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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

«Stare a casa? Non è un privilegio Così siamo ultime nell'Ue» - INTERVISTA

  • (05 marzo 2009) - fonte: Corriere della Sera - A.Gar. - inserita il 05 marzo 2009 da 31

    Emma Bonino racconta: «L`altro giorno alla stazione di Milano ho incontrato una donna, Maria, che correva trafelata. "Non vedo l`ora della pensione", mi ha detto. Ma se non dovessi occuparti di tutto il resto figli, genitori, la spesa - ti piacerebbe lavorare?, ho chiesto. "Certo!", ha detto scappando via».
    Emma Bonino, senatrice radicale, la pensione a 65 anni per le donne è una sua battaglia.
    «Sì, da molto tempo. Quando ero ministro di Prodi ho provato a farla approvare».
    La sinistra radicale si oppose.
    «Non c`era entusiasmo da parte di nessuno. Dicevano: aspettiamo la sentenza della Corte europea di giustizia. Così, la situazione delle donne italiane sul mercato del lavoro è sempre più patetica».
    Patetica?
    «In Italia lavorano 46 donne su cento, mentre la media europea è 60 su cento. In Italia 9 bambini su cento hanno accesso agli asili nido, in Europa 30 su cento».
    Andrebbe bene il piano del governo? Arrivare per le donne alla pensione a 65 anni, con gradualità fra il 2010 e Il 2018?
    «A me interessa che si faccia, con la gradualità che riterranno necessaria. D`altronde sono costretti: la sentenza europea è arrivata e prevede multe salatissime».
    Ma la parificazione dell`età pensionabile non basta.
    «Con i soldi che si risparmierebbero si debbono equiparare carriere e salari tra uomini e donne, detassare il lavoro femminile, come propone Ichino, e sostenere le donne che non cercano lavoro perché hanno troppi altri lavori da fare a casa».
    Pensioni femminili a 65 anni anche per il settore privato?
    «Sì, ma si può andare per gradi: questa è una scelta politica».
    Dopo l`equiparazione donne-uomini si dovrà alzare l`età pensionabile di tutti? Ne hanno parlato Enrico Letta, Ciampi...
    «Non deve essere un tabù. Il precedente governo Berlusconi fece lo "scalone", ma in modo che lo applicasse il governo successivo. Prodi modificò lo "scalone in "scalini". Accettai perché contemporaneamente fu data una delega al governo per riformare gli ammortizzatori sociali».
    Ma non è successo nulla.
    «La delega scadeva a gennaio 2009. Il governo attuale l`ha spostata a luglio. Oggi solo il 30 per cento di chi ha un lavoro ha qualche forma di protezione».
    Come si batte per tutto ciò, ora che è fuori dal governo?
    «Sta uscendo un mio libro: "Pensionata a chi?"».

    Fonte: Corriere della Sera - A.Gar. | vai alla pagina
    Argomenti: Donne, welfare, europa, asili, lavoro femminile, governo prodi, Governo Berlusconi, radicali al Parlamento, età pensionabile, ammortizzatori sociali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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