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Dichiarazione di Roberto CALDEROLI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Lega)  -  Ministro  Semplificazione Normativa (Partito: Lega) 


 

«Il Pdl? Una missione impossibile» - INTERVISTA

  • (28 marzo 2009) - fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti - inserita il 28 marzo 2009 da 31

    La "mission impossible" è la nascita del Pdl, secondo Roberto Calderoli. Nel giorno della nascita del nuovo partito, il ministro leghista non è a Roma con Bossi e il resto dello stato maggiore ad omaggiare gli alleati: è salito a Treviso per spiegare agli artigiani chi ci guadagna e chi ci rimette con il federalismo fiscale. Li rassicura: «Tutto è stato calcolato per arrivare in un anno e mezzo ad avere federalismo fiscale, federalismo costituzionale e nuovo codice delle autonomie». E congela la polemica su Reggio Calabria inserita nell’elenco delle città metropolitane: «Non credo in quell’elenco infinito di città: le vere città metropolitane sono tre-quattro nel paese, e credo che quelle si realizzeranno». Con buona pace di Venezia.
    Ma oggi, lo si voglia o no, è il giorno del Pdl. Calderoli vorrebbe liquidare la questione con un semplice "in bocca al lupo": «Tanti auguri, ma la Lega va avanti dritta. Per noi non cambia assolutamente niente».
    Cos’è, vuole snobbare la nascita del più grande partito italiano?
    «Ma no, ci mancherebbe: sono i nostri alleati. Però quella è la loro strada, la Lega è un’altra cosa».
    Nel suo discorso Berlusconi ha detto che ora si è compiuto il bipartitismo. È così?
    «Hanno fatto la loro parte per provarci, ma il resto del mondo ha deciso diversamente. Non mi pare che ci siano due soli partiti...».
    Quante possibilità di riuscita concede alla fusione di socialisti e missini, cattolici e mangiapreti?
    «Ho sempre pensato che il Pdl sia una "mission impossible". Ma Berlusconi ci riesce spesso, in queste imprese. Dipende tutto da lui: senza Berlusconi non sarebbe accaduto alcunché».
    Questa Berlusconi-dipendenza secondo i detrattori comporta il rischio del culto della personalità. C’è questo rischio?
    «No. C’è una forte personalità, un uomo con un grande carisma che ha creato tutto quello che sta nascendo oggi a Roma, ma non c’è alcun timore di culto della personalità. C’è la forza della personalità, che è un’altra cosa; c’è il valore aggiunto di un leader vero».
    Fini e Berlusconi prima o poi finiranno per litigare?
    «Come tutti i mariti con le mogli».
    Il premier ha detto che i parlamentari sono dei "pigiatasti", il presidente della Camera lo ha bacchettato. Lei con chi sta?
    «Ho il massimo rispetto per il Parlamento. Ma purtroppo o si cambiano le regole, o si rischia che i parlamentari diventino davvero dei "pigiatasti"».
    Quindi Berlusconi non ha offeso le istituzioni?
    «Ma no: ha criticato le regole. Chi ha vissuto all’interno di un Parlamento, sa cosa vuol dire. Ha senso che uno possa parlare venti minuti e chiedere addirittura del tempo aggiuntivo, quando al Parlamento europeo in due minuti devi dire tutto? Sono due estremi, magari si potrebbe trovare il giusto equilibrio nel mezzo. In aula di solito ci sono le quattro-cinque persone che devono parlare in quel momento, e il resto è deserto: che senso ha? E pensate davvero che qualcuno vada a leggersi gli stenografici di ciò che viene detto?».
    Se il leader del Pdl fosse Fini, cambierebbe qualcosa nell’alleanza con la Lega?
    «È un’ipotesi che non c’è mai stata. È chiaro che il catalizzatore di questa maggioranza è Berlusconi, e la sua capacità di tenere insieme gli alleati».
    Quindi se non ci fosse Berlusconi...
    «Non ci voglio neanche pensare».
    C’è chi dice che gli "scontenti" del Pdl potrebbero venire da voi della Lega. È così?
    «Ce ne sono tanti che si sono fatti vivi. Ma i veri movimenti ci potranno essere tra qualche tempo, anche perché l’operazione che sta nascendo oggi a Roma non si è ancora trasferita sul territorio. E quella sarà la fase più difficile da digerire: un conto è dire ai capi che ci si deve fondere, perché qualcosa a loro in cambio arriva sempre, un altro è dirlo alla base».
    E cosa accadrà?
    «Credo che lo vedremo quando si andranno a comporre le liste per le Amministrative; lì cominceranno le rogne. In questo momento sono ancora in rodaggio. Noi dialoghiamo con loro sulle liste, e ancora adesso vediamo che quelli di An e quelli di Forza Italia sono spesso su posizioni diverse».
    A proposito, a che punto siete con le liste?
    «Saranno ufficializzate lunedì, non posso dire niente perché così ci ha chiesto Berlusconi»
    Ma ci saranno sorprese, nomi particolari?
    «Direi di no».
    Nel Pantheon del nascente Pdl c’è chi ci vede bene De Gasperi, chi Obama, chi Almirante. Secondo lei, il busto di quale personaggio storico dovrebbe starci?
    «Uno solo: quello di Berlusconi».

    Fonte: Il Gazzettino - Ario Gervasutti | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, centrodestra, attività politica, federalismo fiscale, pdl, venezia, Lega Nord, città metropolitana | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 28 marzo 2009 da 4110
    Ma questi della lega nord sono tutti così? Questo (legge elettorale a parte, che poi gli altri hanno lasciato) disse che per Bossi si buttava pure nel fuoco. Oggi farebbe un busto al Berlusca. Ma di leccare, non si stancano mai?
  • Inserito il 28 marzo 2009 da 861
    Avviso agli amministratori locali del Veneto. Calderoli congela la polemica su Reggio Calabria inserita nell’elenco delle città metropolitane: «Non credo in quell’elenco infinito di città: le vere città metropolitane sono tre-quattro nel paese, e credo che quelle si realizzeranno». Con buona pace di Venezia. Amen.

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