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Pianisti. «Sono stato uno sciocco a votare per il collega: ho sbagliato» [Link: scoperto a votare per un collega]
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(13 marzo 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 13 marzo 2009 da 31
ROMA (13 marzo) - «Sono stato uno sciocco. Ho sbagliato», improbabile che il mea culpa del leghista trevigiano Guido Dussin, scoperto a votare per un collega di partito a tre giorni dall'attivazione nell'Aula di Montecitorio del sistema di voto con rilevamento delle impronte, basti a placare la polemica riaccesa intorno alla questione dei "pianisti". Specialmente alla luce dell'atteggiamento del presidente della Camera Fini che preannuncia sanzioni e addirittura la sospensione per i pianisti "recidivi".In buona sostanza, ieri a Montecitorio, durante la votazione delle mozioni sulla crisi, tra cui quella del Pd sull'assegno di disoccupazione, è accaduto questo: il trevigiano Guido Dussin della Lega e Carmelo Lomonte (Mpa), vicepresidente del gruppo Misto, hanno espresso il loro voto personale attraverso il nuovo sistema con rilevamento di impronte. Dopodiché hanno ben pensato di votare, con lo stesso sistema, anceh per due colleghi di gruppo, rispettivamente Matteo Salvini ed Elio Belcastro.
Peccato che, questi ultimi due, appartengano alla pattuglia dei 21 deputati che si sono rifiutati di dare le proprie "minuzie" e che, quindi, votano con il vecchio sistema. L'inganno ha avuto vita breve e Dussin (che, dettaglio curioso, per votare per il compare ha coperto la mano con una copia della Gazzetta dello Sport) insieme a Lomonte sono caduti nell'occhio del ciclone, dita puntate contro e la targa di "pianisti" sulla schiena.
Ma oggi Dussin si giustifica: «Ho sbagliato. Però ho votato per conto del collega Matteo Salvini, giornalista di Milano, che era lì al mio fianco ed era impegnato nelle sue cose ed era impossibilitato a compiere l'operazione». Insomma, Dussin avrebbe solo fatto un favore al povero Salvini che proprio non poteva votare? Del resto, insiste il leghista «L'indicazione del partiito era chiarissima. E io ho votato al suo posto. Il "pianista" è tutta un'altra...musica. E io non lo sono stato!». E ancora: «Ho sbagliato, certo, è colpa mia: potevo evitarlo. Mi sembrava però che con la chiara indicazione del partito, la presenza del mio collega lì a controllare, votare al suo posto non fosse sbagliato». Da queste parole parrebbe quasi che il leghista trevigiano "avesse capito male le regole del gioco", il perché si siano spesi all'incirca 400 mila euro per adottare questo nuovo sistema di voto. Ma soprattutto, volendo essere davvero molto puntigliosi, verrebbe da chiedere: ma se Dussin era davvero convinto di «non far niente di sbagliato», che motivo avrebbe avuto per nascondere la mano sotto la Gazzetta dello Sport nell'atto di premere il famigerato pulsante?
Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina » Segnala errori / abusi