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Dichiarazione di Ignazio LA RUSSA
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«L'UDC? O con noi o contro di noi» - INTERVISTA
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(05 marzo 2009) - fonte: Il Sole 24 Ore - Barbara Fiammeri - inserita il 05 marzo 2009 da 31
«Casini si faccia bene i suoi conti perché la politica dei due forni non paga. E tanto per essere chiari: se l`Udc dovesse appoggiare Renzi, il candidato del Pd a sindaco di Firenze, per noi sarebbe impraticabile qualunque altro tipo di accordo». Ignazio La Russa non ha bisogno di parafrasi. Il messaggio che il reggente di An, 6i anni, nonché ministro della Difesa e probabile triumviro del nascente Popolo della libertà invia ai centristi è chiarissimo. La doppia sfida elettorale di giugno - europee e amministrative - è aperta e i due poli guardano con interesse i movimenti al centro. «Anche sulla decisione della Lega di presentarsi in tutto il Paese bisognerà discutere». Anche perché il Pdl, oltre a guardarsi dagli avversari, deve tenere a bada gli alleati. La decisione della Lega di schierarsi su tutto il territorio nazionale è un segnale preoccupante per il partito di Silvio Berlusconi:
«Non ne abbiamo ancora parlato ma è chiaro che se la Lega persiste in questa scelta se ne dovrà discutere», anticipa La Russa.
Casini rivendica la sua scelta terzopolista: sostiene il candidato del centro-sinistra Dellai a Trento, va da solo in Abruzzo e si allea con voi in Sardegna e a giugno...
Io non discuto le scelte dell`Udc. Mi limito a osservare che il nostro approccio con gli elettori è diverso. Noi puntiamo sulla trasparenza, l`elettore deve poter votare conoscendo quali sono le conseguenze della sua scelta: il leader, la coalizione, il programma. L`Udc la pensa diversamente e per questo sostiene sistemi elettorali proporzionali come quello tedesco che consentono ai partiti di decidere a posteriori. È una differenza sostanziale, direi etica.
Una scelta che però non vi ha impedito di allearvi con Casini in molte realtà periferiche.
Noi siamo sempre disponibili al confronto, apprezziamo che spesso l`Udc si trovi a dover riconoscere sul merito una convergenza con il centro-destra, come dimostrano i voti in Parlamento. Quel che però per noi non è accettabile è la politica dei due forni, ovvero l`Udc non può pensare di moltiplicare le sue posizioni al governo degli enti locali alleandosi a Firenze con il Pd e il Lombardia con il Pdl. Su questo saremo intransigenti perché, se agissimo diversamente, a non capirci sarebbero per primi i nostri elettori.
Non crede però che la resistenza di Casini, la crisi del Pd e la scelta della Lega di far proseliti anche al Centro-Sud siano una seria minaccia al bipartitismo?
Non abbiamo mai pensato a un bipartitismo perfetto. Tant`è che abbiamo fatto una coalizione con partiti di espressione territoriale quali la Lega e l`Mpa. È vero che la decisione della Lega pone seri interrogativi qualora non fosse limitata alle europee, che sono da sempre un test particolare.
Non si capirebbe più perché si permetterebbe al Carroccio di schierarsi con il suo simbolo all`interno di una coalizione ponendo invece il veto all`Udc piuttosto che ai socialisti, ai repubblicani o alla Destra di Storace.
Il referendum elettorale potrebbe essere la soluzione? An in passato è stata tra i maggiori sponsor.
E personalmente ritengo che vada sostenuto. Ma la spinta referendaria i suoi effetti li ha già prodotti con il voto dell`aprile scorso ora, obiettivamente, la sua utilità è diminuita. Quel che invece è certo è che ritengo sbagliato sovrapporre le europee al voto referendario, per cui le due scadenze elettorali saranno distinte.
Tra due settimane ci sarà il congresso di An e il 27 quello del Pdl: lei e Verdini (il coordinatore di Fi) dite che i nodi sono tutti risolti, ma allora perché Alemanno chiede il voto segreto sull`elezione di Berlusconi e ancora non si sa se i coordinatori saranno uno, due oppure tre?
Certamente non ci sarà un coordinatore unico, su questo la bozza di statuto è chiara: si parla di due oppure tre. È ovvio che, se Fini non fosse presidente della Camera, sarebbe stato diverso e perciò non è da escludere un cambiamento dello statuto nei prossimi anni. Quanto ad Alemanno, era solo un`ipotesi di scuola. Quella parte dello statuto l`ho scritta io ed è chiarissima: il leader sarà eletto, non proclamato, per alzata di mano.
In Sardegna i candidati di An sono andati bene. C`è chi parla di una gara interna al Pdl in vista delle prossime scadenze elettorali...
La nostra gara non è su quanti candidati di An ci siano rispetto a quelli di Fi, ma quante posizioni abbiamo mantenuto e migliorato aumentando il consenso di tutto il Pdl. E un concetto che, non lo nego, ho fatto fatica a far comprendere agli amici di Fi. Per rendere forte il Pdl dobbiamo essere in grado di portarci dentro tutta An e questo si realizza trasferendo all`interno del nuovo partito la nostra identità di destra e anche la nostra classe dirigente.
Fonte: Il Sole 24 Ore - Barbara Fiammeri | vai alla pagina » Segnala errori / abusi