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Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Nomine Rai? Non a casa del Premier».

  • (02 aprile 2009) - fonte: La Stampa - Maria Grazia Bruzzone - inserita il 02 aprile 2009 da 31

    «Se fosse vero, lo troverei orrido, talmente orrido da non crederci».
    Dario Franceschini commenta così il vertice di maggioranza sulle nomine Rai dal Tg1 in giù, che si è svolta l`altra sera a palazzo Grazioli: presenti il premier, padrone di casa nonché proprietario di tre reti concorrenti, esponenti politici e «persone con ruoli in Rai», che sembra fossero Gorla e Verro, i due consiglieri del cda «organici» all`ala azzurra del Pdl.
    «Sarebbero questi i metodi del partito nuovo, tanto celebrato dai media?», ironizza Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in Vigilanza. E non è l`unico a menare scandalo per quella riunione casalinga: (l`ex ministro Paolo GentiIoni sul suo blog intitola un post sull`argomento «pesce d`aprile»), convocata alla vigilia dell`indicazione da parte del cda di Mauro Masi a direttore generale.
    Maurizio Gaspari contrattacca. «Franceschini non gridi inutilmente e si ricordi delle prepotenze di Prodi e Veltroni», dice. Poi ci sono i dissidenti interni. Tra le fila della maggioranza è Gianfranco Rotondi a sottolineare che gli articoli sul commercio delle nomine Rai non fanno bene al Pdl», mentre in quelle dell`opposizione Antonio Di Pietro rintuzza Franceschini: «Glielo avevo detto a quei bamboccioni del Pd di non cadere nel trabocchetto delle nomine Rai».

    A dire il vero nel cda Rai di ieri il Pd ha espresso voto contrario persino sul direttore generale Masi. «Perché pur essendo un alto dirigente dell`amministrazione non è il manager che la Rai da decenni ha avuto come dg e perché come segretario generale di palazzo Chigi operava gomito a gomito col premier che è anche il primo competitor della Rai», ha spiegato Rizzo Nervo. «Per di più è il nome che da mesi leggiamo sui giornali», ha aggiunto Van Straten. Le stesse motivazioni che hanno spinto De Laurentis, consigliere Udc, ad astenersi, mentre il presidente Garimberti ha votato a favore insieme alla maggioranza. Commentando positivamente la giornata, dal voto quasi unanime sul bilancio 2008 lasciato da Cappon, al clima di collaborazione: «Insieme agli altri consiglieri dovrò essere garante di libertà di espressione e di pluralismo». La nomina di Masi a dg dovrà essere a stretto giro confermata dall`assemblea totalitaria di Tesoro e Rai. Dopo di che arriveranno le altre, su cui ha cominciato ad esercitarsi la maggioranza. Senza peraltro arrivare a un risultato diverso dal sancire un disaccordo.

    Forse perché era la prima volta che i maggiorenti del Pdl (Cicchitto e Gasparri più Quagliariello, il finianissimo Ronchi e il sottosegretario Romani e per la Lega Maroni) si trovavano a parlarne. Per il Tgl, Berlusconi aveva confermato il no ad An che voleva traslocarvi Mauro Mazza dal Tg2. Se Maurizio Belpietro, il candidato del premier, supererà le resistenze economiche affiorate negli ultimi giorni, sarà lui il successore di Riotta. Mentre Mazza dovrebbe dirigere Rail. Al Tg2 secondo alcuni rumors, tra cui il sito Dagospia, potrebbe andare Mario Orfeo, che la cordata napoletana trasversale (Carfagna, Bocchino e in parte Quagliariello) avrebbe voluto al Tgl. E a Rai2 aspirerebbe Mimun, che secondo molti sarebbe ansioso di tornare alla Rai e di lasciare le news.
    Antonio Marano aspira invece alla vicedirezione generale.

    «Unica», ha esordito Maroni l`altra sera a palazzo Grazioli. Aggiungendo che la Lega non si muove di lì. Risata generale, però.
    Alla fine i vice del laico Masi potrebbero essere tre, con Lorenza Lei e Giancarlo Leone sponsorizzati da Oltretevere, cui Berlusconi è sempre più sensibile.
    Leone con delega per il Cinema, si dice. Mentre a Rai Fiction potrebbe andare Carlo Rossella, attuale presidente della Medusa ma uomo di mondo trasversale. Entrato a palazzo Grazioli mentre gli altri uscivano.

    Fonte: La Stampa - Maria Grazia Bruzzone | vai alla pagina

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