore (mi si passi la bruttissima espressione, ma non ne trovo altre appropriate) che conosciamo: quello democratico. Metodo che contempla la verifica dei consensi riscossi dalle diverse opzioni in campo e, quindi, la decisione a maggioranza. Facile a dirsi e non impossibile a farsi, purché non si abbia la pretesa (illusoria) di avere un partito ecumenico, che voglia tenere insieme anche ciò che insieme non può stare, almeno in un partito. Perché un partito non è il Paese (dove è giusto che si trovino regole per far convivere pacificamente anche gli opposti), ma solo una parte di esso che si batte per far prevalere democraticamente i propri orientamenti. Il PD, verosimilmente, non ha funzionato perché ha avuto la pretesa di tenere insieme in un partito (non nel Paese) culture molto distanti che non hanno dimostrato la capacità d’elaborare una sintesi efficace di proposta politica (necessaria per un organismo che ambisca a definirsi “partito”); non ha funzionato perché s’è illuso che il bagno di democrazia formale delle primarie potesse trasformare il burocratico incontro delle nomenclature di alcuni partiti in reale fusione degli stessi. Quel percorso, unito all’infelice scelta di correre (quasi) da soli, ha provocato prima la frantumazione dell’intera sinistra e poi, se non proprio l’implosione, sicuramente lo stato di gravissima crisi del PD passato attraverso una serie di sconfitte e culminato nelle dimissioni di Veltroni. Se questa sono le premesse, è possibile ripartire – e, in caso affermativo, da dove - per costruire un moderno partito riformista che aspiri a rappresentare l’area genericamente definita di centro-sinistra? Io credo che sia possibile e provo a tracciare un percorso. In primo luogo credo sia necessario comunicare in maniera semplice, chiara ed immediata la propria identità (nessuno segue volentieri uno sconosciuto) e, al momento, non vedo una soluzione più semplice e chiara di quella che fa rifermento al socialismo europeo. Il nome e il simbolo del partito, quindi, dovrebbero richiamare, in modo inequivocabile, tale collocazione. Il partito dovrebbe assumere come fondanti della propria azione, il principio democratico (sembrerebbe scontato, ma credo che non lo sia affatto) per quanto attiene alle scelte da compiere e quello della convinta difesa della laicità dello Stato quale presupposto per garantire la più ampia libertà di ogni persona. Dovrebbero, inoltre, essere individuati alcuni punti fermi della propria politica. Provo a ricordarne alcuni: 1) capacità di salire sul treno della crisi piuttosto che farsene travolgere, cercando di coglierne le opportunità mentre si proteggono le fasce più colpite dai sui effetti negativi immediati. Ciò significa investire molto in nuove e più efficaci forme di ammortizzatori sociali e incentivare una svolta decisa verso l’innovazione e la ricerca avanzata; assecondare stili di vita più sobri; puntare decisamente sullo sviluppo sostenibile e in particolare investire con convinzione sulle energie rinnovabili senza cedere alla tentazione di tornare ad un passato che, probabilmente, ci taglierebbe fuori da una competizione positiva su una strada che altri hanno già imboccato; 2) sostegno convinto alla scuola pubblica mediante azioni sinergiche volte a qualificarla in maniera decisa attraverso sistemi che valorizzino adeguatamente i meriti e i talenti di ciascuno e scoraggino decisamente le mediocrità; 3) sostegno convinto e deciso della sanità pubblica e di un efficace sistema di sostegno sociale delle fasce deboli ed emarginate; 4) sostegno reale e convinto delle famiglie viste nella loro insostituibile funzione di luogo ove si creano e da cui si sviluppano le relazioni che stanno alla base di una società plurale, aperta e saldamente strutturata; 5) modernizzazione e alleggerimento della Pubblica Amministrazione che, senza abdicare all’irrinunciabile funzione di ragionevole controllo delle attività, costituisca garanzia di rispetto delle regole e non immotivato intralcio alle iniziative dei singoli e inutile appesantimento delle procedure; 6) avvio di un serio processo di riorganizzazione dello Stato che, prima di dare frettolosa e propagandistica attuazione a rischiosi processi di riforma, chiarisca chi debba fare cosa e in quali ambiti territoriali; 7) riforma del sistema giudiziario che permetta la celebrazione dei processi in tempi umani, garantisca l’equilibrio formale e sostanziale delle parti processuali e, ove ci fosse sentenza di condanna, sia assicurata la certezza della pena; 8) attuazione di una politica dell’integrazione intesa nella sua accezione più ampia che miri a valorizzare non solo i contatti interculturali e etnici, ma che tratti come risorsa sociale anche la marginalità e l’handicap; 9) garantire la sicurezza dei cittadini attraverso una decisa e azione di prevenzione e repressione del crimine; 10) attuazione di una politica di estensione dei diritti civili basata sul principio della libertà personale e della responsabilità sociale delle scelte di ciascun individuo; 11) attuare una politica estera che miri a garantire la sicurezza nazionale attraverso la ricerca di un equilibrio tra nord e sud del mondo che riduca progressivamente le distanze tra chi muore di fame e chi di ipernutrizione; Io credo che attorno ad un progetto di questo tipo possa costruirsi un’alleanza nuova da cui ripartire per costruire un solido e moderno partito riformista che guarda al socialismo europeo e capace d’attrarre l’interesse di chi avverte il bisogno urgente di lavorare insieme ad altri alla costruzione del proprio futuro con la determinazione di chi vuole dare forma alle proprie idee, di chi non rinuncia a sognare e soprattutto a trasformare i sogni in realtà. Tutto questo avendo consapevolezza che nella società esistono sensibilità diverse, progetti diversi con i quali è necessario saper competere e sapersi confrontare in un rapporto dinamico ed aperto che miri al punto di equilibrio più elevato possibile. Luigi Tomassucci Consigliere Provinciale PS
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