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Dichiarazione di Nichi VENDOLA

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Puglia (Gruppo: SeL) 


 

«Il Pd di sinistra non esiste» - INTERVISTA

  • (05 marzo 2009) - fonte: Il Manifesto - Matteo Bartocci - inserita il 05 marzo 2009 da 31

    Nichi Vendola è a Berlino per incontrare Lothar Bisky, leader della Linke. «Ho verificato una sintonia profonda con uno dei protagonisti, insieme a Bertinotti, della costruzione della Sinistra europea - racconta al telefono il presidente della Puglia - un`esperienza unitaria e innovativa come quella che è al centro del nostro impegno in Italia».
    A sentire Rifondazione però ci sarebbero problemi per Il riferimento al Gue nel vostro simbolo per le europee. Sono voci che smentisci? (Vendola mi passa Gennaro Migliore, ndr)
    Migliore: Questa è una polemica tutta italiana. Il Gue non è impartito e dunque le adesioni degli eventuali eletti al gruppo parlamentare sono tutte individuali. Non c`è nessuna obiezione. (Torna Vendola, ndr)
    Vendola: Discutere a questo livello è asfissiante. In tutta Europa la sinistra è in movimento e francamente è preoccupante l`idea che il tema del confronto a sinistra sia l`ancoraggio a una sigla e non a una realtà come quella europea dove dalla Carinzia alla Sardegna vince la destra. Noi proveremo a fare la lista unitaria fino all`ultimo minuto utile, sapendo che abbiamo interlocutori con la testa dura. Certo, chi risponde inseguendo uno 0,2% in più allora non ha nessuna voglia di affrontare i nodi strutturali di una crisi e di una sconfitta drammatiche.
    Sabato sarai all`assemblea di Firenze?
    Parteciperò perché quell`assemblea è un primo giro di boa in cui ciascuno si assumerà le sue responsabilità. Condivido intimamente l`appello che sul manifesto chiede alla sinistra di deporre le proprie differenze di prospettiva per presentarsi con un minimo comun denominatore unificante. Ci sarò con il bisogno di restituire coraggio a quel largo popolo della sinistra che vive una sorta di esilio nel privato. Dobbiamo essere all`altezza di riaprire una prospettiva politica e culturale per la sinistra italiana.
    Però state già discutendo di una lista "sinistra per le libertà" insieme a Verdi, Sd e socialisti.
    E` un dialogo ormai maturo. Le due parole chiave su cui comunicare un`intenzione e un programma sono «sinistra» e «libertà». Quindi quel nome è una delle possibili indicazioni anche sulla scheda elettorale.
    Avevate promesso il 50 per cento di candidati scelti con le primarie. Mi pare però che non ci sia tutto questo tempo. Come potete realizzare l`apertura di cui parli?
    Tutto ciò che può essere fatto per far vivere questa nuova sinistra come un processo partecipativo e aperto lo faremo. Sono sicuro che la qualità di chi si relaziona con noi ci aiuterà a non fare un puro maquillage. Le elezioni sono una tappa di questo cantiere aperto.
    Non pensi che le preferenze possano premiare i candidati più organizzati odi partito a discapito di quelli espressi dal basso?
    Mi pare un argomento grottesco. Se hai l`ambizione non di superare lo sbarramento ma di un`idea più larga della politica allora penso che le furbizie e le camarille di chi organizza i giochi di preferenza abbiano poco spazio. Capisco invece che per qualcun altro siano problemi.
    I dirigenti di partito faranno un passo indietro da questa lista oppure no?
    Costruiremo dei criteri trasparenti, a cominciare dalla parità di genere nelle liste. Bisogna individuare le battaglie ideali e politiche di fondo. E per questo penso che una percentuale preponderante di candidati sarà espressa da movimenti e associazioni sul territorio.
    I socialisti hanno invitato i radicali a entrare in questa lista. Ma se Marco Pannella volesse candidarsi con voi tu che diresti?
    Con una unità più larga di tutte le forze di sinistra in un cartello elettorale si poteva anche immaginare un`apertura ai radicali, purché però facessero una scelta di campo precisa. Destra e sinistra non sono autobus da usare a seconda delle convenienze. Ci sono discrimini importanti che meritano un ripensamento da parte loro. l radicali sono da sempre un riferimento per le battaglie civili e le libertà individuali ma negli ultimi anni hanno avuto posizioni regressive sui diritti sociali e su un nodo fondamentale come quello pace/guerra.
    Ma io non a caso ti chiedevo di Pannella.
    Non credo proprio che si porrà il problema di Pannella. Per me il tema non esiste.
    Si parla tanto di un Pd di sinistra. Franceschini propone il salario minimo per i disoccupati e in America Obama si avvicina a un vostro slogan` come «anche i ricchi piangano». Eppure quando queste cose le diceva Rifondazione, al governo due anni fa, le reazioni di Fassino e Rutelli erano quasi un invito a tornare a Mosca...
    Guarda, il Pd di sinistra mi pare una contraddizione in termini. La proposta di Franceschini è interessante e condivisibile ma una rondine non fa primavera. Dobbiamo capire quali interventi di politica economica e industriale possono impedire l`ecatombe di posti di lavoro che si annuncia. Dopo di che se il Pd fa autocritica sulla precarietà io sono molto contento ma la flessibilità è una febbre della modernità che ha attraversato tutti gli schieramenti politici.
    Ti convince di più invece il Bersani di sinistra che, cito da una sua intervista, torna a fare assemblee nelle fabbriche «come non faceva da tempo»? Forse i fischi di Mirafiori non erano stati sufficienti per l`allora ministro dell`Industria?
    I ministri del governo Prodi furono inefficaci e non ebbero contezza della crisi politica e sociale del nostro paese. Oggi ci sono segni di resipiscenza ma non bastano. Contro la fabbrica delle paure propagandata dal sistema unificato delle tv non si può proporre un mix di nostalgia e ideologismo. Serve una nuova sinistra. Umile, che sappia ascoltare e rimetta insieme gli elementi fondamentali della politica come principio-speranza.
    Ha fatto molto rumore una tua recente intervista al Corsera. Accetteresti i voti dell`Udc per le elezioni in Puglia?
    Ha fatto molto rumore un pensiero che non ho. Io sono biograficamente incompatibile con Totò Cuffaro, chiaro? A una domanda su un fatto specifico in una specifica città (Bari, ndr) ho risposto che decidevano i dirigenti di quella città. Per me invece è interessante tutto ciò che si muove nel blocco di centrodestra. Sarà un frammento di togliattismo ma se si aprono delle contraddizioni penso che vanno sfruttate.

