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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

Testamento biologico. «Giusto fermarsi, quel testo è frutto dell'emotività» - INTERVISTA

  • (28 febbraio 2009) - fonte: Il Mattino - Gino Cavallo - inserita il 01 marzo 2009 da 861

    Per Emma Bonino, vicepresidente del Senato e guida storica dei radicali italiani, il no alla moratoria legislativa sul tema del fine vita chiesta con un appello bipartisan che reca la sua firma e quella di altri sette senatori è di sicuro un errore, ma non va nemmeno drammatizzato. Il riferimento implicito è all`intervento del presidente dell`Assemblea di Palazzo Madama, Renato Schifani in cui si apre alla possibilità di far slittare di qualche settimana l`esame del disegno di legge Calabrò previsto per giovedì prossimo.
    Non tutto è perduto, insomma? C`è ancora spazio per un confronto reale fondo su un tema così delicato girare come il testamento biologico?
    «Il cammino mi sembra ancora irto, si vedrà. Intanto manca ancora un parere della commissione Affari Costituzionali. Il voto sugli emendamenti comincia solo martedì sera. Non so perciò come si approderà in Aula giovedì. Poi naturalmente c`è la Camera. Insomma il cammino è ancora lungo, c`è ancora molto tempo».
    L`ennesimo capitolo giudiziario innescato dalla denuncia nei confronti di Beppino Englaro complica ulteriormente le cose?
    «È un atto dovuto. Un`associazione presenta un esposto e la Procura procede. Diamo tempo al tempo, vedremo come finirà questa storia».
    Come a dire, mettiamo la sordina alle polemiche?
    «La verità è che da molti mesi tutto il Paese è stato concentrato su questa vicenda. Ed è stato in qualche modo manipolato attraverso un bombardamento mediatico che ha superato qualsiasi precedente. Ora però la questione è un`altra, il compito che ci attende è fare una legge erga omnes. Ebbene, io credo che ancora non esista un clima di distacco sufficiente per legiferare con un minimo di raziocino su norme che riguardano tutti».
    Eppure i tentativi di mediazione non mancano.
    «Vedo. Ma si tratta, sia nel Pd che nel centrodestra, di tentativi molto affrettati e scritti in modo insostenibile. Poi c`è persino chi, ad esempio, all`interno del centrodestra pensa che il testo Calabrò sia. addirittura troppo morbido. Mi sembra davvero che la confusione sia alta sotto il cielo».
    Quindi serve più tempo?
    «Certo e questo lo hanno capito in entrambi gli schieramenti, come dimostrano le firme in calce all`appello per una moratoria. Si avverte l`esigenza di andare oltre l`emozione del caso, della fretta piuttosto che dell`urgenza di intervenire sulla materia (peraltro legiferare sull`onda dell`attualità partendo da un caso specifico è sempre sbagliato). E cominciano ad affiorare i dubbi sulla compatibilità costituzionale e sui veri e propri sgorbi contenuti del testo Calabrò».
    Per esempio?
    «Non si può pretendere che uno vada dal notaio ogni tre anni col medico e il fiduciario e, in più, che il documento stilato non sia nemmeno vincolante. Che tutto questo sia sostanzialmente inutile hanno cominciato a capirlo anche a destra. Insisto, in queste condizioni forse è meglio farsi una doccia...».
    Tra l`altro, da cosa nasce l`esigenza di tempi così serrati?
    «Ricordo bene quella notte in Senato, quando il governo per ritirare il disegno di legge e per rinviarlo in commissione chiese una data certa per il ritorno in aula del provvedimento. Nel frattempo però ne sono successe di cose. E io non posso che ripetere che prima di fare una legge che riguarda milioni di cittadini ci sarebbe bisogno di un clima ben diverso da quello attuale. C`è ancora troppa tensione. Piuttosto che confrontarsi con il massimo della serenità possibile, a farla da padrone è ancora la logica del "chi vince e chi perde"».

    Fonte: Il Mattino - Gino Cavallo | vai alla pagina
    Argomenti: testamento biologico, senato, radicali al Parlamento, disegno di legge, emendamenti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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