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Dichiarazione di Massimo CALEARO CIMAN

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PT già IR) 


 

«Il Pd è in rimonta. Il voto sul federalismo ci aiuterà nel Nordest» - INTERVISTA

  • (30 marzo 2009) - fonte: l'Unità - Andrea Carugati - inserita il 30 marzo 2009 da 31

    Votare no al federalismo? Per il Pd sarebbe stato come fare harakiri. Al Nord c’è un sentimento federalista diffuso e trasversale, il Pd ne sarebbe uscito malissimo». Massimo Calearo è una delle anime più nordiste tra i democratici: imprenditore vicentino, per anni considerato vicino alla Lega. Poi l’incontro con Veltroni e la scelta di correre da capolista del Pd in Veneto.
    L’astensione è una buona scelta?
    «Certo, e mi auguro che aiuti il partiti a riavvicinarsi alla gente del Nord. Molte nostre proposte sono state accolte, abbiamo reso quel testo migliore, più “italiano”».
    Spiegare alla gente un’astensione sarà piuttosto difficile...
    «Io credo che invece sia semplice. Ci siamo astenuti perché ancora non ci sono i numeri e i costi e perché solo una parte delle nostre richieste è stata accolta. Il nostro non è un atto di guerra come quello dell’Udc, ma un segno di attendismo: vedremo se e come il governo manterrà le promesse».
    Nel Pd c’è chi teme che abbiate fatto un regalo alla Lega in vista delle europee...
    «Non mi pare proprio, siamo stati ai fatti».
    Casini vi accusa: sudditanza psicologica verso la Lega...
    «È l’Udc ad essere totalmente schiacciata sull’idea di prendere qualche voto in più al Sud. Noi al Sud possiamo dire che il federalismo lo abbiamo reso molto più solidale, che non li abbiamo abbandonati».
    Come andrà il Pd alle europee nel Nord-est?
    «Io giro molto nelle mie zone, e avverto una rimonta. Stiamo lavorando bene, dobbiamo ascoltare di più la gente, essere un partito del popolo».
    Parliamo delle candidature: meglio i big come dice la Bresso e gente che resti in Europa?
    «Servono persone che si impegnino davvero e restino in Europa 5 anni. Dobbiamo puntare sulla serietà delle persone, non solo sui leader, e su questo fare la differenza. Strasburgo non può diventare un cimitero degli elefanti».
    Chi vedrebbe bene come capolista nel Nord-est?
    «Non certo uno come Cofferati, che non conosce i problemi del Nord-est. Vedrei bene Franca Porto, segretaria della Cisl in Veneto. Oppure Riccardo Illy».
    Che bilancio fa del suo primo anno da parlamentare?
    «Positivo, perché ho sempre detto e fatto quello che pensavo in coscienza, e solo un partito democratico ti consente di farlo».
    Come si è ambientato tra i democratici? Lo sente come il suo partito?
    «Sono a mio agio, mi sento un nuovo in un partito nuovo: un democratico a tutti gli effetti, non un ex qualcosa. In campagna elettorale Veltroni lanciò il patto tra impresa e lavoro: questo è il mio credo, ancor più in un momento di crisi. Peccato che il governo non l’abbia ancora capito. Questa impostazione distingue il Pd dagli altri partiti, è la sua chance. E mi piace ritrovarla in altri colleghi del gruppo, anche ex sindacalisti, come Pier Paolo Baretta».
    Baretta, Franca Porto. Lei ha una vera passione per la Cisl!
    «In Veneto è molto forte. E poi il Pd deve rappresentare tutti i sindacati, non solo uno».
    Sulle modifiche del governo al testo unico sulla sicurezza sul lavoro lei è sembrato possibilista...
    «È più importante la prevenzione che colpire l’imprenditore dopo: le vite si salvano con i controlli, non con il carcere».
    Non le sembra che Sacconi voglia attenuare le sanzioni?
    «Nel testo del governo c’è una visione di parte. E tuttavia Cisl e Uil, che si sono dette disponibili al confronto, non mi paiono filogovernative o filoimprese. È evidente che Sacconi vuole mettere la Cgil in un angolo, ma la risposta non può essere l’ideologia, e l’accordo alla Piaggio lo dimostra. L’unica via di uscita è l’unità tra i sindacati».
    Come ha vissuto le dimissioni di Veltroni e l’elezione di Franceschini?
    «Sono grato a Veltroni, che per far nascere questo partito ci ha messo la faccia e un grande sforzo. Franceschini sta mettendo in pratica quello che Veltroni aveva immaginato, forse in modo più pragmatico».

    Fonte: l'Unità - Andrea Carugati | vai alla pagina
    Argomenti: nord est, sindacati, Candidature, pd, elezioni europee, veneto, federalismo, lega, astensionismo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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