Ti trovi in Home  » Politici  » Mercedes BRESSO  » «Se Indesit chiude perderà i capitali investiti a None. Approfittano della crisi per delocalizzare» - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Mercedes BRESSO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Piemonte (Partito: PD)  - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: DS) 


 

«Se Indesit chiude perderà i capitali investiti a None. Approfittano della crisi per delocalizzare» - INTERVISTA

  • (23 marzo 2009) - fonte: La Stampa - Marina Cassi - inserita il 23 marzo 2009 da 31

    In piazza, alla fine del corteo dei lavoratori della Indesit, Mercedes Bresso era stata durissima: «Se vanno via faremo loro la guerra». E la sua rabbia non è sbollita.
    Presidente che cosa significa la guerra a una multinazionale?
    «Che non li aiuteremo a chiudere. Non li lasciamo andar via come se niente fosse. La Merloni a None ha un capitale».
    E cioè?
    «Quando una impresa chiude si pone il problema di come utilizzare, guadagnandoci, quel che lascia. Sappiano che da noi non avranno alcun aiuto e che rischiano di buttar via quel capitale».
    Voi però avete delle ipotesi di allocazione di nuove attività in quell`area; si parla di un possibile insediamento Enel?
    «No, le cose non vanno così. Noi lavoriamo affinché lo stabilimento non chiuda. E di altro non voglio parlare adesso. Non cerchiamo alcun reinsediamento per lasciar andar via la Indesit».
    Ma è una strada?
    «Solo se la Indesit rimane e non con 150 addetti, ma con una quota ben più consistente. Allora, e solo in quel caso, se l`area è troppo grossa per la produzione che si deve fare possiamo portare li altre attività che occupino i lavoratori».
    Che cosa potete fare per trattenere l`azienda?
    «Lavorare insieme per resistere che è poi quello che fanno moltissime imprese. Convincerli a non chiudere. Dico: c`è meno da produrre? Si eviti un percorso devastante e si scelgano gli strumenti che ci sono dalla riduzione dell`orario ai contratti di solidarietà. Si divida il lavoro con lo stabilimento polacco. Questo lo deve vedere la trattativa sindacale».
    E` questo che direte all`ad Indesit nell`incontro di fine mese?
    «Questo e altre proposte».
    La Indesit non è l`unica azienda che cerca di chiudere, la Michelin lo farà, perché su questa c`è tutta questa resistenza?
    «Intanto la Michelin ha mantenuto a Torino delle produzioni, altre ne ha portate, ha investito a Cuneo e là andranno anche lavoratori torinesi. Una bella differenza con chi annuncia la chiusura approfittando della crisi per delocalizzare».
    E' la globalizzazione
    «No. Un conto è andare a Est per produrre e vendere in quel mercato, un altro è portare via dall`Italia la produzione di lavastoviglie. Scelta miope».
    Perché?
    «Più prima che poi quei salari così competitivi saliranno».
    Però rimangono lussuosi incentivi statali o no?
    «Anche su questo si facciano poche illusioni. L`Europa non può tollerare a lungo, in una crisi così, che soldi dei contribuenti dati ai Paesi dell`Est, si usino per farci la guerra».
    Servono incentivi?
    «Sì e questo è un altro aiuto che possiamo dare alla Merloni se resta. Possiamo premere sul governo. Tra l`altro il settore elettrodomestici è quello in cui si possono fare risparmi energetici e favorire l`ambiente. E persino Tremonti, che non scuce mai un euro, sa che l`incentivo si ripaga con l`Iva».
    Pensa all`elettrodomestico del domani?
    «Penso che a None si possano progettare prodotti nuovi e innovativi e su questo il contributo della Regione ci sarà».

    Fonte: La Stampa - Marina Cassi | vai alla pagina
    Argomenti: lavoro, regione Piemonte, globalizzazione, crisi economica, incentivo, delocalizzazione, crisi sociale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato