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Dichiarazione di Domenico FISICHELLA


 

Pdl. «An sta negoziando la resa. Potrà solo accontentarsi di carichi e incarichi» - INTERVISTA

  • (05 marzo 2009) - fonte: Il Riformista - Alessandro De Angelis - inserita il 05 marzo 2009 da 31

    «Sarà un'annessione, e l'ingresso nel Ppe non basta a dargli un'identità. Si parla solo di quote e di statuti. Ma il modello resta Forza Italia. E a comandare sarà solo Berlusconi»

    «È solo un`annessione». Domenico Fisichella, politologo e ideologo della svolta di Fiuggi parla della nascita del Pdl.
    Il Pdl è la tappa conclusiva di Fiuggi?
    No. An si proponeva di creare una convergenza di forze politiche in un quadro che rimaneva essenzialmente bipolare e multipartitico. La prospettiva era costruire una destra nazionale, moderna, liberale. Certo alleata di Forza Italia ma con un suo profilo.
    E poi?
    Chiamiamola una deviazione di percorso. Il Pdl nasce su una prospettiva bipartitica che è una forzatura per l`Italia. Aggiungo che in Europa non ci sono sistemi bipartitici, tranne il caso inglese con tutte le sue specificità.
    Che succede col bipartitismo?
    Quando si semplifica troppo c`è un rischio: il Pdl può vincere sul Pd e viceversa, ma il livello dell`astensionismo potrebbe far sì che nessuno dei due vinca nell`elettorato.
    Come giudica il Pdl?
    È una fusione per incorporazione. O un`annessione, per dirla in termini giornalistici: il più grosso ingloba il più piccolo. É un processo che mi preoccupa.
    Perché?
    Forza Italia è un mondo variegato. C`è di tutto: ex democristiani, ex socialisti, ex comunisti. Il vero collante è il leader. An si era data un percorso ambizioso. Doveva essere paritaria rispetto a Forza Italia e avere un ruolo di riequilibrio nei confronti della Lega. Ora invece depotenziandosi come destra nazionale affida questo compito solo a Berlusconi. Che potrebbe svolgerlo ma potrebbe anche fare il contrario.
    An chiede regole, dice che non sarà un`annessione.
    Certo i suoi dirigenti non sono sprovveduti, ma allo stesso tempo queste richieste sono manifestazioni di impotenza. Essendo venuti meno gli elementi di distinzione politica si parla del dato quantitativo, le quote, e di quello statutario, le regole. E gli statuti, lo dico per esperienza, sono sempre prevaricati dalle logiche del potere.
    Uno statuto democratico non basta a dare garanzie?
    La parola democratico la userei con cautela. Di democrazia ne vedo così poca in giro, si figuri quando si parla di partiti. A me pare che si profili un partito di tipo carismatico. E il carisma, più che con gli statuti, ha a che fare con gli elementi psicologici e affettivi di coloro che al leader si riferiscono.
    Tradotto: comanda Berlusconi e basta.
    Non ce lo vedo Berlusconi che segue le procedure o che convoca un ufficio politico istituzionalizzato e con autonoma capacità decisionale.
    Come giudica le ribellioni di Fini?
    Mi pare riguardino temi che attengono alla sua coscienza o alla sua funzione istituzionale. Il ruolo politico in questo momento può esercitarlo meno.
    Si prepara al dopo Berlusconi?
    Non vedo il dopo Berlusconi. Sono troppe le variabili in gioco: se vince le elezioni, se il partito ci sarà ancora. Per ora noto che Fini sul partito ha conferito a La Russa le funzioni negoziali.
    Di trattare la resa?
    Diciamo che negozia gli equilibri di potere. Ma dal punto di vista culturale non ci sono particolari elementi distintivi rispetto a Forza Italia. Ho visto il Pantheon di An al momento del suo scioglimento: era fantasmagorico. Che c`entra Calamandrei con Gasparri? Per non parlare dell`imbarazzo su Almirante.
    An però ha un sua forza sul territorio.
    Una parte di quel mondo che per anni ha vissuto ai margini del sistema politico ora si è distaccata. Un`altra parte, nel momento in cui c`è stato il successo, è diventata classe dirigente. Cariche e incarichi: la promozione economico-sociale è un collante.
    Dietro il potere nulla?
    Non vedo una grande elaborazione. Dentro Forza Italia ci sono elementi di liberismo aggressivo che si accompagnano a forme di populismo per cui i banchieri diventano i nemici dopo che si è lavorato come professionisti per i medesimi. Anche i cattolici mi pare che come classe dirigente siano molto mondani.
    Lei è molto severo. Il Pdl però entrerà nel Ppe.
    L`ingresso nel Ppe non basta a dare al Pdl una identità valoriale precisa. È all`interno del partito italiano che si devono fare i conti su molte questioni. Come si fa, per dirne una, a invocare lo Stato sulla sicurezza e a legittimare le ronde che rappresentano il contrario del principio di autorità statale?

    Fonte: Il Riformista - Alessandro De Angelis | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, alleanze, cattolici, pdl, potere, alleanza nazionale, ronde, Ppe, bipartitismo, astensionismo, crisi politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 05 marzo 2009 da 31
    Domanda dell'intervistatore:"Uno statuto democratico non basta a dare garanzie?" Risposta:«La parola democratico la userei con cautela. Di democrazia ne vedo così poca in giro, si figuri quando si parla di partiti». Parole di Domenico Fisichella. E il resto lascia poche speranze. E non mi riferisco ad An, ma alla democrazia. Intervista 'manent'.

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