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Arriva dalle alghe e dal sole l’energia del futuro
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(24 marzo 2009) - fonte: Il Gazzettino - Adriano Favaro - inserita il 24 marzo 2009 da 31
Il Porto ha presentato un progetto ambizioso, con il quale si potrebbe arrivare ad alimentare metà centro storico. Nel giro di due anni sarà possibile ridurre l’inquinamento da Pm10La ricetta è di quelle semplici al punto che viene da domandarci se non sia troppo bella per essere vera. Funziona così: esiste un brevetto che il Porto di Venezia intende usare col quale si ottiene, allevando semplicissime alghe, energia. Mica poca. Disponendo di dieci ettari - e la laguna dalle parti di Marghera è utilizzabile - si può ottenere tanta corrente da far funzionare metà centro storico veneziano. Non solo. Se tutto fosse pronto (cioè autorizzazioni, permessi e finanziamenti) entro due anni le navi da crociera potrebbero spegnere i loro diesel e attaccarsi alla corrente che l’Autorità portuale venderebbe.
Risultato: via il carico temibile delle Pm10 emesso dai camini, vere responsabili dell’inquinamento atmosferico, molto più che tangenziale, auto e impianti di riscaldamento di Venezia e Mestre. E c’è un altro elemento da non trascurare, anzi due. Il primo è che tutto l’energia presa dalle alghe sarebbe assolutamente pulita perché le alghe si nutrono di C02, e la C02 prodotta durante il processo verrebbe utilizzata come nutrimento per le alghe stesse.
Il secondo è che a fianco di tutto questo lavoro se ne deve sommare un altro: il porto sta pensando a mettere quanti più pannelli solari possibili. I tetti di Provveditorato uffici e magazzini fanno circa 65 mila metri quadrati: ne verrebbe energia per 4-5 mila persone (8,2 MW). E attorno al porto ci sono almeno altri 200 mila metri quadrati, da poterne ricavare 24,5 MW, cioè 15-18 mila persone.
Bello no? Quello che manca per farlo diventare anche vero è stato spiegato ieri mattina nella ex chiesetta di Santa Marta. Dice Paolo Costa, Provveditore al Porto: «È un sistema, quello delle alghe, che funziona al punto tale che dovremmo avere la gente alla porta che chiede di collaborare con noi». Per cominciare l’impresa occorre trovare 190-200 milioni di euro. Il Porto di Venezia ha formato un’azienda per questo progetto.
Si chiama "eNave" ed è partecipata al 51 per cento dall’Autorità portuale e al 49% da Enalg rrl). Enalg è la società amministrata da Willer Bordon, ex ministro dell’ambiente che ha i brevetti internazionali per usare alghe da trasformare in energia. Ma perché tanto affanno per far diventare Verde il Porto di Venezia? «In California - hanno spiegato il dottor Giorgio Mattiello e Paolo Costa - per legge le navi che arrivano in alcuni porti devono spegnere i motori e attaccarsi alla spina del porto. Questo non è ancora obbligatorio da noi. Ma fra qualche anno sì. Ci stiamo attrezzando, ecco tutto».
Ed è lo sguardo verso il futuro che spinge a realizzare questo "Porto Verde". Al punto che se la valutazione di impatto ambientale passerà ed "eNave" entrerà in funzione poi tutto è pronto per essere anche trasferito nei porti di Ravenna, Trieste e Capodistria.
Poi, mentre si sta progettando di estendere la progettazione di dispositivi fotovoltaici ed eolici all’isola delle Tresse (finora capace solo di sopportare i fanghi di risulta, così riqualificata finalmente) appare chiaro anche che questa idea verde mette in primo piano una potenzialità non solo energetica ma di grande attrattiva "ambientale e culturale" di Venezia. «Città - commenta Costa - che potrà autoprodurre l’energia che le serve; e tutta pulita. Non sono molti i centri così».
Fonte: Il Gazzettino - Adriano Favaro | vai alla pagina » Segnala errori / abusi