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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI
«La Lega non può volere tutto. Le ronde? Non ne sentivamo l’esigenza»
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(20 marzo 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 20 marzo 2009 da 31
«Agli amici della Lega dico che non possono volere sempre tutto»: non si tratta di uno sfogo, ma certo è che dopo la lettera che gli hanno inviato 101 deputati del Pdl per criticare una delle misure del provvedimento sull'immigrazione - e cioè l'obbligo per i medici di denunciare i clandestini - Silvio Berlusconi prova a fare chiarezza e si preoccupa di mettere in chiaro che con il Carroccio non esiste un rapporto esclusivo o troppo privilegiato. Anzi: non c’è proprio alcun «strapotere» di Bossi e dei suoi, che potrebbero dover fare qualche passo indietro.Da Bruxelles, appena prima di entrare ai lavori del Consiglio Ue, Berlusconi si preoccupa di bloccare sul nascere ogni polemica, ogni sospetto o rischio di spaccatura nel Pdl, dove l’iniziativa dei 101 è letta da taluno come una manovra di settori di An (guidati presumibilmente da Fini) proprio contro il Carroccio. Le assicurazioni di Berlusconi non tardano ad arrivare a Roma e, alla Camera dove si trova per seguire da vicino il provvedimento sul federalismo fiscale, Umberto Bossi le commenta con altrettanta tranquillità: «Berlusconi è un amico, sono sicuro che troveremo un equilibrio», spiega il Senatùr. Il ministro delle Riforme però non nasconde la possibilità che dietro le parole di Cavaliere ci sia la «pressione» proprio dei parlamentari firmatari della lettera.
Appunto in merito al contenuto della lettera, Berlusconi ci tiene a precisare che si è tratta di «un grande equivoco, perché non è vero che i medici hanno l'obbligo di denunciare, abbiamo solo tolto il divieto». Piena disponibilità («Io non ho nessuna obiezione a modificare la legge») e piena condivisione dell’iniziativa dei 101: «Ho parlato con chi ha firmato - dice Berlusconi - persone vicine a me che mi hanno detto di aver firmato la lettera in totale buona fede, perché rappresenta un sentimento che anche io condivido». L’invito del premier è dunque ad abbassare i toni: un monito però rivolto più all'alleato leghista che ai deputati del Pdl. Ed è appunto al Carroccio che Berlusconi manda un suggerimento esplicito: «Sappiamo che sono esigenti - dice il premier - e che insistono per affermare le loro idee.
È chiaro che qualche volta possiamo dire di sì, qualche altra volta lo diciamo con difficoltà, mentre alcune volte diciamo di no. Direi che da queste vicende, se dovesse uscire un suggerimento, sarebbe quello di non volere sempre tutto».
Non è possibile, è il ragionamento di Berlusconi, che ogni cosa debba tradursi in un continuo braccio di ferro con il resto della coalizione. L’esempio è quello delle ronde, che il Pdl non riteneva così fondamentali, ma la Lega ne faceva una bandiera, ed è finita che si è dato alla sinistra «un pretesto per montare un'accusa che non è fondata nei fatti».Sia pure con toni soft, è comunque una tirata d’orecchie che Bossi minimizza: «Berlusconi è un amico e alla fine troviamo sempre un equilibrio. Tutti i segretari hanno dietro il partito che spinge e anche Berlusconi si deve difendere. Poi - aggiunge Bossi - non ha mica detto cose strane, ha detto cose equilibrate». Messo in chiaro che tutti vogliono la Lega come alleato«per vincere le elezioni perché siamo troppo bravi e troppo forti», Bossi aggiunge di non aver ancora sentito il Cavaliere: «Non sono così ansioso». Se mercoledì, a caldo, il Senatùr aveva avvertito che il testo sulla sicurezza non sarebbe stato cambiato, ieri scendeva a più miti consigli e, alla domanda se la norma sui «medici-spia» sarà modificata, Bossi rispondeva: «Maroni non è mica scemo, ci ragionerà su...». E poco dopo il ministro Calderoli parlava di un emendamento al quale sta lavorando, di cui discuterà con Maroni e poi lunedì alla segreteria politica della Lega: «Una soluzione c'è», diceva Calderoli, dichiarandosi «tranquillissimo».
Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina » Segnala errori / abusi