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«Atto dovuto, con i risparmi detassare il lavoro femminile» - INTERVISTA
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(04 marzo 2009) - fonte: Il Messaggero - C.Fu. - inserita il 04 marzo 2009 da 31
Per Piero Ichino, giuslavorista e senatore del Pd, la decisione del governo di prevedere un aumento graduale dell`età pensionabile delle donne nella Pubblica amministrazione a partire dal 2010 per arrivare a 65 anni nel 2018, inviato come bozza alla Unione Europea, «è un atto dovuto» dopo la condanna subita dall`Italia in sede di parificazione dell`età pensionabile tra uomini e donne.
Dunque l`Italia non poteva sottrarsi, senatore. E la sua valutazione sul merito della bozza, professore, qual è?
«Siamo obbligati sul piano comunitario, non c`erano margini di interventi diversi o di non intervento. Caso mai si potrà e dovrà ragionare sulla graduazione, sui tempi».
Questo, diciamo, per l`aspetto di adempimento alle norme comunitarie e relativi vincoli. Ma il suo giudizio politico qual è?
«Come è noto, io e la senatrice Emma Bonino avevamo scritto una lettera aperta al ministro Brunetta proprio per affrontare questa questione in maniera organica. Un intervento finalizzato al raggiungimento dell`obiettivo fissato a Lisbona, cioè all`adempimento di un obbligo comunitario di una situazione oggettivamente discriminatoria».
E adesso il governo, diciamo così, si avvia a mettersi in regola con le norme comunitarie...
«Infatti».
E basta così?
«No, non basta. lo penso questo, e cioè che tutto quanto viene fuori di risparmio dall`innalzamento dell`età pensionabile delle donne, cioè da una parificazione dell`età pensionabile, credo debba essere destinato ad una detassazione selettiva del reddito di lavoro femminile».
E questo non produrrebbe il rischio di un tipo nuovo di discriminazione?
«No. Un intervento di questo genere non sarebbe discriminatoria perchè sarebbe funzionale al raggiungimento dell`obiettivo di Lisbona, cioè il superamento del ritardo del tasso di occupazione femminile».
Insomma le risorse così reperite devono servire ad incrementare l`occupazione femminile: giusto?
«Certo. Come ho detto, i risparmi che si otterrebbero andrebbero destinati interamente ad una detassazione selettiva delle aliquote riservate al lavoro femminile, ossia agli stipendi più bassi, quelli fino a 1000-1200 euro. Ciò al fine di ridurre il prelievo sul lavoro femminile e quindi incentivare l`occupazione di questo tipo di mano d`opera».
Fonte: Il Messaggero - C.Fu. | vai alla pagina » Segnala errori / abusi