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Dichiarazione di Pier Ferdinando CASINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) 


 

«Io antifederalista? No, antibuffonate» - INTERVISTA

  • (26 marzo 2009) - fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti - inserita il 26 marzo 2009 da 31

    «No allo squallido mercato sulle aree metropolitane che ha premiato Reggio Calabria e non Padova o Verona»
    «Questa riforma è e resterà una scatola vuota». «In Veneto la Lega vuole rompere con l’Udc? Noi stiamo con Galan»

    Federalismo, quote latte, piano casa: in 24 ore il solco tra Lega e Udc si è allargato ancora di più, ma Pier Ferdinando Casini non accetta di passare per un "signor No". «Noi facciamo proposte, serie, realistiche e concrete; sono gli altri che si oppongono per partito preso», spiega il leader dell’Unione di Centro.
    Nega di essere antifederalista?
    «Sono anti-buffonate. L’Udc è per un federalismo serio, non per lo spot vuoto che è stato approvato per compiacere la Lega. Come spiegano ai cittadini del Nord lo squallido mercato sulle aree metropolitane, che ha premiato Reggio Calabria e non Verona o Padova? È tutta una finzione, mentre noi volevamo fare una cosa seria».
    Non crede che i decreti attuativi daranno sostanza al progetto federalista?
    «Il problema dei costi in questa riforma è indefinito. Non lo dice l'Udc: lo ha detto Tremonti al Senato. Ha spiegato che era impossibile definire i costi fino ai cosiddetti decreti attuativi. Perciò si è votato un semplice atto di fede. Ma i primi a non crederci sono gli stessi parlamentari della maggioranza, che in privato ci vengono a dire "tanto non succederà niente"».
    Cioè al momento giusto svuoteranno di efficacia questo federalismo?
    «Non lo riempiranno di contenuti: resterà una scatola vuota. Tutto è stato rinviato ai decreti attuativi, e alla scadenza dei decreti sarà votato un nuovo decreto che prorogherà la temporaneità. Un film già visto».
    E come spiega l’astensione del Pd?
    «In effetti capisco il Pdl che ha cercato di rinviare al futuro la sostanza del federalismo con il decreto attuativo. Ma è incomprensibile l'atteggiamento delle altre forze politiche di opposizione, che prefigura una subalternità psicologica alla Lega: come se per andare al Nord sia necessario il lasciapassare di Calderoli».
    In Veneto però dalla Lega sono partiti segnali bellicosi nei confronti dell’Udc per il vostro voto contrario. Il vicepresidente della giunta, Manzato ha detto che se ne ricorderanno «al momento di stipulare alleanze», e il capogruppo Bottacin vi ha chiesto di uscire dalla maggioranza.
    «Non usciamo dalla maggioranza perché rispettiamo il patto assunto con gli elettori e con il presidente Galan. Se i leghisti non accettano l’alleanza, ce ne faremo ragione; non abbiamo problemi. Le alleanze si fanno su una base di pari dignità: o pretendono forse che si debbano sottoscrivere le loro bufale?».
    A proposito di "bufale": vi siete messi di traverso alla Lega anche sul decreto per le quote latte. Perché?
    «Da una parte abbiamo circa 40 mila aziende che hanno contenuto la produzione secondo la legge, hanno speso centinaia di milioni di euro per acquistare le quote latte; dall’altra un gruppo di aziende che non si è attenuto alle regole agendo in modo scorretto, soprattutto nei riguardi di chi si è indebitato per mettersi in regola. L’idea che si protegga un gruppo di truffatori è inaccettabile. Basterebbe accettare gli emendamenti che al Senato avevano migliorato il testo, invece alla Camera sono stati cancellati perché tra i leghisti c’è chi difende interessi precostituiti».
    Sul piano casa nelle ultime ore si è aperto uno spiraglio di trattativa?
    «È stato fatto un passo indietro rispetto alla prima bozza. L’idea in sè è giusta, ma è stata come sempre declinata male. Se sarà una cosa seria, la voteremo: ma se sarà ridicola come la bozza che stravolgeva le competenze regionali - alla faccia del federalismo - non ci staremo».
    Gianfranco Rotondi, "democristiano" del Pdl, dice che il partito che nascerà sabato e domenica «è grande come la Dc, sta nel Ppe e si riferisce ai valori cristiani». E si domanda: «Cosa ci manca per avere l'adesione di Casini?».
    «Manca che sia un partito come la Dc nei fatti, non solo nella riforma. Il Pdl è Berlusconi: vive, nasce e muore con lui. La Dc non era un partito "personale"».
    Formigoni dice che il Pdl «deve aprire un nuovo rapporto con Casini». Che segnale è?
    «Non so se sia un segnale: con lui ho buoni rapporti, così come con il Pdl. Sono amici. Se c’è pari dignità, siamo sempre disponibili. Ma il nostro posto è all’opposizione, in questa legislatura».
    A fine anno farete il congresso della Costituente di centro, e lei ha detto di cercare un leader «quarantenne». Ha già in mente un nome?
    «Le iscrizioni sono aperte, vogliamo creare una competizione tra una nuova generazione».

    Fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti | vai alla pagina
    Argomenti: udc, veneto, federalismo, lega, quote latte, Nord, aree metropolitane, Congresso, piano casa | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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