    Fonte: Il Manifesto - Matteo Bartocci | vai alla pagina
    Argomenti: sinistra, sinistra democratica, radicali, verdi, governo prodi, Rifondazione, precarietà, socialisti, Pannella Marco, soglia di sbarramento, crisi economica, crisi politica, democrazia dal basso, crisi sociale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (3)

  • Inserito il 05 marzo 2009 da 31
    Concordo con De Bei. Lasciare fuori i Radicali sarebbe prima di tutto ingiusto, considerando le grandi cose che hanno fatto per l'Italia (aborto, divorzio e via seguendo); eppoi mi risulta che abbiano preso sempre le difese di persone e categorie che volevano lottare per la giustizia sociale e che da sole non ce l'avrebbero mai fatta. I socialisti sono d'accordo, e i verdi continuano a lavorare insieme sui diritti umani e civili fondamentali. Non vedo male un tavolo per sedercisi attorno e riparlare della questione. Vendola, sei in ascolto?
  • Inserito il 05 marzo 2009 da 861
    Io Vendola non lo conosco quasi per niente. So che è il giovane presidente della Puglia e ha fatto buone cose nel casino dell'ex sinistra parlamentare. A pelle mi è simpatico. Ma non far entrare i Radicali nella lista mi pare sbagliato. E' gente che ha sempre avuto buone idee e si sono sbattuti molto per tutti. Se Vendola, per i Radicali, parla di destra e sinistra comincia ad alzare steccati che hanno poco senso. Allora parliamo di rimborsi elettorali. Di chi li ha presi e cosa ci ha fatto. Non credo che neanche Vendola possa scagliare la prima pietra.
  • Inserito il 05 marzo 2009 da 862
    A me il Vendolino piace.

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